Esistono degli errori comuni e assai ricorrenti tra coloro che iniziano a imparare a suonare la chitarra riconducibili a due aspetti generali, come impostazione e approccio, che possono inficiare il percorso di apprendimento e renderlo sicuramente più difficile e lacunoso.
Il principiante che si appresta a imparare a suonare la chitarra e muovere i primi passi nello studio dello strumento, tende a incappare in alcuni errori ricorrenti e assai comuni che si possono distinguere in errori di impostazione ed errori di approccio. Questi errori, se non corretti per tempo, possono rendere difficoltoso lo studio dello strumento e inficiare gli sforzi di apprendimento.
Un primo errore assai comune tra chi vuole imparare a suonare la chitarra è quello di tenere il polso della mano sinistra troppo alto riducendo in questo modo lo spazio di movimento delle dita che risultano bloccate e impossibilitate ad eseguire i movimenti necessari. Il polso va tenuto in basso rispetto alla mano per dare modo alle dita di avere tutto la libertà di movimento di cui hanno bisogno per eseguire i movimenti lungo la tastiera e sulle corde.
Un polso tenuto alto rispetto alla mano, induce il principiante che si esercita sullo strumento a commettere un altro errore che è quello di posizionare, come si suole dire, le dita a tenaglia ovvero eccessivamente piegate e irrigidite sulle corde. Come si insegna nelle prime lezioni di chitarra le dita della mano sinistra vanno tenute a martelletto, leggermente arcuate e semidistese.
Altro errore comune è quello relativo alla posizione del pollice dietro la tastiera che andrebbe sempre tenuto disteso, rilassato, mai sporgente dietro il manico. Spesso, invece, chi è alle prime armi tende a tenerlo piegato e rigido provocando, in questo modo, un conseguente irrigidimento e blocco dell’agilità di tutta la mano.
Chi inizia a imparare a suonare la chitarra è portato anche a tenere le dita eccessivamente lontane dalla tastiera, staccandole esageratamente durante il movimento, questo impedisce una adeguata coordinazione tra le due mani e non consente di suonare con velocità e pulizia, producendo inevitabilmente dei suoni staccati. Per consentire un’esatta esecuzione, le dita vanno tenute sempre molto vicine alle corde.
Altro aspetto che chi vuole imparare a suonare la chitarra deve curare è la postura. Spesso il principiante è portato a sporgersi in avanti sullo strumento per poter guardare il movimento delle dita sulla tastiera, cosa che spinge ad assumere una postura ingobbita che impedisce una corretta respirazione, tende a irrigidire i muscoli e ad affaticare collo e schiena. È necessario assumere da subito una corretta postura eretta, cercando di sviluppare più una sensibilità legata al tatto, molto più utile, che alla vista.
Altro atteggiamento da evitare è quello di tenere la bocca serrata durante l’esercitazione alla chitarra, un dettaglio che inibisce una adeguata respirazione, oltre a favorire un irrigidimento della mascella, che a lungo andare si ripercuote sul collo, le spalle e le braccia. Tenere la bocca aperta e rilassata è fondamentale per avere una postura rilassata e una respirazione regolare.
Altro errore che generalmente commette chi vuole imparare a suonare la chitarra alle prime armi è quello di non assicurarsi un appoggio adeguato del braccio destro sulla cassa armonica della strumento. Spesso si tende a far scivolare il braccio sulla parte anteriore o laterale della cassa, generando una continua tensione sulla spalla che va a incidere sulla qualità dell’esecuzione e porta a un eccessivo affaticamento muscolare. Bisogna trovare sempre un appoggio stabile sulla chitarra che permetterà di rilassare spalla e braccio, aiutando l’esercizio. Conseguenza di un mancato corretto appoggio è anche l’errore di tenere un polso rigido e bloccato che invece deve essere sempre tenuto sciolto e rilassato, sia sugli accordi, che sulle scale.
