È esperienza comune di ogni chitarrista quella di vivere dei momenti di stanchezza e rallentamento nella capacità di progredire nell’apprendimento. Si tratta di fasi del tutto fisiologiche all’interno di un percorso di studio e in questa lezione ne individueremo le cause principali e le strategie per superarli. Il focus è rivolto ai chitarristi ma sono regole che, a ben vedere, valgono per chiunque si dedichi allo studio di uno strumento.
Ogni chitarrista, non importa da quanto tempo suona la chitarra, di tanto in tanto incontra un rallentamento nei suoi progressi. Si avverte come una sorta di blocco che spinge a suonare gli stessi lick e a ricorrere sempre alle stesse tecniche che ormai si padroneggiano, incerti su come portare il proprio modo di suonare ad un livello superiore.
Chiunque si trovi a vivere una simile impasse nel proprio percorso di studio deve innanzitutto sapere che ciò è perfettamente normale e, come potrà assicurare chiunque suoni la chitarra da lungo tempo, questi crolli occasionali sono inevitabili!
Bisogna sapere che con la chitarra, come del resto nella vita in generale, non si smette mai di imparare, quindi non si sfugge mai dal circolo, apparentemente vizioso, di progressi rassicuranti seguiti da crolli di scoraggiamento.
Questo articolo tratterà alcuni dei motivi più comuni per cui i chitarristi, ma potremmo dire chiunque si trovi a praticare uno strumento musicale, incontrano ostacoli nel loro apprendimento e le azioni necessarie per superarli.
Una delle principali cause di frustrazione dei progressi alla chitarra è data dalla constatazione di una apparente mancanza di risultati. Capita spesso, ad esempio, che si provi a suonare più velocemente di quanto le proprie dita e il proprio cervello siano capaci di fare in una determinata fase del proprio percorso di apprendimento. Così facendo, inevitabilmente si commettono errori e, dopo diversi tentativi, ci si convince erroneamente di non essere portati per lo strumento.
In questo modo ci si arrende, frustrati per passare a qualcos'altro, probabilmente condannati a ripetere gli stessi salti di impazienza. È normale voler raggiungere una velocità decente con un assolo, un lick o un pattern il prima possibile, ma bisogna cercare di non saltare in avanti con il BPM sul metronomo prematuramente. Idealmente bisognerebbe essere in grado di suonare comodamente, senza errori ad una velocità minore prima di aumentare di a5 BPM circa per volta. È utile imporsi una disciplina attraverso il metronomo, cercando di fare progressi incrementali. Inoltre, le sequenze più complesse e articolate dovrebbero essere suddivise in segmenti piccoli e lenti per esercitarsi.
A volte tutto ciò che occorre fare è semplicemente dividere una sequenza in quattro o cinque note, perfezionare il singolo segmento e poi passare a quello successivo. In seguito, si possono collegare i diversi segmenti senza soluzione di continuità. Tutto il processo appena descritto deve essere eseguito prima lentamente e poi gradualmente in maniera sempre più veloce e fluida. La pazienza e la ripetizione faranno il resto.
Molti chitarristi trascurano il lato teorico dello strumento perché è percepito come noioso, pretenzioso o semplicemente complicato. È vero che alcuni musicisti, specialmente quelli con abilità "naturali" come l'intonazione perfetta, possono eccellere senza molta teoria di base, ma non bisogna mai sottovalutare il l’importanza di questa conoscenza nello sviluppo delle proprie abilità di musicista.
Ad esempio, si può imparare a suonare correttamente una scala senza poi essere è grado di applicarla in modo creativo in un assolo, o sapere quando usarla. Studiando un po' di teoria riguardo gli intervalli, la costruzione degli accordi e il modo in cui gli accordi sono collegati alle scale, si potranno aprire le porte a una serie completamente nuova di abilità: selezione delle note, armonia, fraseggio, improvvisazione.
La teoria fornisce la road map concettuale per navigare sulla tastiera in modo mirato, fluido e creativo. Conferisce le basi per applicare e contestualizzare gli esercizi fisici che altrimenti sarebbero puramente limitati alla lettura pedissequa delle tablature e allo scimmiottamento di altri chitarristi.
La maggior parte delle lezioni si concentra su una tecnica specifica, quindi è importante che, una volta acquisite alcune abilità, sia possibile legarle tutte insieme. Questo costituisce di per sé un impegno di pratica strumentale che può impegnare per mesi, perché si possono sperimentare diverse combinazioni di tecniche in ogni sessione di pratica.
Ad esempio, supponiamo che si siano acquisite tecniche di base specifiche come hammer-on e bending. Un utile banco di prova ed esercitazione può consistere proprio nel mettere insieme queste due abilità tecniche. Allo stesso modo, si possono aggiungere nuove tecniche man mano che vengono studiate. Da questo punto di vista si può essere creativi quanto a combinazione di tecniche, non ci sono regole.
Non c'è un tempo prestabilito per esercitarsi, ma la pratica regolare è più importante della durata delle singole sessioni individuali. Ad esempio, mezz'ora ogni giorno è, in linea di principio, preferibile a tre ore ogni lunedì e niente in mezzo
La regolarità e la costanza sono gli aspetti fondamentali. Si potrà constatare facilmente che la memoria muscolare e la forza delle dita si svilupperanno molto più rapidamente con brevi sessioni di allenamento regolari rispetto a sessioni di allenamento lunghe ma con ampi intervalli. Anche l’acquisizione degli elementi di teoria sarà più efficace se si studia ogni giorno o a giorni alterni invece di aspettare il fine settimana.
