Ogni composizione musicale ha una sua precisa struttura che si esprime in una altrettanto precisa metrica o forma musicale. La battuta musicale stabilisce una specifica struttura metrica, o per meglio dire, ritmica attraverso la definizione di uno schema degli accenti fornendo dei chiari riferimenti all’interni del brano.
Si definisce battuta musicale la misura con cui vengono successivamente suddivisi i valori di durata (note e pause) nella pratica e nella notazione musicale corrente. Può dirsi anche, per l’appunto, misura. Può essere binaria o ternaria a seconda che contenga due o tre valori assunti come unità di base ( ad esempio è binaria la battuta di due quarti avendo assunto a unità di base il quarto, ed è ternaria quella in tre ottavi avendo assunto a unità di base l’ottavo); può essere semplice o composta a seconda che l’unità di base sia assunta di per sé (come nei precedenti esempi) oppure quale multipla di una sua suddivisione (per esempio una battuta in quattro quarti vale una battuta binaria dove ciascun tempo è composto da due quarti; una battuta in nove ottavi vale una battuta ternaria dove ciascun tempo è composto di tre ottavi). Di uso assai più raro sono le battute in cinque e sette tempi.
La battuta si esprime con una frazione, nella quale il numeratore indica quante volte deve essere contenuto il valore al denominatore (ad esempio una battuta in 4/4 deve contenere quattro quarti; una battuta in 12/8 deve contenere dodici ottavi e così via). All’inizio di ogni battuta c’è sempre il cosiddetto battere, ovvero l’accento.
Graficamente la battuta viene indica da un tratto che taglia perpendicolarmente il pentagramma, detto barra o stanghetta e viene indicata con la frazione che, scritta davanti ad una prima battuta, vale per tutte le successive fintanto che la misura si mantiene la stessa. Il segno grafico della stanghetta può essere riportato all’interno del pentagramma in diversi modi. La stanghetta singola indica la battuta nomale, la stanghetta doppia la fine di un periodo musicale, la stanghetta doppia con la seconda scritta in grassetto sta ad indicare la conclusione di un brano, se quest’ultimo segno grafico, infine, è preceduto da due puntini collocati nel secondo e terzo spazio siamo in presenza di un segno di ritornello, e individua la necessità di ritornare all’inizio del brano o nel caso di un brano più lungo all’inizio di altri due puntini .
Nella pratica del solfeggio e direttoriale la battuta viene accennata con adeguati movimenti di braccio e di mano, con o senza bacchetta. Storicamente la pratica della battuta si affermò a partire dal xv secolo.
La funzione fondamentale della battuta musicale è quella di dare uno schema ordinativo degli accenti che offra un punto di riferimento all’interno del brano.
Molto utile ed efficace anche per illustrare la funzione e il significato della battuta musicale il parallelo con la poesia. “Un brano musicale è simile a una poesia, con una struttura in sezioni (strofe nella poesia), in frasi (versi in poesia) e in inflessioni (arsi e tesi nel piede poetico) che in musica coincidono con i levare e i battere. I versi poetici assumono una loro musicalità grazie alla ritmicità delle sillabe che li compongono. Per questo ci sono versi settenari, ottonari e via dicendo. In musica l'equivalente dei versi è costituito dalle battute e la loro struttura costituisce la struttura ritmica del brano musicale.” (Cfr gremus.it).
Proprio come in poesia il ritmo della composizione è stabilito dal verso, così in musica la battura definisce il ritmo dell’intero brano costruendone anche il senso musicale. Un brano costruito su battute da 3/ 4 può essere un minuetto, un valzer o uno scherzo ad esempio.
Il ritmo 4/4 caratterizza i tanghi, un ritmo binario come quello di 2/4 è utilizzato per le marce.
Una battuta individua un esatto e regolare insieme di valori di tempo musicali.