Gli strumenti a percussione sono quelli che ognuno di noi ha sperimentato con curiosità e divertimento fin dalla più tenera età, probabilmente perché ritmo e battito sono inscritti nel nostro DNA. Del resto, uno dei primi suoni che un individuo percepisce è proprio il battito del cuore della madre. Per questo, gli strumenti a percussione accompagnano, si può dire, da sempre, la vita dell’uomo.
Si definiscono strumenti a percussione il complesso degli strumenti che vengono fatti risuonare attraverso l’atto del percuotere che può essere esercitato direttamente attraverso la mano o per mezzo di appositi attrezzi come mazze, bacchette, martelli, spazzole ecc. Gli strumenti a percussione sono certamente tra i più antichi, il loro uso è accertato fin dalla preistoria sia in ambito civile che religioso come mezzi di comunicazione sonora, per invocare dei o ritmare danze. In ogni civiltà ed epoca è documentata una grande varietà di strumenti a percussione, molti oggetto di recupero nel corso del Novecento, un secolo che ha visto una vera e propria riscoperta delle percussioni anche con la finalità di arricchire il timbro dell’orchestra moderna. Si può parlare di riscoperta novecentesca, poiché il Secolo Breve segna una discontinuità rispetto all’esperienza classica e romantica, in cui l’uso degli strumenti a percussione è limitata negli interventi e scarsa nel numero.
È attestato l’uso di tamburi di varie dimensioni e forme nel corso del Medioevo, mentre a partire dal XVII secolo nell’orchestra cominciarono ad essere ammessi solo pochi strumenti a percussione come campanelli, triangoli, timpani, piatti, grancassa e tamburo. La presenza degli strumenti a percussione nell’ambito dell’orchestra aumenta in maniera lenta fino alla fine del XIX secolo, ma solo successivamente si arriva ad una gamma veramente rilevante di strumenti a percussione normalmente usati in ambito orchestrale anche grazie all’apporto di strumenti provenienti da civiltà extraeuropee e dalle sonorità sconosciute. A partire dai primi del Novecento il repertorio degli strumenti a percussione si è arricchito con la marimba, i tamburi di legno, i gong orientali, il tam tam, lo xilofono, le diverse tipologie di tamburi provenienti dall’Africa, le castagnette, il guiro, i crotali, wood-block, la raganella, i bambù, i boes e tanti altri.
Diversi strumenti a percussione sono stati appositamente ideati per venire incontro a specifiche esigenze timbriche, si pensi alla frusta, alla sirena, all’incudine, alle campane tubolari, solo per citarne alcuni. Questa nuova disponibilità nei confronti di questa tipologia di strumenti ha permesso una evoluzione del ruolo delle percussioni nell’ambito dell’orchestra e della musica spingendo alcuni compositori come Boulez, Stockhausen, Chávez e altri, a scrivere solo per percussione. Nella musica pop, poi, le percussioni costituiscono un elemento insostituibile e necessario.
Una prima classificazione tra strumenti a percussione è quella che viene operata in base al suono che producono. Sulla scorta di questo parametro, abbiamo strumenti a percussione di suono intonato con una altezza precisa e armonica come, ad esempio, timpani, xilofoni, vibrafoni, campane tubolari, celesta o strumenti a percussioni di suono indeterminato che producono suoni privi di intonazione come, ad esempio, i piatti, il tam tam, il triangolo, l’agogo, le maracas, le nacchere.
Un’altra classificazione tra strumenti a percussione può essere effettuata in base alla tipologia distinguendo, in questo caso, tra membranofoni e idiofoni. I primi sono quegli strumenti a percussione che emettono il suono attraverso la vibrazione di una membrano tesa come nel caso del tamburo, del tamburello, della grancassa, dei timpani, dei bonghi. I secondi sono quegli strumenti a percussione che emettono il suono tramite la vibrazione del materiale di cui sono costituiti e quindi del corpo stesso dello strumento come i piatti, le campane, le nacchere, il gong, lo xilofono.
I materiali utilizzati per la costruzione degli strumenti a percussione sono metalli, legno, bronzo, cuoio, pelle o materiale sintetico per le membrane. Le gamme e le possibilità all’interno di questi strumenti è amplissima come il loro uso all’interno delle formazioni musicali.
Una menzione a parte tra gli strumenti a percussione merita la batteria, che già nella sua struttura riassume un po’ tutte le percussioni spaziando dal tamburo alla grancassa passando per i piatti, i campanacci, il rototom, i tamburelli e tanto altro ancora. Si tratta sicuramente di uno degli strumenti più completi e coinvolgenti da suonare interessando tutti gli arti contemporaneamente e capace ridurre significativamente i livelli di stress, poiché è stato dimostrato che, durante una sessione di batteria, vengono rilasciate endorfine e altre sostanze che fungono da analgesici naturali influendo positivamente sull’umore. Non è un caso se, tra gli strumenti a percussione, la batteria sia uno di quelli che più di ogni altro ha visto il fiorire, in questi anni, di corsi e lezioni per apprenderne le basi.