Memoria muscolare, l’arma in più per diventare dei chitarristi virtuosi

In questa lezione svolgiamo alcune riflessioni sulla natura e le proprietà della memoria muscolare, sottolineando i motivi per cui è da considerarsi l’ausilio decisivo per migliorare le capacità esecutive di ogni musicista e dei chitarristi in particolare.

memoria muscolare chitarra

Una celebre frase di Bruce Lee recita: “Non temo un uomo che ha praticato 10.000 calci una volta sola, ma temo l'uomo che ha praticato un solo calcio 10.000 volte”. L’osservazione del mitico maestro di arti marziali può essere estesa, nel suo senso intrinseco, anche al caso della pratica musicale in generale e chitarristica in particolare.

Non ci sono scorciatoie per raggiungere la padronanza di uno strumento. Come recita un adagio inglese "la pratica rende perfetti", questo per il semplice fatto, sperimentato da tutti quotidianamente, che più si fa una cosa e meglio si riesce a realizzarla nel tempo.

Il cervello umano è un organo meraviglioso, probabilmente superiore a quello di tutti gli altri animali del pianeta. Uno dei motivi di tale superiorità risiede nella sua straordinaria capacità di conservare le informazioni. Quando pensiamo alla memoria, tendiamo a identificarla istintivamente con quella facoltà che, per dirla in termini estremamente elementari, ci consente di ricordare cosa abbiamo mangiato a cena sera prima, sostanzialmente con la memoria dichiarativa (o memoria esplicita). Si tratta di un tipo di memoria accessibile alla consapevolezza che può essere richiamata alla mente verbalmente o non verbalmente. Essa contiene sia le memorie di episodi della vita sia quelle relative al bagaglio generale dell'individuo.

Ma c'è un altro tipo di memoria che utilizziamo sempre: la memoria procedurale. Questo tipo di memoria detta anche implicita, è la memoria di come si fanno le cose e di come si usano gli oggetti. Nella vita quotidiana le persone si affidano ogni giorno alla memoria procedurale, il tipo di memoria che consente di ricordare come legare le scarpe o andare in bicicletta senza pensare consapevolmente a queste attività. La ricerca nella memoria procedurale indica che opera attraverso un processo mentale diverso dalla memoria dichiarativa.

Poiché è anche un dato di esperienza, sappiamo che, quando un movimento viene ripetuto più e più volte, si crea una memoria muscolare a lungo termine per quel compito. Dopo aver eseguito a sufficienza quel determinato movimento, il nostro magnifico cervello prende il sopravvento e permette di eseguirlo senza sforzo cosciente. Quello che si osserva nei compiti della vita quotidiana avviene anche nell’ambito della pratica musicale.

Proprio come accade quando ci si lava i denti o ci si allaccia le scarpe, quando si suona un accordo di chitarra, dopo averlo imparato alla perfezione, è come se il nostro cervello dicesse: “Sono stato qui prima, so esattamente cosa fare" e decide di gestire il compito per noi.

In effetti, è come se una parte del nostro cervello inserisse una sorta di pilota automatico, perché la guida del nostro corpo non è necessaria per un compito che si è già padroneggiato nella sua interezza.

Questo ci riporta all’insegnamento di Bruce Lee. In un combattimento si ha bisogno che il proprio corpo reagisca senza uno sforzo cosciente. Se ci si sofferma a pensare: "Ok, sto per tirare un calcio... Come posso farlo di nuovo? Giro sulla pianta del piede e miro lo stinco” ecc. probabilmente si finirà al tappeto prima di aver terminato di ripassare mentalmente tutte le azioni da compiere.

Suonare un passaggio alla chitarra in maniera veloce e fluida non è molto diverso. Sicuramente mette a repentaglio l’incolumità fisica in misura minore, ma se si esita, se occorre pensare a quello che si sta facendo, sicuramente l’esecuzione ne risentirà in maniera più che evidente.

Non c'è molto spazio per errori quando si affrontano passaggi e fraseggi di alto livello di complessità, tecnica e velocità. Se si perde una sola nota, si rischia di far saltare tutto il filo dell’esecuzione. Per poter arrivare a padroneggiare realmente l’esecuzione, non si può prescindere dalla propria memoria muscolare. E questo significa pratica.

Per riuscire a sviluppare una buona memoria muscolare non c'è sostituto al duro lavoro. A questo proposito, si può aggiungere un corollario all’adagio ricordato più sopra, ovvero non è solo la pratica che rende perfetti, è una pratica adeguata, perché se si pratica in maniera errata e approssimativa, si impara male. E poi sarà quasi impossibile correggere, perché avremo stabilito quello schema nella nostra memoria muscolare.

Quindi è opportuno procedere lentamente quando si impara un nuovo schema e bisogna assicurarsi di averlo fissato in maniera precisa, prima di aumentare il tempo. Non c’è dubbio che sia noioso praticare un calcio mille volte. Ma ne varrà la pena, quando si potrà fare mostra di una perfetta padronanza delle propria performance chitarristica.

Si possono impiegare anche settimane di pratica per leggere le sezioni di arpeggio dello strumentale, ad esempio, del brano degli Stone Mob Galaxy. Quest’ultimo, tra l’altro, richiede una articolazione delle dita e un corrispondente movimento di pennata alternato, perfetti per creare una memoria muscolare. Ma per farlo, può essere necessario suonarlo lentamente migliaia di volte, quindi aumentare leggermente la velocità e riprodurlo migliaia di volte ancora.

In alcuni casi, bisogna fare esercizio di pazienza per non rompere la chitarra quando, dopo diverse ore di esercizio, non si riesce ancora ad aumentare la velocità con precisione. È necessaria una buona dose di diligenza per suonare lo stesso lick per settimane e settimane. Ma poi? Semplicemente diventa possibile eseguire a proprio piacimento quel gustoso lick con velocità e precisione su tutta la tastiera, ogni volta che si desidera.

Tutto quello che occorre fare, in sintesi, è esercitarsi fino a creare una precisa memoria muscolare.

 

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