In questo articolo ci dedichiamo all’approfondimento, chiarimento e ripresa di alcuni concetti basilari che abbiamo più volte usato nelle nostre lezioni di teoria.
Ogni nota è un suono, quindi è riconducibile ad un'onda e come tale ha una sua definita frequenza che ne determina l'intonazione.
In teoria la gamma di frequenze che una nota può assumere è illimitata, in pratica però ciò sarebbe inutile poiché l'uomo può udire solo suoni che ricadono in una certa banda di frequenze, la quale più o meno si estende dai 20 ai 20.000 Hertz.
Inoltre, il nostro orecchio non sa distinguere molto bene suoni con una frequenza troppo simile.
Il sistema musicale occidentale prevede solo note che distano tra loro al meno un semitono. Come tale quindi il semitono è la base su cui si costruiscono le scale usate dal sistema occidentale.
Al termine "semitono" corrisponde un numero che indica il rapporto in cui stanno le frequenze di due note.
Se ad esempio abbiamo un suono con frequenza F1 e volessimo sapere che frequenza F2 ha la nota che dista un semitono sopra, avremo: F2 = F1 + F1 x 0.059463094. Quest'ultimo numero non è altro che la radice dodicesima di 2.
In teoria, il semitono è formato da 4 o 5 commi, così che alcuni semitoni risultano più lunghi di altri, fortunatamente, con l'introduzione della scala temperata, vengono resi tutti uguali. Questo è quello che succede a tutti gli strumenti con tasti (ad es. chitarra e pianoforte), mentre strumenti come gli archi mantengono la capacità di modificare a piacimento un certo semitono.
La divisione in commi dei semitoni, comunque, non deve preoccupare in quanto nella pratica si assume che tutti i semitoni siano identici, questo, come si è detto, per andare in contro alle esigenze degli strumenti a tasti, che altrimenti non avrebbero potuto suonare insieme agli altri strumenti.
Un tono non è altro che l'unione di due semitoni.
Se facciamo succedere una serie di suoni sempre più acuti, uno dopo l'altro, a passi di un semitono, otterremo che il 13° suono avrà una frequenza esattamente doppia rispetto al 1°, al 25° semitono avrà un suono di frequenza quadrupla rispetto al 1° e doppia rispetto al 13°.
Questo significa che, ogni 12 semitoni (6 toni), la frequenza del suono corrispondente raddoppia.
Il sistema occidentale quindi si basa su 12 suoni distanti un semitono ai quali è stato assegnato un nome e una frequenza "standard".
Come tutti sanno alle 12 note principali è stato assegnato il nome di Do, Do#/Reb, Re, Re#/Mib Mi, Fa, Fa#/Solb, Sol, Sol#/Lab, La, La#/Sib, Si (notazione latina) o C, C#/Db, D, D#/Eb, E, F, F#/Gb G, G#/Ab, A, A#/Bb, B (notazione anglosassone).
Alla nota La è stata assegnata la frequenza standard di 440 Hertz da cui vengono calcolate le frequenze di tutte le altre note.
Come vediamo alcune note hanno due nomi, ad esempio la nota Sol#/Lab indica che, a volte, essa viene chiamata Sol# ("sol diesis"), altre Lab ("la bemolle"), le loro frequenze (intonazione) comunque sono identiche.
Il termine "diesis" indica che si deve innalzare la nota di un semitono, il termine "bemolle" indica che si deve abbassare la nota di un semitono.
Inoltre, è evidente che il nome di ognuna delle dodici note indica anche le note con doppie, quadruple etc. frequenze, o con frequenza un mezzo, un quarto etc..
Ad esempio, il nome della nota "La", indica tutte le note con frequenza 440 Hertz ma anche 880 e 220 Hertz.
Raramente in un pezzo musicale si usano tutte e 12 le note. Fin dall’antichità, la musica è stata scritta usando per lo più 7 note alla volta. L'insieme di queste note viene detto scala. Ad esempio, l'insieme di suoni: Do Re Mi Fa Sl La Si, è detto Scala Maggiore di Do.
Le scale si differenziano tra loro essenzialmente per 2 cose, la tonalità e le distanze in semitoni tra le varie note che la compongono.
Fonte articolo>: http://theguitarwizard.com/toni.html