In questa lezione, partendo dalla definizione, approfondiamo il rubato cercando di stabilire un corretto approccio nei confronti di questa risorsa espressiva, che può aiutare ad aggiungere spessore ed emozione all’interpretazione.
Secondo la definizione il rubato è l’indicazione espressiva (che sottende la parola “tempo”) con la quale si prescrive all’interprete un’esecuzione svincolata dalla rigidità metonimica e aperta ad una sottile oscillazione dei valori agogici, tesa a sottolineare le peculiari caratteristiche strutturali di un passo o di un intero brano. Anche a prescindere dalla sua esplicita indicazione, il rubato indica flessibilità/libertà nell'esecuzione di un ritmo. Fondamentalmente, si ha un rubato ogni qualvolta un esecutore non si attiene ai ritmi rigidi scritti dal compositore, ma li altera per dare più espressione alla performance.
Il rubato è una delle tecniche di esecuzione più controverse della musica. Genera, nella sua interpretazione, opinioni contrastanti, come nessun altro aspetto musicale. Ad un estremo, vi è chi ritiene che il tempo indicato da un compositore debba essere rigorosamente rispettato. All'altro estremo, vi chi sostiene che tali tempi sono semplicemente una guida approssimativa e che il battito della musica dovrebbe cambiare sempre come il battito umano. Si tratta di due letture estreme che ci allontanano da un corretto approccio al rubato, rispetto al cui uso è invece più proficuo porsi alcune domande essenziali:
Questo è un buon punto di partenza da cui prendere le mosse. Cosa sta cercando di dire il compositore attraverso questo brano musicale? In che modo l'uso del rubato contribuirà a esprimere il suo pensiero? A volte è facile rispondere in quanto il compositore potrebbe aver riportato l’indicazione “rubato” all'inizio del pezzo. Tuttavia, altre volte potrebbe essere più complesso. Potrebbe essere necessario pensare a quale stato d'animo/emozione il compositore sta cercando di creare: uno stato d'animo romantico e sognante può essere più favorevole all'uso del rubato che se il compositore cerca di creare uno stato d'animo più concreto e incisivo.
In sé il concetto di appropriatezza è alquanto scivoloso e potrebbe aprire tutta una serie di controversie. Tuttavia, in termini generali si potrebbe dire che occorre chiedersi se il rubato è tipicamente usato nello stile di musica che stai suonando. Ad esempio, è più probabile che il rubato sia stilisticamente efficace nella musica per pianoforte romantica che in una fuga barocca.
Alla fine, tutto si riduce a questa domanda: cosa si pensa che possa funzionare per sé e il proprio pubblico? Si possono prendere in considerazione le domande sopra elencate, ma si tratta fondamentalmente una decisione e seguirla. Si potrebbe fare delle prove davanti ad un uditorio e vedere cosa ne pensano. In alternativa, si può provare a registrarlo con diverse quantità di rubato. Ascoltare una registrazione è uno dei modi migliori per ascoltare ciò che funziona (e talvolta, cosa più importante) ciò che non funziona.