Un ulteriore elemento cui prestare attenzione e spesso sottovalutato quando si vuole imparare a suonare la chitarra, è l’impugnatura del plettro. Due sono le sviste più comuni: il plettro tenuto sporgente in maniera eccessiva rispetto alle dita e la posizione dell’indice nell’impugnatura. Per quanto attiene al primo aspetto per una corretta impostazione che permetta un controllo completo dei movimenti è sufficiente far sporgere due, tre millimetri di plettro dalle dite che devono trovarsi sempre molto vicine alle corde cosa che consentirà anche di sviluppare una adeguata sensibilità della plettrata. Per quanto riguarda la postura dell’indice, l’errore più comune tra chi deve imparare a suonare la chitarra, è quello di posizionarlo nella stessa direzione della punta del plettro facendo sì che vada a interferire con l’azione del plettro sulle corde. L’indice va tenuto ricurvo nella mano in questo modo la punta del plettro sarà libera di suonare sulle corde senza impedimenti.
Tra gli altri errori di approccio che si osservano quando si vuole imparare la chitarra, in maniera particolare se da autodidatta, c’è quello di suonare sempre solo. Chi non ha mai suonato con una base musicale, un metronomo o, meglio ancora, un chitarrista in carne e ossa sarà riconosciuto subito al primo tentativo di suonare in pubblico. Avere qualcuno con cui suonare, oltre ad essere più divertente, costituisce uno stimolo ad approfondire lo studio e a soffermarsi su tutti i particolari di un determinato brano. Se non si dispone di una band, può essere utile registrarsi ed imparare a riconoscere gli errori, criticarsi da soli, sapere quando non si va a tempo, quando si effettuano bending stonati ecc, tutte cose non semplici da acquisire, soprattutto se non si ha un insegnante a diposizione che funga da guida. Un buon espediente è quello di sottoporre i propri esercizi all’attenzione di community di appassionati e specialisti del settore, maturando un appropriato spirito autocritico e disposizione all’ascolto.
Altro equivoco di approccio in cui può incappare chi vuole imparare a suonare la chitarra è quello di confondere il suonare con l’esercitarsi, che sono due cose da tenere sempre ben distinte. Quando si suona si esegue quello che si conosce. L’esercitazione, invece, rientra all’interno di un preciso percorso di apprendimento che prevede l’acquisizione di nuovi aspetti tecnici adeguati al proprio livello di abilità cui dedicare il giusto tempo e studio.
Altro pecca di approccio è quello di non seguire un percorso graduale, cercando di imparare la chitarra raccogliendo fonti sparse sulla rete. Queste sono, senza dubbio, un grande aiuto e una fonte cui attingere, ma, se non affiancate da un corso graduale e strutturato, si rischia di accumulare grosse lacune e perdere molto tempo nelle ricerca delle risorse che realmente servono all’apprendimento.
Capita spesso a chi muove i primi passi per imparare a suonare la chitarra o, come detto più sopra, se si è abituati a suonare da soli, che non si è in grado di tenere il tempo, aspetto basilare di ogni esecuzione musicale. In questo caso, esiste uno strumento come il metronomo che ci può aiutare ad ovviare al problema. Sulle prime potrà risultare difficoltoso seguire la precisa scansione del tempo, ma si tratta di un esercizio che saprà ripagare lo sforzo.
Questo è un tipo di errore in cui si incappa facilmente agli inizi, quando non si ha un orecchio sufficientemente allenato musicalmente. Un problema cui si può ovviare semplicemente acquistando con poca spesa un accordatore.
Tra i più comuni malintesi diffusi tra chi vuole imparare la chitarra c’è sicuramente l’equazione tra abilità e quantità di note che si riescono a suonare nel più breve tempo possibile. Tecnica e velocità sono inutili senza affinare il gusto, la sensibilità e l’arte di fare la cosa giusta al momento giusto.
Tralasciare lo strumento per giorni interi per poi dedicargli ore quando si ha tempo, non porta nessu risultato apprezzabile. Per imparare la chitarra è necessario acquisire una routine quotidiana, esercitarsi anche un tempo limitato, non necessariamente ore, ma con una certa regolarità. È ovvio che più ci si esercita e meglio è, ma, in ogni caso, anche trovare il tempo per dedicare mezz’ora al giorno, per almeno cinque giorni la settimana, potrà permettere di osservare risultati apprezzabili.
La teoria è un altro elemento dell’apprendimento che quando si vuole imparare a suonare la chitarra si tende a trascurare in favore dell’esercizio pratico dello strumento. In realtà, un po’ di teoria si potrà rivelare preziosa permettendo, ad esempio, di trasporre le canzoni, individuare sostituzioni di accordi e capire quali note suonano bene e altre meno in determinate condizioni.