Il pedale del pianoforte ha una funzione espressiva fondamentale; ecco perché diventa importante conoscerne il funzionamento per poterlo utilizzare con maggiore consapevolezza e un miglior risultato. In questo articolo si approfondiscono meccaniche e utilizzo del pedale una corda, del pedale di risonanza e del pedale tonale.
A proposito del pedale del pianoforte, diceva Rubinštejn: "Il pedale è l'anima del pianoforte" oppure Busoni: "Il pedale è la luce della luna, che inonda il paesaggio". Come scrive Heinrich Neuhaus ne L’arte del pianoforte: “A me pare che uno dei compiti principali del pedale sia quello di eliminare una parte di quelle secchezze e discontinuità di suono tipiche del pianoforte e che lo distinguono in modo negativo da tutti gli altri strumenti. Perciò, suonando una frase melodica a una voce in tempo lento e senza nessun accompagnamento, potrete utilizzare il pedale su ogni nota della melodia, per darle maggiore cantabilità e un timbro più ricco e colorato. Tutti sanno quel che succede: quando si spinge il pedale di destra, si sollevano gli smorzatori di tutte le corde; ogni tasto preso sulla tastiera produce suoni armonici superiori e inferiori che arricchiscono il suono. Naturalmente, questo non succede senza pedale”. E ancora più avanti: “non usare mai il pedale è un'eccezione alla regola; usarlo continuamente, ma con intelligenza, è la regola. Il pedale è una proprietà organica, imprescindibile, importantissima come le altre, ed è una peculiarità del pianoforte, per cui eliminarla completamente significa castrare impietosamente il nostro strumento”.
Possiamo definire in termini generali pedale il meccanismo applicato a vari strumenti (organo, clavicembalo, pianoforte, arpa, timpano ecc) che viene azionato dall’esecutore al fine di ottenere determinate note o effetti. Nel caso del pianoforte si possono avere dai due ai quattro pedali a seconda del modello e del periodo di costruzione. Quelli che generalmente si trovano nei pianoforti moderni sono:
Questo pedale del pianoforte si può trovare sia sugli strumenti a coda che su quelli verticali. Nel caso del pedale del pianoforte a coda, azionandolo si opera uno spostamento verso destra rispetto all’esecutore della martelliera e della tastiera. Questo spostamento fa sì che il martelletto, messo in funzione dalla pressione del tasto, colpisca un numero inferiore di corde rispetto a quelle che sono normalmente associate a ogni tasto. Negli acuti 2 al posto di 3, nei centrali 1 al posto di 2, e nei gravi una parte di corda anziché tutta. Si capisce ora facilmente perché viene detto anche pedale una corda perché, per l'appunto, esclude una corda.
Andando nel dettaglio della meccanica del pianoforte, bisogna considerare che i martelletti sono rivestiti da feltrini su cui si formano dei solchi in corrispondenza degli urti ripetuti sulle corde. Essendo il punto di contatto spostato rispetto alla normalità senza pedale, si può far urtare la corda in un punto in cui feltrini sono più morbidi producendo un suono più ovattato e flebile con un effetto più intimo ideale per creare determinate atmosfere sonore.
Nel caso del pianoforte verticale, un effetto analogo (con risultato molto meno caratterizzato) si ottiene attraverso l’avvicinamento dei martelletti alle corde, cosa che produce un accorciamento della corsa che il martelletto medesimo compie per colpire la corda.
Nel caso di questo pedale del pianoforte presente solo nei pianoforti verticali e nei pianoforti da studio, azionandolo si ha l’interposizione tra i martelletti e le corde di un panno di feltro lungo tutta l’estensione dello strumento, che ha la funzione di attutire il suono. I pianoforti a coda ne sono sprovvisti e anche i grandi pianoforti verticali hanno, in luogo della sordina, un pedale tonale. Inoltre è l'unico pedale ad avere una rientranza nel mobile, allo scopo di "incastrarlo" senza la costante pressione da parte del musicista. La funzione principale della sordina è, come detto, quella di attenuare e abbassare il suono per lo studio, senza avere un riscontro pratico nella produzione pianistica.
Questo pedale, conosciuto anche come pedale Rendano dal nome del suo inventore, è presente solo nei pianoforti a coda e premendolo permette di prolungare l’ultimo suono o i gruppi di suoni emessi prima del suo azionamento e solo questi non agendo su tutti gli altri, cosa che lo distingue dal pedale del pianoforte di destra come vedremo. Si tratta, anche in questo caso, comunque, di un pedale di risonanza.
Si tratta, senza dubbio, del pedale più utilizzato dagli esecutori ed è quello cui si riferisce l’indicazione “Ped.” presente negli spartiti. Premendo questo pedale, si alzano contemporaneamente tutti gli smorzatori consentendo alle corde di continuare a vibrare liberamente finché il suono non si spegne naturalmente. A differenza del pedale tonale, quindi, questo pedale del pianoforte prolunga tutti i suoni legandoli e contribuendo a creare una sorta di alone timbrico e armonico provocato dalla vibrazione simpatica di tutte le corde dello strumento insieme a quelle effettivamente suonate che assicurano un suono più ricco e meno secco.
Da quanto appena detto, si comprende chiaramente che quest’ultimo pedale del pianoforte costituisce una grande risorsa espressiva per l’esecutore, tuttavia, il suo uso deve essere regolato e dosato con sensibilità e intelligenza. Questo anche perché, nella maggior parte dei casi, nelle composizioni mancano precise indicazioni sull’uso del pedale di risonanza e anche quando sono riportate, appaiano vaghe e lasciano molto spazio all’interpretazione. Ad esempio, Schumann scrive solo “Con il pedale”, affidandosi alla sensibilità musicale e al buon senso dell’esecutore. Allo stesso modo, Liszt nella trascrizione dell'Ouverture del Tannhäuser scrive: «Si presuppone un uso razionale del pedale». Mozart non riporta nessuna indicazione sull’uso del pedale del pianoforte che però risulta essenziale nell’esecuzione delle sue composizioni.
Come regola generale, si può dire che il pedale del pianoforte va utilizzato ad ogni cambio di armonia, in modo sincopato, intendendo per cambio di armonia il passaggio da un basso ad un altro o da un accordo all’altro.
Alcuni spartiti, fortunatamente, contengono l’indicazione sull’uso del pedale e riportano, come detto più sopra, la dicitura “Ped.” che indica la necessità di abbassare il pedale e di tenerlo premuto fino a che non si incontra il simbolo dell’asterisco * che indica il momento in cui occorre alzare il piede dal pedale del pianoforte.