In questo articolo raccontiamo dello stretto rapporto tra musica e letteratura passando in rassegna alcuni celebri esempi di canzoni esplicitamente ispirate da grandi opere della cultura letteraria. Un incontro fecondo tra ambiti di ispirazione che ha generato capolavori che hanno segnato la storia della musica.
Musica e letteratura, si sa, sono ambiti di ispirazione contigui. Oggi non appare più un'eresia attribuire ai testi di alcune canzoni qualità e spessore letterario, anche alla luce dell'utorevole parere dell’Accademia di Svezia che nel 2016 ha voluto assegnare il Nobel per la letteratura al menestrello del rock Bob Dylan. In molti casi questa relazione si è esplicitata nei temini di una diretta derivazione di canzoni e opere musicali da classici della cultura letteraria, un incontro particolarmente fecondo dal quale sono scaturiti non pochi autentici capolavori di cui vogliamo fornire una rapida rassegna.
Il riferimento letterario di Animals, il decimo album dei Pink Floyd, datato 1977, è ovviamente a La fattoria degli animali di George Orwell, di cui riprende la rappresentazione allegorica delle classi sociali come animali, dove i cani sono i rappresentanti della legge, i maiali sono i politici e gli uomini di potere e le pecore il popolo. Se Orwell nella sua allegoria se la prendeva soprattutto con lo stalinismo, e comunque in generale con i meccanismi sociali che producono dittature, Roger Waters adegua e declina la sua allegoria in funzione sostanzialmente anti-capitalista.
Ramble On il classico del 1969 dei Led Zeppelin si apre con dei versi che sono la parafrasi di una poesia scritta da Tolkien nella lingua elfica di Quenya e presenta una struttura che richiamano proprio il mondo del capolavoro dello scrittore inglese. Una storia collocata, cronologicamente, alla fine della terza era, nella grandiosa Terra di Mezzo, anche se con non poche bizzarre deviazioni che fanno di quest’ultima un luogo in cui Mordor diventa il posto in cui incontrare donne bellissime, e dove Gollum e Sauron sembrano più interessati a contendersi la fidanzata del narratore che a mettere le mani sull’anello.
L’ispirazione per il testo della canzone venne a Mark Knopfler da un viaggio sulla highway statunitense U.S. Route 24 (più nota come Telegraph Road) e dalla lettura del romanzo Il risveglio della terra dello scrittore norvegese Knut Hamsun (vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1920). Nella prima parte del brano, l'io lirico descrive lo sviluppo graduale di un territorio inizialmente selvaggio e la nascita di una città, fondata da un viaggiatore solitario; nella seconda sezione, il narratore parla in prima persona della propria lotta contro la disoccupazione e l'individualismo della società capitalista.
Pubblicato il 21 novembre 1995, The ghost of Tom Joad è uno degli album più importanti della carriera di Bruce Springsteen. Tom Joad è il protagonista del romanzo più famoso di John Steinbeck, The Grapes of Wrath, uscito negli Stati Uniti nel 1939 e conosciuto in Italia come Furore. Dal libro John Ford ha tratto uno storico film (con Henry Fonda nel ruolo di Tom Joad). Woody Guthrie scrisse la sua ballata Tom Joad quasi dieci anni prima che il boss venisse al mondo, ma anche altri folksinger prima di Springsteen si erano ispirati al personaggio. Springsteen riprende il fantasma di Tom Joad per denunciare, come già il romanzo di Steinbeck, il divario tra ricchi e poveri e il dramma dell’emigrazione.
In una notte di luna piena, Sting sta passeggiando per le viuzze del Quartiere Francese di New Orleans. Ha la netta sensazione di essere inseguito da qualcuno... gli sembra di scorgere un’ombra che lo marca stretto. Oppure è soltanto una suggestione? Il musicista inglese si ricorda di un libro, che gli aveva regalato il suo amico Andy Summers quando ancora i Police erano in vetta alle classifiche di mezzo mondo. Si trattava di Intervista col vampiro, il romanzo di Anne Rice ambientato proprio nella città della Louisiana. Ma più che da Lestat, il protagonista del racconto, Sting era rimasto affascinato da Louis, il vampiro in perenne contraddizione con il suo status: obbligato a uccidere per restare vivo, non riusciva a perdonarsi il suo comportamento. Un conflitto interiore che a Sting ispira una delle canzoni più belle del suo debutto solista, The Dream of the Blue Turtles. Rubacchiando la melodia dello standard jazz Autumn Leaves, Sting scrive un brano seducente in cui convivono i raggi di luna che illuminano la strada più famosa del Vieux Carré, Bourbon Street, e le suggestioni del romanzo di Anne Rice. Moon Over Bourbon Street diventa uno dei pezzi più amati dallo stesso Sting.
