Dedichiamo un breve approfondimento al cromatismo, che è il procedimento basato sull'uso di semitoni estranei alla scala diatonica, ottenuti per mezzo dell'alterazione dei suoni naturali, diesi e bemolle, di tale scala.
Il cromatismo rappresenta un procedimento già praticato nella musica occidentale del ‘300 e poi nel sistema tonale, consistente nell’alterare di un semitono discendente o ascendente una o più note di una scala diatonica data, maggiore o minore. Tale alterazione, detta appunto cromatismo, avviene impiegando gli appositi segni del diesis (#, che eleva di u semitono la nota cui si riferisce), del bemolle (♭, che l’abbassa di un semitono) e del bequadro (♮, che annulla qualsiasi segno di alterazione riferito alla nota e pertanto la innalza o la abbassa di un semitono a seconda che annulli un diesis o un bemolle).
Il cromatismo può presentarsi sia in senso verticale che in senso orizzontale nella melodia, ed è usato a fini espressivi e in particolare, nel sistema tonale, per modulare, cioè per passare da una modalità all’altra. La scala cromatica si ottiene inserendo tra le note di una scala diatonica le opportune note alterate, con le quali si ottengono in successione tutti i suoni esistenti del sistema musicale basato sul temperamento equabile: Do (Do# ossia Re♭) – Re (Re# o Mi♭) – Mi – Fa (Fa# o Sol♭) – Sol (Sol# o La♭) – La (La# o Si♭) – Si.
L’esigenza di modificare l’altezza dei suoni di un sistema musicale determinato fu sentita fin dall’antichità greca; il cromatismo passò poi al canto gregoriano (in misura peraltro limitata alla sola bemollizzazione del Si) nonché alla musica polifonica, diventando presto un elemento di scrittura di grande importanza per l’intrinseca tensione espressiva. Con Gesualdo e Monteverdi il cromatismo aveva già raggiunto una intensità pari a quella che si ritroverà nei musicisti del tardo romanticismo, Lizst, Wagner, e Strauss in particolare, nonché negli esponenti della libera atonalità. Con il sistema dodecafonico la base del sistema musicale diviene la scala cromatica in cui tutte le note sono equiparate; annullata così ogni distinzione fra nota non alterata e nota alterata, su cui si basava, il cromatismo perde la sua funzione. Nella terminologia del metodo dodecafonico viene chiamato totale cromatico l’intera gamma cromatica temperata di dodici note.