Non è facile trovare il tempo per le attività ricreative di questi tempi - lavoriamo più a lungo, abbiamo impegni familiari, a volte vogliamo solo rilassarci e non fare nulla - ma se si cerca di risparmiare una buona mezz'ora ogni giorno da dedicare allo strumento, si potrà progredire molto più rapidamente.
Come si può facilmente immaginare, prendere semplicemente in mano la chitarra non è sufficiente per chiunque sia seriamente intenzionato a diventare un musicista decente. È utile avere una idea precisa, un piano di studio per così dire, per avere chiaro ciò a cui dedicarsi in maniera esclusiva in ogni sessione.
È importante, ad esempio, concentrarsi su due delle tecniche su cui si è più deboli, magari emerse nelle sessioni precedenti, e resistendo alla tentazione di eludere la difficoltà, ci si potrà assicurare di dare a ogni tecnica un tempo di esercizio adeguato e il raggiungimento di una abilità adeguata.
Molto spesso i rallentamenti nei progressi dello studio strumentale sono il risultato della tendenza a saltare tra diversi elementi di apprendimento senza mai fissare veramente nessuno di essi. Il risultato inevitabile è sentirsi un principiante in tutto (o un "tuttofare") piuttosto che padroneggiare i diversi elementi tecnici.
Alcuni semplici esercizi di allungamento delle articolazioni della durata di soli 10 minuti possono dare alle dita la destrezza di cui si ha bisogno per affrontare un’esecuzione veloce con movimenti/posizioni scomode.
Riscaldandosi è possibile dare a tutto ciò su cui si lavora una giusta possibilità di svilupparsi. Dita fredde e rigide renderanno tutto molto più difficoltoso, il che conduce alla frustrazione e a un falso senso di quanto sia difficile una tecnica o un passaggio. Un consiglio pratico e veloce: in inverno, è utile bagnare le mani in acqua tiepida per alcuni minuti e scaldare le articolazioni. Questo semplice accorgimento è in grado di fare davvero la differenza.
Ci sono una serie di piccoli interventi che è possibile effettuare sulla chitarra per renderla più facile da suonare e quindi dare al proprio modo di suonare nuove possibilità espressive e superare di conseguenza eventuali ostacoli fisici e progredire musicalmente.
Un'altezza della corda più bassa, ad esempio, generalmente renderà la diteggiatura più veloce, poiché non è necessario premere tanto sulla corda.
Un’anima (barra inserita all'interno del manico di strumenti musicali a corde metalliche, atta a contrastare la tensione generata dalle corde stesse e le possibili deformazioni dei legni dovute a cambiamenti di umidità e temperatura) ben bilanciata massimizzerà anche le prestazioni del manico. Non bisogna trascurare neanche che il calibro delle corde avrà un grande impatto su quanto sia facile suonare accordi e scale. I calibri più pesanti saranno più resistenti alle dita rispetto ai calibri più leggeri. Suonare il bending e il legato su una chitarra acustica, ad esempio, richiede più forza delle dita rispetto a una chitarra elettrica.
Ci sono molti video e siti che forniscono utili indicazioni per una messa a punto ideale del proprio strumento. In alternativa, ci si può affidare ad una consulenza professionale e mai soldi saranno spesi meglio se si vuole avere uno strumento che faciliti l’apprendimento.
Ad un certo punto è utile chiedersi se il motivo per cui non si sta progredendo con la chitarra è perché non si sa realmente in che direzione progredire. Sapere cosa si vuole ottenere come chitarrista è importante perché aiuta a dosare e organizzare il tempo da dedicare alla pratica (vedi punto 5). Approfondire questo aspetto consente alla propria mente di iniziare a lavorare sugli obiettivi prefissati in background. Ci si potrà rendere conto dove si vuole essere rispetto agli altri chitarristi, iniziando a domandarsi "come hanno fatto?". La propria mente sarà in grado di condurre alle risposte, oggi anche grazie a Internet, una risorsa ricca e vasta per chiunque abbia domande.
Per chi abbia intrapreso da più di un anno un percorso di studio sulla chitarra, come su un qualsiasi strumento, è estremamente consigliato frequentare altri musicisti, anche se l'intenzione non è quella di formare o unirsi ad una band. Perché? Perché la collaborazione può far nascere nuove idee e ispirare nuove direzioni nel proprio modo di suonare lo strumento. Può essere un utile sprone ad espandere il repertorio e focalizzare il percorso di apprendimento.
A prima vista, questo ultimo punto potrebbe sembrare in contraddizione con quello che evidenziava l’importanza della costanza e della regolarità, ma quando ci si esercita già regolarmente su uno strumento, ad un certo punto si potrebbe avere bisogno di riposo. Una breve pausa può essere, anzi, l’occasione per riprendere in mano successivamente lo strumento con rinnovato vigore ed entusiasmo. Questo rinnovato apprezzamento porta a una rigenerata volontà di imparare e progredire, superando tutti quegli ostali auto-limitanti e auto-costruiti per trarre il massimo dal proprio studio.