In questa lezione di teoria affrontiamo il tritono, un intervallo di tre toni interi dalla particolare sonorità dissonante che si meritò la definizione di diabolus in musica da parte dei trattatisti medievali.
Un tritono è un intervallo di tre toni o sei semitoni, che suona particolarmente dissonante. Può essere espresso come intervallo di quarta aumentata o di quinta diminuita, a seconda del contesto.
Il tritono è qualcosa di così disarmonico da essere stato considerato dagli ecclesiastici del Medioevo opera del diavolo e guadagnarsi la nomea di accordo del Male. Per ragioni tecniche, legate alla percezione delle ottave e delle mezze ottave da parte dell’orecchio umano, crea una vera illusione sonora, quello che Diana Deutsch, forse la maggiore ricercatrice della psicologia musicale, ha definito “il paradosso del tritono”. Queste note, insomma, “ingannano” la percezione umana. Fu probabilmente proprio questo suono confondente, che spinse il monaco cristiano e teorico della musica Guido d’Arezzo a giudicare questo intervallo in tre toni un’eresia. A lui, infatti, è attribuita la frase “mi contra fa est diabolus in musica”, che ha dato vita al mito del tritono. Da lì nacquero leggende che lo vedevano come un mezzo per evocare Satana al pari di un sabba di streghe. D’altronde se la musica fosse venuta da dio, quel suono avrebbe dovuto per forza puzzare di zolfo perché non possedeva nulla di celestiale.
Per suonare un tritono su una tastiera di pianoforte si dovrà, ad esempio, suonare un Fa seguito da un Si.
Come si può vedere nell’illustrazione in alto, tra il Fa e il Si esiste un intervallo di tre toni interi. Questo intervallo è una quarta aumentata (è una quarta perché ci sono quattro posizioni del pentagramma tra le due note – Fa, Sol, La, Si).
Se si invertono le note e si suona un Si seguito dal Fa sopra di esso, anche in questo caso avremo un intervallo di tre toni e quindi è di nuovo un tritono. Questo intervallo è detto di quinta diminuita (è una quinta perché ci sono cinque posizioni del pentagramma tra le due note Si, Do, Re, Mi, Fa).
I tritoni creano dissonanze nella musica e quindi sono uno strumento di grande forza espressiva, molto usato dai compositori in età romantica, ad esempio. Viste le sue caratteristiche, non sorprende che sia stato spesso per rappresentare i temi del male e della disperazione. Ecco alcuni esempi del suo utilizzo:
Dopo una lettura di Dante: Fantasia quasi Sonata di Franz Liszt è un esempio molto famoso. Liszt usa il tritono nel tema di apertura, per evocare immagini di inferno e tormento.
Il poema sinfonico Danse Macabre di Camille Saint-Saens è un altro esempio delle immagini inquietanti e delle emozioni che l'intervallo può evocare. In questo pezzo, i penetranti tritoni suonati dai violini aggiungono un tocco terrificante alla musica.
Il pezzo inizia con una musica tranquilla e delicata sugli archi prima che l'umore venga improvvisamente disturbato: è possibile avvertire distintamente questo cambiamento 23 secondi dopo l'inizio dell’esibizione della Netherlands Symphony Orchestra nel video che segue:
Tuttavia, non tutti i compositori hanno utilizzato l'intervallo per evocare angoscia e sentimenti negativi. Perde del tutto questi connotati, ad esempio, in composizioni come la romantica Maria di West Side Story di Leonard Bernstein e il brano psichedelico Purple Haze di Jimi Hendrix: