Molti studenti di musica tendono a sottovalutare l’importanza dell’ear training, l’allenamento delle abilità uditive, che è un tassello basilare della formazione musicale. Non ha senso, infatti, esercitare le abilità manuali e tecniche relative allo strumento quando non si è in grado di comprendere la struttura e il senso di quello che si esegue.
L'ear training, l’allenamento delle abilità uditive, è un'attività con cui i musicisti imparano a identificare, solo ascoltando, toni, intervalli, melodia, accordi, ritmi e altri elementi di base della musica. L'ear training è, in genere, una componente dell'allenamento musicale formale ed è un'abilità fondamentale ed essenziale richiesta ad ogni buon musicista. Attraverso l’ear training, infatti, il musicista affina le sue capacità di ascolto e di comprensione dei nessi tra i segni del linguaggio musicale e la loro traduzione in musica e quindi, diventa in grado di capire ciò che esegue e cogliere e anticipare il senso delle strutture musicali.
La finalità dell’ear training è quella di sviluppare al massimo grado le capacità di orecchio attraverso specifici esercizi che completano il profilo formativo del musicista conferendogli specifiche competenze come accordare a orecchio il proprio strumento, migliorare le sue capacità ritmiche, acquisire musicalità, essere in grado di interagire con altri musicisti, trascrivere melodie ascoltate, e ad un livello ancora più avanzato, comporre musica.
La capacità richiesta ad un musicista di riconoscere le note ascoltate quanto più velocemente possibile necessita di allenamento ed esercizio costante anche se si possono sempre avere diversi gradi di abilità variabili da persona a persona. Alcuni sono in grado di effettuare la decodifica delle note più velocemente altri meno, alcuni riescono a trascrivere le singole note, altri gli accordi senza neanche servirsi dell’ausilio dello strumento dopo aver ascoltato una melodia, altri ancora sono in grado di scrivere direttamente la musica senza passaggi intermedi, traducendo l’idea musicale in note scritte.
È sempre opportuno darsi una scaletta di lavoro seguendo un ordine preciso che permetta di acquisire gradualmente competenze e dimestichezza con l’ascolto musicale. Molto utile, da questo punto vista la progressione suggerita da Luca Cicolin che riporta il seguente ordine di esercitazione:
Altezza delle note: Individuare a orecchio note più gravi o più acute, moti ascendenti o discendenti.
Trovare singole note sullo strumento: Esercitarsi nel trovare a orecchio note sulla tastiera della chitarra.
Trovare melodie: Ricostruire semplici melodie sulla chitarra (es. fra martino, jingle bells, ecc)
Scala maggiore: saper cantare e riconoscere una scala maggiore e i suoi gradi.
Accordi, triadi: distinguere dapprima accordi maggiori da accordi minori, poi settime e altre costruzioni.
Prime cadenze: saper riconoscere semplici strutture armoniche, ad esempio risoluzione da accordo di dominante a tonica. Da qui in avanti serve il supporto di conoscenze teoriche parallele al lavoro di orecchio.
Analisi armonche: riconoscere a orecchio qualsiasi tipo di struttura armonica anche complessa.
Il canto è un grande alleato per allenare l’orecchio musicale. Un primo esercizio base può essere proprio quello di accompagnare cantando le note di una scala maggiore eseguite con uno strumento cercando di anticipare con la voce la nota.
Un altro esercizio di ear training può consistere nel suonare con lo strumento la nota che si canta. Questo compito implica un duplice esercizio: il riconoscimento della nota vocale e la sua riproduzione esatta sullo strumento. Partendo dal riconoscimento della singola nota con l’esercizio si può aumentare la complessità del compito fino al riconoscimento di intere melodie più o meno elaborate.
Altri esercizi di ear training sono quelli sul riconoscimento degli intervalli. Anche qui si può utilizzare il canto per eseguire con il nome delle note tutti i tipi di intervalli ascendenti e discendenti. Si parte con tutti gli intervalli di terza, quarta, quinta e così via. Attraverso questo esercizio l’orecchio ha modo di familiarizzare con gli intervalli, riconoscerli e soprattutto comprenderne qualità sonora e caratteristiche e distanze tra suoni identificandoli in base a questa relazione.
Un ulteriore esercizio di ear training sugli intervalli è quello di cantarli a partire da una nota fondamentale, attraverso questo allenamento si incomincia a mettere in relazione ogni nota di un’ottava con un suono fondamentale che attraverso l’esercizio si imprime inconsciamente.
Naturalmente quelli citati sono solo esercizi a titolo esemplificativo, poiché è importante seguire un percorso strutturato di ear training meglio se accompagnati da un insegnante che, però, è bene verificare che abbia specifiche competenze didattiche in materia. Molto utili anche i programmi reperibili online anche gratuitamente tra questi citiamo:
EarMaster Pro 5.0
Functional Ear Trainer 1.1
Personal Ear Trainer (PET) 1.10
Gnu Solfege
Per quanto trascurato da molti, è bene ribadire, che l’ear training è di basilare importanza per compiere un salto di qualità nella formazione musicale cambiando radicalmente la capacità di ascoltare e interpretare la musica, rendendo intellegibile le strutture armoniche e emancipando dall’approccio limitante della semplice e meccanica esecuzione a memoria degli accordi.