Chi ben comincia è a metà dell’opera scrive significativamente Nino Gardi, centrando perfettamente quello che è il compito dell’esecutore che si trova a dover suonare dei passaggi veloci. Impostando la questione in termini più psicologici che fisiologici, il grande didatta fornisce un consiglio pratico che può risultare davvero molto utile per i principianti e non solo.
Nel suo libro Il bianco e il nero il celebre pianista e didatta Nino Gardi intitola in maniera significativa un paragrafo ricorrendo all’antico proverbio Chi ben cominci è a metà dell’opera. Si tratta di un titolo che esprime in maniera immediata ed estremamente efficace il compito del pianista nel momento in cui desidera riuscire nell’intento di suonare una scala veloce al pianoforte.
Il suggerimento contenuto nel proverbio esprime una precisa presa di coscienza che può davvero fare la differenza nell’esecuzione di una scala veloce consentendo all’esecutore di portarla a termine entro i limiti di tempo.
Nel primo paragrafo del sedicesimo capitolo il grande musicista argomenta in maniera articolata e approfondata il fatto che “la conquista della velocità è faccenda psicologica piuttosto che fisiologica”. Impostata in questi termini, la questione consente di individuare un dettaglio decisivo e che viene, invece, sistematicamente sottovalutato.
Nino Gardi rileva opportunamente che esiste una discrepanza tra la nostra natura che ci indice ad una accelerazione per gradi dei nostri movimenti e il tipo di accelerazioni richieste dalla musica mensurata che prescrive, come sappiamo, le esatte duplicazioni, triplicazioni e/o quadruplicazioni della velocità.
Da questa constatazione discende il fatto che quando si iniziano ad eseguire le prime note di una scala, ad esempio quartine o sestine di sedicesimi, siamo naturalmente portati ad eseguirla a partire da un’accelerazione graduale e non, come richiesto, con un cambio netto e radicale del tempo.
Tradotto nella pratica questo significa che siamo portati ad iniziare una scala senza accorgerci che l’esecuzione avviene troppo lentamente e non avremo il tempo sufficiente per concluderla.
Pensando in particolare ai principianti, ma fornendo in realtà indicazioni preziose anche per esecutori ad un livello più avanzat, scrive Nino Gardi:
“A coloro che non ne fossero convinti proporremmo comunque di sperimentarla sui pianisti principianti che muovono i primi passi sulla tastiera. Sarà facile notare che, quando affrontano l’esecuzione di un passaggio veloce (preceduto, ovviamente, da note più lente), essi spesso non riescono a iniziarla al tempo giusto, ma cominciano a suonare in progressiva accelerazione, con un ritmo che potrebbe essere paragonato ad un motore a due tempi di una motocicletta appena messa in moto. Di simili impacci l’insegnante suole dar la colpa alla rigidità muscolare o all’insufficiente allenamento. Ma non è questo il punto: sarà sufficiente che egli rivolga ai suoi incerti principianti il consiglio, decisamente empirico e volutamente ingenuo, di suonare le prime due note assai più veloci di quelle che seguono, per ottenere immediatamente, senza alcuna fatica, una esecuzione a tempo. Provare per credere!“.
Come sottolineato dallo stesso Gardi, è una indicazione molto empirica ma originale e che può risultare di estrema utilità per risolvere l’incapacità di eseguire una scala abbastanza velocemente, difficoltà che hanno potuto sperimentare un po’ tutti coloro che si sono cimentati con l’esercizio pianistico.
Non vi resta che provarla direttamente nella consapevolezza che, in effetti, chi ben comincia è a metà dell’opera.