L'interpretazione musicale: alcuni spunti di riflessione

Dedichiamo una lezione all’approfondimento del significato che si deve attribuire all’interpretazione in musica e alle questioni ad essa sottese. La nostra riflessione prende le mosse da un parallelo  tra musica e linguaggio e tra interpretazione musicale e narrazione.

 

interpretazione musicale

L'interpretazione musicale è, in una parola, narrazione. Come in una storia ci sono personaggi, nella musica troviamo i temi. In una storia c'è sviluppo, nella musica, variazioni su un tema, ornamenti, tensione armonica. In una storia ci sono nuclei narrativi, in musica, sezioni. In una storia classica, l'eroe salva la bella fanciulla e torna a casa vittorioso per vivere, insieme a lei, felici e contenti; in una sonata classica, il tema principale, l'"eroe", per rimanere all’interno della metafora, ritorna nella ricapitolazione e porta trionfalmente il tema secondario contrastante nella tonalità di partenza.

Perché una storia prenda vita, ha bisogno di essere raccontata. Alcune storie sono raccontate da un narratore, mentre altre sono interpretate da attori, ognuno dei quali interpreta un ruolo. Quando interpretiamo un lavoro da solista, siamo come un narratore che racconta la storia. Quando i musicisti suonano insieme, come avviene in un’orchestra, ognuno è simile a un attore sul palco.

 

La musica è una lingua?

Per interpretare la musica abbiamo bisogno di due cose fondamentali. Innanzitutto, dobbiamo parlare il linguaggio musicale. Per raccontare una storia, dobbiamo parlare una lingua e la musica, a suo modo, può essere interpretata come una lingua. A rigore, la musica non soddisferebbe tutti requisiti di lingua intesa nei termini della linguistica, ma, proprio come una lingua è provvista di una grammatica, di inflessione, articolazione, frasi. Ai nostri fini pratici, possiamo considerare l'armonia alla stregua di un linguaggio, con le sue logiche e regole.

Comprendere le regole del linguaggio è un prerequisito per comunicare, ma da sole non bastano. La lingua ha bisogno di essere portata alla vita.

 

Componenti oggettive e soggettive dell'interpretazione

Molte persone presumono che le arti siano del tutto soggettive, ma nei fatti, questa idea costituisce una semplificazione eccessiva. Un'arte come la musica ha aspetti sia oggettivi che soggettivi, e la divisione tra loro non è affatto sempre in bianco e nero. Le regole di composizione e di interpretazione sono verso l'estremità oggettiva dello spettro.

Alcune regole sono scritte in modo esplicito, mentre altre sono implicite. Che siano esplicite o implicite, queste regole sono oggettive di per sé, ma il loro significato è soggettivo. Ad esempio, forte è più forte di piano. Quanto più forte è soggettivo. Allegro è più veloce di adagio. Quanto più veloce è soggettivo.

Un accento significa enfatizzare una nota in modo dinamico. Quanto più forte suoniamo quella nota e come la sottolineiamo sono soggettivi. Ci prendiamo un po' di tempo prima o dopo la nota accentata? Suoniamo dolcemente le note circostanti per focalizzare l'attenzione sulla nota accentata?

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Grammatica musicale

Ci sono anche aspetti dell'esecuzione della musica che formano una sorta di grammatica. Questi in genere non sono annotati: il compositore si aspetta che "parliamo" la lingua e leggiamo tra le righe. Nella musica, alcune note sono naturalmente enfatizzate mentre altre sono più deboli. Alcune note sono collegate ad altre, come le sillabe formano le parole. Bisogna diventare fluenti in questo linguaggio musicale se si vuole che il nostro modo di suonare suoni naturale. Ascoltare musica non è una questione di "va bene qualsiasi cosa", non più di quanto io possa pronunciare qualsiasi parola di questa frase in qualsiasi modo arbitrario.

Nella lingua, le lettere formano sillabe, le sillabe formano parole, le parole formano frasi, le frasi formano periodi, li periodi formano paragrafi e così via. Nella musica, le note formano motivi, i motivi formano idee, le idee formano melodie, le melodie formano frasi, le frasi formano temi, i temi formano gruppi, i gruppi formano sezioni e così via. Come interpreti, è nostro compito cogliere ciò che compone i brani che suoniamo in modo da poter raccontare una storia, spesso senza ausilio di parole, attraverso il solo suono. Chi sono i personaggi principali? Quali sono i temi principali? Abbiamo anche bisogno di sapere a che punto siamo nella struttura del pezzo in modo da poter costruire il dramma fino al culmine e risolvere la tensione armonica e ritmica in un epilogo musicale.

 

Stile

La seconda cosa fondamentale di si ha bisogno per interpretare la musica è la comprensione dello stile. Quando è stata scritta la musica? Quali erano le pratiche di performance della giornata? Quanto è veloce "allegro"? Per quale strumento è stato scritto? Come suonavano in quel momento, e cosa potrebbe implicare per la nostra performance su uno strumento moderno?

Ad esempio, Bach vide e lodò i primi pianoforti di Gottfried Silbermann (dopo aver criticato i suoi tentativi iniziali), sebbene Bach non componesse musica per pianoforte, ma, piuttosto, per clavicembalo, clavicordo e organo. I primi pianoforti, del resto, non avevano pedali. Alcuni interpreti moderni, come Andràs Schiff, ritengono che non si dovrebbe mai usare il pedale del forte quando si esegue Bach, mentre altri, come Daniel Barenboim, preferiscono utilizzare le risorse sonore dello strumento moderno. In merito a questa questione esiste effettivamente una risposta oggettiva, ovvero quando scriveva Bach non aveva un pedale, ma soggettivamente può essere legittimo scegliere di usarlo. Questa è una decisione estetica.

Alcuni interpreti insistono sul fatto che la musica storica dovrebbe essere eseguita solo sugli strumenti originali per i quali è stata scritta. Anche questa rappresenta una decisione estetica, e chiaramente ha un suo fondamento, dal momento che il compositore difficilmente avrebbe potuto immaginare il suono degli strumenti moderni, sebbene rappresenti, per certi aspetti, una scelta molto limitante. Dovremmo davvero controllare quali strumenti sono "autorizzati" a suonare quale musica? Questo è il corrispettivo delle interpretazioni storiche delle opere di Shakespeare che tentano di ricreare la pronuncia e gli accenti originali dell'inglese elisabettiano. Altri registi teatrali modernizzano Shakespeare e alcuni addirittura lo usano come base per opere completamente nuove. West Side Story di Bernstein, che riprende Romeo e Giulietta come sua ispirazione, è un esempio di un'opera musicale e letteraria originale.

Alla fine, si tratta di scelte interpretative. Gli artisti creativi coltivano l'ambiguità: un'opera d'arte si presta all'interpretazione. Quanti film suscitano dibattito perché lasciano aperte questioni importanti?

Questo aspetto lascia sempre aperta la problematicità del testo, quello che si si dovrebbe sforzare di realizzare, anche in musica, è rispettare in modo onesto le intenzioni dell'artista e fare del proprio meglio per realizzarle, consapevoli che ciò lascia comunque molto spazio alla creatività.

Questa, quindi, è l'essenza dell'interpretazione della musica. Imparare la grammatica di base, il linguaggio della musica, quindi cercare di coglierne lo stile. C'è spazio praticamente illimitato per l'espressione individuale all'interno del linguaggio e dello stile musicale, e anche molte domande aperte.

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