Dopo l’addio alle scene del 2012, alcune delle voci più importanti della musica italiana, sotto la guida di Mauro Pagani, rendono omaggio a Francesco Guccini che torna anche ad interpretare l’inedito Natale a Pavana.
L’immagine che fa da copertina all’album tributo al canzoniere gucciniano Note di Viaggio – capitolo 1: venite avanti… è comparsa a sorpresa la mattina del 29 ottobre a Bologna, sotto gli occhi increduli e meravigliati dei passanti nei pressi di via Paolo Fabbri. Opera dello street artist Tvboy, raffigura una barca come sospesa tra cielo e mare con a bordo tutti gli artisti che hanno preso parte alla realizzazione dell’album con al centro Mauro Pagani e Francesco Guccini. Un’immagine, quella della barca, che se da un lato manifesta un evidente riferimento all’attualità, dall’altra costituisce un’efficace immagine dell’operazione, condotta con la regia esperta e preziosa di Mauro Pagani, come un’avventurosa navigazione all’interno di una vicenda artistica tra le più ricche e intense della nostra musica leggera. Del resto, con l’immagine della nave con le vele ormai inadatte a spingerla e le gomene divenuti oggetti inutili, malinconicamente in disarmo verso l’ultima Thule, Guccini avevo data il suo addio alle scene nel 2012.
In realtà, oggi più che mai nel nostro tempo difficile che fa delle parole strumenti di violenza e menzogna o simulacri del vuoto, appare quantomai urgente e attuale l’etica della parola di Guccini, la sua salutare e inconfondibile lotta contro ogni dogma e fanatismo alla luce di un dubitare che è apertura umanistica nei confronti dell’altro. Ed ecco, quindi, che quella nave, ben lungi dal tirare in barca i propri remi, è pronta a salpare con rinnovato vigore e slancio con una nuova ciurma costituita da alcune delle voci più importanti e autorevoli della musica italiana.
Nel presentare questo nuovo lavoro Pagani ha affermato: “Le canzoni di Francesco hanno accompagnato da sempre il mio cammino di uomo e di musicista in ogni casa, in ogni festa, discussione o corteo lui in qualche modo c’era. Avere l’opportunità di risalire quel lunghissimo fiume di immagini e di parole, potendo per di più contare sull’aiuto e la maestria di così tanti amici, è stato davvero un gran privilegio. Scegliere è stata la cosa più difficile. Alla fine ciascuno ha cantato ciò che era stato importante per lui, o magari semplicemente ciò che più lo emozionava. Quanta bellezza, quanta vita, quanto presente.”
Occorre qui sottolineare il pregevole lavoro di Mauro Pagani, uno dei più grandi professionisti della musica italiana, capace di trovare la giusta misura sia nelle produzioni sonore che nella scelta degli abbinamenti artista-canzone. Come ha dichiarato Guccini: “Mi incuriosisce sentirmi cantato da qualcun altro... L'interpretazione che gli altri danno, la scansione, le pause, certi mi sono piaciuti di più. L'altra sera è venuto a trovarmi Ligabue, che ha fatto Incontro, credo sia una bella interpretazione della canzone. Ma anche altri sono molto bravi...”. Tutte da ascoltare e apprezzare le versioni femminili affidate a Elisa, Malika Ayane, Carmen Consoli, Nina Zilli e Margherita Vicario che rivestono e scompongono in maniera inedita e interessante delle canzoni che siamo abituati ad ascoltare attraverso il timbro e l’inconfondibile interpretazione del cantautore di Pavana. Da segnalare la versione piena di emozione e pathos di Auschwitz da parte di Elisa o quella raffinata e incisiva di Scirocco di Carmen Consoli arricchita dalla magia dei violini. Canzone quasi d'amore si avvale dalle bravura di Malika Ayane, che spoglia la sua interpretazione della tecnica di vocalizzi e vibrati per restituire la grande forza evocativa e poesia del testo. Scelta originale, che ha sorpreso lo stesso Guccini, per Nina Zilli che canta Tango per due disegnando magistralmente, con la sua grande abilità vocale, l’atmosfera da balera d’altri tempi del brano.
E veniamo alla pattuglia maschile, che vede il citato Ligabue reinterpretare uno dei grandi classici come Incontro, a proposito del quale Pagani ha dichiarato: "Ho voluto rispettare questa ispirazione, legata ai songwriter americani, accompagnandola con chitarre acustiche, con il violino e l'armonica a bocca. Ho lasciato che fosse la voce di Luciano a raccontare, aggiungendo qua e là solo qualche colore e il profilo dell'orizzonte”. Perfettamente nelle corde della espressione artistica di Brunori sas, una canzone come Vorrei, che il cantautore calabrese ha saputo rivestire della sua vocalità rispettandone il dettato intimista e lieve. Giuliano Sangiorgi con la sua versione di Stelle ci regala uno dei momenti più alti e intensi di tutto il disco.
A Manuel Agnelli, insieme con Pagani, è stata affidata una delle canzoni più contese del repertorio: l’Avvelenata, una canzone simbolo che qui si riveste di sonorità rock e veneture di musica barocca.
La vera sorpresa e l’autentico regalo per tutti gli ammiratori del cantautore è, però, l’inedito Natale a Pavana, in con non poca emozione si può riascoltare la voce del maestro interpretare una sua poesia dialettale musicata da Pagani. Con la collaudata maestria di tratteggio Guccini ci fa fare un commovente “tuffo nella memoria, un ritorno a quando, da bambino, andavo a piedi alla stazione di Modena per prendere il treno per Bologna. Mi piace l'idea che il dialetto sconosciuto di Pavana abbia visibilità”.