Il brano sembra una sorta di dipinto naif fra strani accostamenti e improvvisi lampi di lucidità, zeppo di figure che magicamente entrano in scena, quasi a dissuadere il viaggiatore dalla sua visione. Tutto sorretto da sonorità molto suadenti e dolci, a tratti infantili, che cullano l’ascoltatore in una sorta di sonno pacificatore. Un racconto allucinogeno in cui molti hanno visto l’influsso di sostanze psicotrope ma che secondo John Lennon è stato invece ispirato dall’immaginifico mondo rappresentato da Lewis Carrol nei romanzi Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio.
Racconta il grande cantautore: “Avrò avuto diciott'anni quando ho letto Spoon River. Mi era piaciuto, forse perché in quei personaggi trovavo qualcosa di me. Nel disco si parla di vizi e virtù: è chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo”. Non al denaro, non all'amore né al cielo è un concept album ispirato ad alcune poesie tratte dall'Antologia di Spoon River (1915) di Edgar Lee Masters, raccolta pubblicata per la prima volta in Italia da Einaudi nel 1943 con la traduzione di Fernanda Pivano. De André lesse la raccolta poetica in un'edizione economica regalatagli dalla prima moglie, Enrica Rignon, detta "Puny". L'idea del disco, come ha raccontato Roberto Dané, la ebbe Sergio Bardotti, che infatti seguì lo stesso Dané in qualità di produttore. I testi di Masters vennero lavorati e adattati alle musiche e, in alcuni casi, modificati o ampliati. Fernanda Pivano restò impressionata dai risultati: "Fabrizio ha fatto un lavoro straordinario; lui ha praticamente riscritto queste poesie rendendole attuali, perché quelle di Masters erano legate ai problemi del suo tempo, cioè a molti decenni fa."
Sul finire degli anni Sessanta non erano molte le rockstar che potevano vantare tra le proprie letture Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. Tra queste c'era Mick Jagger che aveva ricevuto il libro in dono dall'allora compagna Marianne Faithfull. Fu un colpo di fulmine, un innamoramento letterario che si tradusse in un brano il cui testo esprime, dietro metafora, l'eterno rapporto tra l'Uomo e il Male. Jagger è Lucifero che parla in prima persona: «Piacere di conoscervi/ Spero abbiate indovinato il mio nome/ ma ciò che vi sconvolgerà è la natura del mio gioco». Memorabili le sequenze delle session di registrazione del brano immortalate da un certo Jean-Luc Godard nel film One Plus One.
Vita, morte e verità si intrecciano nella canzone scritta da Freddie Mercury. La figura della madre insieme al racconto di un omicidio, soprattutto se presi in un contesto di dubbi prettamente riconducibili alla corrente dell’Esistenzialismo, sono tutti elementi che puntano a una precisa opera letteraria che funge da inequivocabile fonte di ispirazione: Lo straniero di Albert Camus.
La versione degli Iron Maiden della Ballata del vecchio marinaio di Coleridge non è una puntuale parafrasi del poemetto, anche perché il testo originale è composto da più di 650 versi, tuttavia, ne riprende letteralmente alcune parti e manifesta precisamente il significato dell’opera, come si evince dal finale. A narrare sono del resto da una parte un poeta, dall’altra un cantante, che possiedono entrambi quel che Coleridge chiama strange power of speech. Lo scopo di ogni artista è ricercare la bellezza e narrarla agli altri e tanto questo splendido poemetto quanto la canzone della band riescono bene in questo. La morale che arriva all’ascoltatore è chiara e semplice: dobbiamo amare e rispettare ciò che Dio ha creato.