“I musicisti sono tutti fratelli e sorelle”

Paavo Järvi si trovava a Mosca per un concerto con L’Orchestra giovanile russa quando l'Ucraina è stata invasa. Invitato da amici e familiari a lasciare subito il paese, il conduttore ha deciso di restare temporaneamente, mettendo al primo posto “l'amore e la speranza per l'umanità” espressa attravero la musica.

 

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Il direttore estone Paavo Järvi era a Mosca per le prove con l’Orchestra giovanile russa, quando il 24 febbraio 2022 è iniziata l'invasione dell'Ucraina ad opera dell’esercito russo.

L'esibizione con l'orchestra avrebbe dovuto svolgersi il 26 febbraio, con un programma di opere incentrato su Richard Strauss. "Molti amici e familiari mi hanno chiesto di cancellare il concerto e di lasciare immediatamente la Russia. E ad essere onesti questo è stato il mio primo istinto", ammette Järvi in ​​una dichiarazione sul suo sito personale. "Sono arrivato a Mosca quando pochi credevano che Putin avrebbe effettivamente iniziato una guerra”. "Sospetto e sfiducia nei confronti del nostro vicino, purtroppo, [si sono rivelati] fondati".

Nonostante le ansie e le inevitabili preoccupazione generate dallo scenario di guerra che si stava profilando, Järvi ha deciso di restare e non cancellare il concerto.

“Sono giunto alla conclusione che questa sarebbe una disfattista sul piano morale, e un gesto disonesto e sleale nei confronti dei meravigliosi giovani musicisti dell'Orchestra Giovanile Russa”, ha rivelato, “che si sentono confusi, combattuti e sconvolti, e che sono contrari a questa guerra tanto quanto lo sono io".

Kristjan Järvi, fratello di Paavo e collega direttore d'orchestra, è stato uno dei firmatari della lettera aperta con la quale alcune star della musica classica come Antonio Pappano, Simo Rattle, Edward Gardner e tanti altri chiedono la fine della guerra e la fine del boicottaggio generalizzato contro gli artisti russi e bielorussi.

Diversi musicisti russi hanno subito cancellazioni ed è stato impedito loro di partecipare a concorsi a causa della loro nazionalità, dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina il mese scorso. Purtroppo, il clima di guerra ha investito anche la cultura e la musica, che non dovrebbero mai essere silenziate e, anzi, coltivate come lume di speranza, anche e soprattutto quando speranza e umanità sembrano soccombere alla logica della violenza e tutto sembra farsi buio. Il gesto del direttore estone vuole testimoniare con coraggio proprio questa idea, la sua decisione di rimanere in Russia per esibirsi con l'Orchestra Giovanile Russa è stata lungamente meditata e soppesata nel suo significato.

Paavo Järvi ha spiegato: "Con questo concerto ho voluto lasciare ai miei giovani colleghi un po' di amore e speranza per l'umanità. Amore e speranza che potrebbero rimanere nei loro cuori e ricordi per gli anni, forse decenni, in vista di un isolamento come quello che si prefigura.

“Questi giovani non devono e non possono essere puniti per le azioni barbare del loro governo. Non posso voltare le spalle ai miei giovani colleghi: i musicisti sono tutti fratelli e sorelle”.

Il 59enne direttore d'orchestra vincitore di un Grammy è nato a Tallinn, in Estonia, nel 1962, che all'epoca faceva parte dell'Unione Sovietica; la restaurazione dell'indipendenza dell'Estonia ha avuto luogo nel 1991.

"Essendo un estone è ovvio che un attacco all'Ucraina, un paese indipendente, colpisce molto da vicino” ha riconosciuto Järvi.

“Come essere umano e come estone, odio quello che sta succedendo in Ucraina. Condanno risolutamente le azioni del governo russo e di Putin!”

“Ho condotto questo concerto nello spirito di sfida e di profonda solidarietà con questi giovani artisti e nello spirito di sostegno e solidarietà del popolo ucraino!”

Järvi ha lasciato la Russia il 27 febbraio, dopo la sua esibizione con l'Orchestra giovanile russa.

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