In questo articolo approfondiamo la struttura dell’accordo di Re utilizzando una grafica illustrativa, una spiegazione dell’esatta diteggiatura, un link che rimanda ad un audio che consente di ascoltarne l'esecuzione e forniamo, infine, qualche consiglio pratico per il corretto esercizio.
Riprendiamo l’esplorazione degli accordi di chitarra affrontando in questa lezione l’accordo di Re (D nella notazione inglese) suonato nella sua forma canonica, nella forma di Re, in prima posizione. Ricordiamo che si definisce accordo “la combinazione di due o più intervalli armonici ordinati per intervalli di terza, e non solo, dove per combinazione (detta anche sovrapposizione) di due intervalli armonici si intende la loro simultaneità ed il fatto di avere in comune la nota di altezza intermedia tra le rimanenti” (cfr Wikipedia).
In altre parole, si può parlare di accordo quando vengono suonate almeno tre note contemporaneamente (nel caso si suonino due note si deve parlare di bicordo) distanziate invariabilmente da un intervallo di terza (intervallo in musica è la distanza tra due note, nel caso dell’intervallo di terza può esser sia minore, tre semitoni, che maggior quattro semitoni). Si possono avere decine e decine di accordi, che possono essere ricondotti a due grandi famiglie. In termini generali distinguiamo un accordo:
in base al numero di note che lo formano, in questo caso avremo triadi, quadriadi, quintiadi;
in base al modo che può essere maggiore e minore.
Si parla di accordo maggiore (come nel naso dell’accordo di Re che vedremo) se è formato da una terza maggiore più una terza minore. L’accordo è, al contrario, minore se formato da una terza minore più una terza maggiore. Si dice terza maggiore l'intervallo esistente tra due note distanti fra loro 4 semitoni, cioè 2 toni. Una terza minore, invece, è l'intervallo esistente fra due note che consiste in 3 semitoni, ovvero in un tono e mezzo.
Altro spetto caratterizzante dell’accordo enunciato nella definizione è il concetto di simultaneità, i suoni nel caso dell’accordo vanno suonati contemporaneamente a differenza dell’arpeggio nel cui caso le note si suonano in successione.
Considerando quest’ultima caratteristica, si comprende che non tutti gli strumenti sono in grado di produrne perché non tutti sono in grado di emettere più note insieme. Lo strumento principe degli accordi è, come si sa, la chitarra. L’accordo consente a questo strumento di ottenere una sonorità più ricca e armonica.
L’accordo di Re o accordo di Re maggiore è incentrato sulla nota tonica Re. Si tratta di un accordo piuttosto semplice da eseguire con la chitarra ed è formato da tre note che sono Re, Fa#, La. La combinazione esatta di questi tre suoni è data da un Fa#, un La e due Re. La struttura fondamentale di questo accordo è la seguente:
Tonica (Re), Terza maggiore (Fa#), Quinta giusta (La).
Come appena detto e come si può chiaramente osservare nella foto che precede che mette in evidenza l’esatta diteggiatura, si tratta di un accordo di semplice esecuzione. Per suonare l’accordo di Re è sufficiente posizionare l’indice in corrispondenza del secondo tasto a schiacciare la terza corda (Sol), mentre il medio si posiziona sempre al secondo tasto sulla prima corda (Mi cantino) e infine l’anulare in corrispondenza del terzo tasto sulla seconda corda (Si). Mentre la quarta corda, quella del Re, va suonata libera (a vuoto) la quinta (La) e la sesta (Mi) corda non vanno suonate.
Quindi, in base alle indicazioni appena fornite, dopo aver posizionato adeguatamente le dita della mano sinistra sulla tastiera della chitarra, si possono far risuonare le corde con la mano destra imprimendo sulle stesse un colpo deciso dall’alto verso il basso a partire dalla quarta corda in giù. A questo link è possibile ascoltare come deve suonare l’accordo.
Per quanto si tratti di un accordo che non presenta grosse difficoltà, come sempre nella pratica strumentale, anche nell’apprendere l’accordo di Re è necessario un certo esercizio e applicazione facendo attenzione in primo luogo alla corretta collocazione dei polpastrelli delle dita rispetto alle barrette metalliche, freat in inglese, che individuano i tasti della chitarra.
La giusta posizione del dito è subito dietro la barretta evitando sia di esercitare la pressione su di essa con il risultato di ottenere un suono smorzato, sia di tenere il dito eccessivamente distanziato con il rischio in questo caso di ottenere un suono disturbato da uno sgradevole ronzio.
Un altro dettaglio di impostazione che può facilitare l’esercizio sull’accordo è quello di evitare di toccare con il palmo della mano sinistra il manico della chitarra, come bisogna avere l'accortezza di evitare di tenere le dita perpendicolari rispetto alla tastiera preferendo una leggera inclinazione delle medesime.