L’imitazione musicale: caratteristiche e classificazione

Il nostro approfondimento di teoria ci porta oggi ad occuparci dell’imitazione musicale, un procedimento molto utilizzato nella musica contrappuntistica, in particolare nel canone e nella fuga.

 

imitazione in musica

Come d’abitudine nelle nostre lezioni di teoria, partiamo definendo in termini generali l’imitazione come un procedimento musicale assai usato nella tecnica contrappuntistica, consistente nel richiamare (ovvero imitare) con una diversa voce dell’ordito musicale polifonico un disegno un disegno musicale intonato precedentemente da un’altra voce.  Il disegno imitato su chiama proposta o antecedente, il disegno imitante risposta o conseguente e può essere riprodotto all’unisono e a qualsiasi intervallo di distanza dall’originale (imitazioni all’ottava, imitazioni alla quinta, imitazioni alla terza ecc. superiori e inferiori).

Ancora, l’imitazione si dice perfetta o regolare quando il conseguente riproduce fedelmente gli intervalli melodici dell’antecedente, imperfetta o irregolare in caso diverso; si dice, poi, libera se il disegno melodico è imitato più o meno approssimativamente, ritmica se è imitato soltanto il ritmo. L’imitazione può inoltre effettuarsi:

per moto retto quando le linee melodiche dell’antecedente e del conseguente presentano un parallelismo più o meno rigoroso;

per moto contrario quando gli intervalli ascendenti dell’antecedente diventano discendenti nel conseguente e quelli discendenti diventano ascendenti;

per moto retrogrado quando il disegno è imitato a ritroso dall’ultima nota alla prima;

per aumentazione o aggravamento o per diminuzione quando i valori di durata del disegno sono, nell’imitazione, proporzionalmente aumentati o diminuiti;

tutti artifici che possono essere reciprocamente combinati.

L’imitazione musicale si dice, infine, canonica se si ispira ai principi del canone.

Già praticata dalla polifonia medioevale, l’imitazione divenne, come già detto, il fondamento dello stile contrappuntistico e pertanto una costituente essenziale di gran parte delle forme polifoniche e strumentali dall’antichità ad oggi, giungendo al massimo grado di elaborazione nel canone e nella fuga.

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