Nel sistema ritmico utilizzato nella musica occidentale, i gruppi irregolari sono un gruppo di note che non rispettano la naturale suddivisione ritmica del brano musicale. In questa lezione ne approfondiamo il significato e vediamo quali sono le principali figure ritmiche che rientrano in questa definizione.
Definiamo in generale i gruppi irregolari come gruppi di note che per la loro formazione sono in contrasto con la misura stabilita, vale a dire, non rispettano la divisione regolare dei valori musicali presenti nella scansione ritmica. Sostanzialmente si tratta di insiemi di note che presentano un ritmo ternario all’interno di uno binario o viceversa. In notazione vengono individuati da un numero che indica le note che costituiscono il gruppo a cui a volte si aggiunge anche una legatura che lega, per l’appunto, le note che costituiscono la figura ritmica irregolare.
Le duine e le quartine sono regolari nei tempi semplici ed irregolari nei tempi composti, mentre le terzine e le sestine sono regolari nei tempi composti ed irregolari nei tempi semplici. Tutti gli altri gruppi sono irregolari in entrambi i casi. In generale la terzina e la sestina sono gruppi irregolari in eccesso considerando la suddivisione regolare del battito di riferimento; la duina e la quartina sono gruppi irregolari in difetto, se si considera la divisione regolare del tempo di riferimento.
I gruppi irregolari possono contenere pause, punti di valore e possono scomporsi ritmicamente.
La duina è una formazione ritmica presente nei tempi composti e nelle misure ternarie all’interno del quale crea un ritmo binario. Viene interpretata come una frazione 2:3, cioè due note che devono occupare lo spazio di tre. Si indica con il numero 2 collocato sopra o sotto il gruppo di note in questione.
La terzina è un gruppo cui si fa ricorso all’interno dei tempi semplici per creare un tempo composto. Abitualmente è in eccesso, in quanto deriva da un gruppo di due note, ma può trovarsi indicata anche per difetto come derivante da un gruppo di quattro. Viene interpretata con la frazione 3:2, nella pratica significa che l'esecutore suona tre note nel tempo in cui ne dovrebbero essere suonate due. Nel caso della terzina l'accento cade sulla prima delle tre note. Viene indicata dal numero 3 posta sopra o sotto le note sovrabbondanti.
La quartina è una figura ritmica utilizzata nei tempi composti basata sulla suddivisione di durata in quattro parti uguali in un contesto musicale di suddivisione ternaria, mantenendosi uguale l’unità di riferimento. Viene interpretata con la frazione 4:3, vale a dire come quattro note che devono occupare lo spazio di tre. Può derivare per eccesso da un gruppo di tre note oppure per difetto da un gruppo di sei. Si indica con il numero 4 collocato sopra o sotto il gruppo ritmico stesso.
La quintina è un gruppo irregolare basato sulla suddivisione di un valore di durata in cinque parti uguali, che compare in un contesto musicale in suddivisione binaria o ternaria mantenendosi uguale l’unità di riferimento. Deriva per eccesso da un gruppo di quattro nei tempi semplici; nei tempi composti e nelle misure ternarie deriva per difetto da un gruppo di sei o per eccesso da uno di tre. È raro trovare una quintina che corrisponda, nei tempi semplici, ad un gruppo di otto. Reca l’accento forte sulla prima nota tutti gli altri sono deboli. Si indica con il numero 5 collocato sopra o sotto il gruppo ritmico interessato.
La sestina è un gruppo di sei note della medesima durata, la cui somma equivale all’unità di tempo assunta nella misura della composizione. Viene utilizzata nei tempi semplici per creare un tempo composto e viene interpretata attraverso la frazione 6:2, cioè sei note che devono stare nello spazio di due. Deriva per eccesso da un gruppo di quattro e raramente da uno di otto. L'accentuazione regolare della sestina è binaria, cioè con tre accenti che cadono sulla prima nota (accento forte o primario), sulla terza e sulla quinta (questi ultimi due sono detti accenti deboli o secondari proprio perché di intensità minore), tuttavia la sestina può presentarsi anche come doppia terzina ed ha due soli accenti: il primo sulla prima nota e il secondo sulla quarta. Nella notazione corrente può essere riportata sia unendo con un unico tratto tutto il gruppo di note e segnandovi sopra la cifra 6, sia mettendovi in evidenza la suddivisione interna in tre sottogruppi di due note o in due sottogruppi di tre note a secondo dell’accentazione.