Strumento amato da muscicisti e bambini, l'ukulele, grazie al suo fascino esotico, gode di un successo incredibile a livello mondiale. Non mancano leggende e storie curiose che ruotano attorno a questo simpatico strumento dalla timbrica inconfondibile.
Quando si pensa all'ukulele la mente viaggia subito verso luoghi esotici mentre le forme sinuose di una hula girl si delineano sullo sfondo di un tramonto a picco sull’Oceano Pacifico. Allegro, solare, con un suono dalla timbrica inconfondibile, l’ukulele è uno degli strumenti più popolari e gode di un successo incredibile a livello globale. Uno strumento che sembra fatto apposta per alimentare suggestioni e storie curiose tutte da raccontare.
Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, l’ukulele non è uno strumento hawaiano. Fu inventato nel 1879 da immigrati portoghesi trasferiti nelle Hawaii. Augusto Dias, Jose do Espirito Santo e Manuel Nunes, esperti liutai, idearono lo strumento a partire dalla combinazione della braguinha di Madeira e del rajão. La braguinha è uno strumento simile al cavaquinho, e prende il nome dalla città portoghese Braga.
The Ukulele Orchestra of Great Britain ("L'Orchestra di Ukulele della Gran Bretagna" in inglese), anche conosciuta con la sigla UOGB, è un ensemble musicale formata esclusivamente di ukulele in differenti registri, dall'ukulele soprano all'ukulele basso, fondato nel 1985, che esegue prevalentemente cover di vari generi musicali, dalla musica classica al pop in versione acustica e talvolta in chiave parodistica.
Hawaiano è sicuramente il nome che significa pulce saltellante (uku=pulce, e lele=che salta), probabilmente ispirato al movimento della mano sinistra che suonando le corde si muove con grande velocità ricordando i salti di una pulce. La leggenda attribuisce questo soprannome al generale inglese Edward William Purvis, una figura importante nella nascita dell’ukulele, che frequentò la corte del re Kalakaua. Ma esiste anche una ulteriore interpretazione del nome data dalla Regina Lili’uokalani, ultima monarca hawaiana: per lei questo nome significa "il dono che è venuto qui" dalle parole uku (dono o ricompensa) e lele (a venire), naturalmente da un altro paese: il Portogallo. Un dono arrivato nella terra hawaiana portato da stranieri.
Fin da subito il cinema è stato attratto dal sapore esotico di questo strumento. Come non pensare, a questo proposito, al film del 1933 interpretato da Stan Laurel e Oliver Hardy, I Figli del Deserto, in cui i due comici con l’ukulele accompagnano il motivo Honolulu Baby di ritorno da un fantomatico viaggio nelle isole. Negli stessi anni, suonano l’ukulele altri grandi divi del cinema come Buster Keaton e Bop Hope. Indimenticabile anche la sequenza di A qualcuno piace caldo, in cui la splendida Marilyn Monroe strimpella l’ukulele. Strumento suonato anche da Mia Farrow ne La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen.
La fortuna dell’ukulele corre da sempre parallela a quella della chitarra, basti ricordare che nel 1920 il famoso costruttore di chitarre acustiche C.F. Martin vendeva tanti ukulele quante chitarre. In occasione della grande crisi economica del ’29 che portò sull’orlo del fallimento praticamente tutti i grandi costruttori tra cui anche Gretsch e Gibson, questi riuscirono a sopravvivere grazie alla vendita di strumenti economici e alla portata delle tasche di tutti come gli ukulele. Il liutaio Mario Maccaferri, le cui chitarre furono gli strumenti preferiti dal virtuoso Django Reinhardt, realizzò il primo ukulele in plastica. Facendo uso di stampi per la produzione ottenne un significativo abbassamento dei costi di lavorazione riuscendo a vendere 2500 strumenti al giorno destinati sia a bambini che a musicisti principianti. Questi strumenti allora economici e alla portata di tutti oggi sono ricercati dai collezionisti di tutto il mondo.
George Harrison ha conquistato la fama internazionale come chitarrista dei Beatles, ma forse non tutti sanno che amava molto anche l’ukulele. Nel 1999 scrisse una lettera in cui spiegava perché tutti dovrebbero suonarlo, sia principianti che musicisti esperti: “Ognuno dovrebbe avere e suonare un ukulele, è così semplice che puoi portarlo con te ed è uno strumento che non puoi suonare senza ridere! È molto dolce e anche molto antico. Alcuni sono di legno – altri invece di armadillo. Io li adoro – più siamo, meglio è – Chiunque io conosca che possiede un ukulele è un “matto”. Quindi prendetene un po’e divertitevi”.
A differenza della chitarra, l’ukulele ha solo quattro corde e diversamente da una chitarra o un basso, non si può parlare di note in ordine crescente, in quanto solitamente la quarta corda di un ukulele è un altro cantino, quindi, più acuta rispetto alla terza e alla seconda corda. É possibile anche intonare l’ukulele come una chitarra, penalizzando, tuttavia, il caratteristico suono dello strumento.
L’ukulele ha dato vita a strumenti derivati come il bass ukulele e il banjolele. Il primo è caratterizzato da spesse corde di gomma che vanno accordate come un basso elettrico. Se collegato ad un amplificatore, il bass ukulele produce un suono e una timbrica paragonabile a quella di un contrabbasso. Il banjolele è nato intorno agli anni Venti, come si può intuire ha accordatura da ukulele, generalmente scala soprano o concert, ma possiede una cassa da banjo, caratteristica che dà un tocco particolare al suo suono.
Se si deve indicare una canzone con protagonista l’ukulele, la risposta più immediata e spontanea è senza dubbio “Somewhere Over The Rainbow” di Israel Kamakawiwo’ole. Con questo brano, una sorta di medley fra la canzone di Arlen e What a Wonderful World di Armstrong, il gigante hawaiano realizza la sua unica e sola hit nel 1990 poco prima di morire prematuramente a 38 anni.
L’ukulele è uno strumento molto amato dai musicisti, abbiamo citato Harrison, ma al club potremmo iscrivere Paul McCartney che lo ha utilizzato anche per omaggiare l’amico e compagno di band, Brian May che lo ha suonato nella canzone Good Company e in varie altre tracce. L’ukulele è stato il primo strumento di due miti come Syd Barrett e Joe Strummer. Eddie Vedder, già leader dei Pearl Jam, ha pubblicato nel maggio del 2011 l'album Ukulele Songs, interamente suonato con questo piccolo strumento. Per citare solo un altro esempio italiano a noi molto caro, ricordiamo Rino Gaetano che ha suonato un ukulele sul palco di Sanremo nel 1978, durante la sua esecuzione della canzone Gianna.