In questo articolo approfondiamo la struttura e il significato armonico dell’accordo Sol7, fornendo anche una spiegazione della sua corretta diteggiatura, corredata da un link che rimanda all’audio che permette di ascoltarne l'esecuzione.
Affrontiamo qui, nell’ambito delle nostre spiegazioni sui principali accordi di chitarra, l’accordo Sol7 (G7 chord nella notazione inglese).
Riprendendo alcune nozioni base di teoria musicale, definiamo in termini generali un accordo come un insieme di almeno tre note ad altezze differenti suonate in contemporanea sulla base di un preciso rapporto costituito dal sovrapporsi di due o più intervalli di terza. Dalla definizione appena fornita, si deduce che, per poter avere un accordo, i suoni che lo costituiscono devono essere sempre distanziati l’uno dall’altro da un intervallo di terza, sia esso maggiore o minore.
La definizione contiene anche un altro concetto chiave per poter comprendere la natura di un accordo ovvero quello di simultaneità dei suoni medesimi, concetto che consente di distinguere l’accordo dall’arpeggio. In quest’ultimo caso, infatti i suoni non vengono eseguiti contemporaneamente ma in successione.
La necessità di una esecuzione simultanea delle note significa anche che non tutti gli strumenti sono in grado di produrre accordi perché è del tutto evidente che non tutti gli strumenti musicali hanno caratteristiche fisiche tali da consentire loro di poter suonare più note contemporaneamente. Quando si parla di accordi, inevitabilmente si pensa alla chitarra che è uno degli strumenti che meglio e maggiormente riescono a sfruttare le sonorità ricche e armoniche dell’accordo.
Nel caso dell’accordo Sol7 parliamo di un accordo di settima dominante o di prima specie. Questi accordi vengono così chiamati in quanto occorre spostarsi di un intervallo di settima minore rispetto alla tonica. Vengono costruiti unicamente sul V grado di una tonalità maggiore o minore. Nello loro struttura fondamentale presentano una terza maggiore, una quinta giusta e una settima minore. In altre parole, per formare un accordo di settima dominante si dovrà aggiungere una terza minore alle note dell’accordo maggiore. Nel caso del nostro accordo Sol7 alle note dell’accordo di Sol che sono Sol, Si e Re bisognerà aggiungere un Fa. Di conseguenza, le note che formano il nostro accordo saranno Sol, Si, Re, Fa. L’accordo di Sol7 si presenta così:
il Sol è la Fondamentale, il Si è la Terza maggiore, il Re è la Quinta giusta e il Fa è Settima minore
Da un punto di vista armonico, questo tipo di accordo ha la funzione di creare una tensione, un senso di instabilità che implica l’esigenza di risolvere questa tensione facendo seguire un accordo che dia un senso di quieti e riposo. Ricordiamo, infatti, che la risoluzione nella teoria della musica tonale occidentale è il passaggio di una nota o accordo dalla dissonanza (un suono instabile) a una consonanza (uno più definitivo o stabile). Nella maggior parte dei casi il movimento prodotto dal quinto grado tende a risolversi sul primo la tonica (Es. Sol-Si-Re-Fa, Do-Mi-Sol).
Come spiega efficacemente Marco Cassetti: “Il perché dipende dal fatto che l’accordo di settima dominante contiene un particolare intervallo di tre toni interi dissonante che prende il nome di tritono che trova la sua risoluzione sull’accordo di tonica, conferendone valore risolutivo. Questo accade perché il tritono comprende le due sensibili della scala, i 2 semitoni che sono per loro natura attratti verso i gradi congiunti, perché dove c’è un semitono c’è attrazione e conseguente bisogno di risoluzione” (cfr. marcocassetti.com).
Come si può osservare nell’immagine che precede, per poter eseguire nelle forma più semplice, in prima posizione l’accordo Sol7 è necessario posizionare l’indice sulla prima corda in corrispondenza del primo tasto mentre il medio schiaccia la quinta corda in corrispondenza del secondo tasto e, infine, l’anulare abbassa la sesta corda posizionato sul terzo tasto.
La seconda, la terza e la quarta corda suoneranno a vuoto cioè con le corde libere. Dopo aver collocato le dita seguendo lo schema appena illustrato, si fa scorrere la mano destra con il plettro lungo le corde dall’alto verso il basso a partire dalla sesta corda in giù. A questo link è possibile ascoltare come deve suonare l’accordo Sol7.
Come sempre nella pratica strumentale, sarà necessario esercizio e applicazione per poter ottenere un suono pulito e armonico. Fondamentale, da questo punto di vista, è riuscire a collocare in maniera adeguata i polpastrelli rispetto alle barrette metalliche (fret) che dividono i vari tasti sul manico della chitarra. Le dita dovranno essere correttamente posizionate subito dopo la barretta evitando sia un eccessivo distanziamento rispetto a quest’ultima, cosa che produrrebbe un suono disturbato simile ad ronzio, sia di schiacciare la barretta stessa, ottenendo un suono smorzato e sordo.