Dopo la forma binaria della lezione precedente, introduciamo qui i concetti chiave della forma ternaria, una struttura piuttosto ricorrente che si ritrova in molta musica dal Medioevo fino ai nostri giorni.
Si dice ternaria una struttura musicale in cui il brano è diviso in 3 sezioni distinte. La prima e l'ultima sezione sono esattamente uguali tra loro e quindi il modulo può essere espresso nella formula: A – B – A
Ogni sezione ha una sua autonomia compositiva sia dal punto di vista tematico che tonale (ovvero, ogni sezione contiene temi distinti e completi). Si potrebbe suonare solo la sezione A di un brano in forma ternaria, senza avvertire l’esigenza di continuare con una nuova sezione. Questo perché ciascuna termina con una cadenza perfetta/autentica.
La sezione B è solitamente scritta in una chiave strettamente correlata alla tonalità della sezione A come di seguito:
La sezione B ha spesso un carattere contrastante; in una marcia, ad esempio, il carattere molto ritmico della marcia è contrastato da un trio più lirico e fluente nella tonalità sub-dominante, e spesso con una firma ritmica 3/4 contrapposta ai 4/4 della marcia della prima sezione.
Si ha una forma ternaria composta quando ogni singola sezione è essa stessa ternaria o binaria, come avviene nei trii e nei minuetti, secondo uno schema come il seguente:
La forma ternaria è un'ottima struttura in cui comporre perché la sezione A ripetuta dà al brano un senso di unità ed equilibrio che non è possibile conferire con la forma binaria. La sezione B contrastante consente anche di introdurre nuove idee musicali e aggiungere varietà alla composizione.
La forma della sonata è stata talvolta considerata una categoria espansa di forma ternaria, con le sue tre sezioni di esposizione, sviluppo e ricapitolazione, ma questa interpretazione è fuorviante. La forma sonata, la più evoluta delle forme classiche, si è infatti sviluppata storicamente dalla forma binaria in una struttura più complessa che appartiene a una categoria a sé stante.
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