Il cinquantennale del festival di Woodstock

Il cinquantennale del festival di Woodstock

Nell’agosto del 1969 circa 400mila spettatori affollarono i campi nei pressi di Bethel, New York, per un avvenimento che ha, di fatto, segnato un’intera epoca e l’immaginario di generazioni, un evento la cui aura mitica e seminale è giunta intatta fino ai nostri giorni: la Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock.

Quest’anno ricorrono i cinquanta anni di quella tre giorni di pace, amore e musica come recita il titolo di un documentario di Michael Wadleigh. Al festivalpresero parte artisti del calibro di Jimi Hendrix, Janis Joplin, Joan BaezJoe Cocker Crosby, Stills, Nash & Young, i Greatful Dead gli Who per citarne solo alcuni dei trentadue musicisti e gruppi, fra i più noti di allora, che si alternarono sul palco in una esibizione che si rivelò come un inarrestabile flusso sonoro che smise un giorno dopo il previsto.

Come hanno scritto Ernesto Assante e Gino Castaldo ne Il tempo di Woodstock (Laterza), il festival fu “come una foto di gruppo dell’energia esplosiva e liberatoria sperimentata da un’intera generazione”.

I promotori della rassegna furono Michael Lang, John P. Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld.

Roberts e Rosenman avevano pubblicato un annuncio sul New York Times e sul Wall Street Journal, presentandosi come “Challenge International, Ltd.”: “Uomini giovani con capitale illimitato cercano interessanti opportunità, legali, di investimento e proposte d'affari”.

Lang e Kornfeld li contattarono, e con loro progettarono uno studio di registrazione da mettere su nel villaggio di Woodstock, un luogo dall'atmosfera ritirata e tranquilla. Presto, però, immaginarono di realizzare al suo posto un più ambizioso festival musicale e artistico. Roberts era incerto se abbandonare l'iniziativa, consolidando le perdite che vi aveva subito; infine la sua decisione fu di restare nel gruppo e finanziare il Festival.

Woodstock era per loro un'iniziativa commerciale, che chiamarono appunto “Woodstock Ventures”. Divenne una manifestazione ad ingresso libero quando gli organizzatori si accorsero di stare attirando centinaia di migliaia di persone in più del previsto: circa 186.000 biglietti erano stati acquistati in prevendita.

Molti gli aneddoti e le performance entrati nella leggenda, su tutte quella di Hendrix la mattina dell’ultimo giorno che diede una sua versione incendiaria dell’inno americano. “È stato un momento decisivo e un brano decisivo. Nel modo in cui ha suonato The Star-Spangled Banner c’era dentro tutto quello che stava accadendo in quegli anni, la guerra, le tensioni razziali...”, ricorda Michael Lang, che firma anche la prefazione del bel volume illustrato, uscito per l’occasione, Woodstock Live. 50 anni (Mondadori), che racconta con le parole dello scrittore-musicista francese Julien Bitoun la cronaca dettagliata di quel fine settimana. Un partecipe e emozionante resoconto di artisti ed esibizioni con dettagli e foto mai viste.

In questi giorni Live Nations e il Bethel Woods Center for the Arts hanno, poi, annunciato una nuova edizione del festival che si terrà dal 16 al 18 agosto 2019 per celebrare l’importante ricorrenza: la tre giorni di "pace e musica" si svolgerà a Bethel Woods, in una struttura creata sul terreno della fattoria che ospitò la rassegna originaria.

Ma, oltre alle sedi esistenti a Bethel Woods, per il festival verranno creati villaggi di intrattenimento e una serie di aree di performance personalizzate.

Manca solo l’annuncio ufficiale dei partecipanti a questo grande evento, ma già cominciano a circolare in maniera ufficiosa alcuni nomi di grande richiamo come quelli di Bruce Springsteen, Pearl Jam e Foo Fighters.

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