Il ritmo è uno degli elementi costitutivi della musica ed è essenziale comprendere come esso sia realmente strutturato. Alla sua base troviamo le nozioni di battere e levare di cui in questa lezione forniamo le relative definizioni e un approfondimento teorico per chiarirne il senso e l'importanza all'interno del discorso musicale.
Partiamo, come d’abitudine, con due definizioni generali dei termini oggetto della nostra lezione, ovvero battere e levare.
Definiamo battere il tempo forte di una misura uniforme contrapposto al tempo debole chiamato levare.
Allo stesso modo, possiamo definire il levare come il movimento che precede o anticipa il battere e che coincide con il tempo debole. Esso è indicato da un movimento ascendente della mano o della bacchetta.
Come più volte osservato, la musica è indissolubilmente legata al tempo, non solo inteso come durata, ma anche come fattore organizzativo del materiale musicale. In questo senso, battere e levare sono concetti costitutivi della grammatica musicale e sono in relazione ai tempi musicali e al ritmo e in modo specifico alla pulsazione, in particolare alla pulsazione intesa come una successione costante di suoni uguali (detti anche battiti, movimenti, tempi) e con andamento regolare. Essa può avere accenti più o meno marcati, può rallentare o accelerare, ma deve mantenere una sensazione di regolarità e rappresenta il vero e proprio cuore della musica.
Si può avere una semplificazione alla portata di tutti della pulsazione in musica pensando al ticchettare di un orologio o, per avere un immagine ancora più precisa, allo scandire del tempo dato dal pendolo del metronomo.
Battere e levare esprimono due proprietà fondamentali contenute nel concetto di pulsazione e che possono essere rese, a loro volta, immediatamente evidenti pensando al funzionamento di un tamburo, a proposito del quale distinguiamo due momenti differenti: la fase di tensione che segna il momento di espressione massima di energia e si ha quando la bacchetta percuote la pelle dello strumento e la fase di rilassamento che si ha quando la bacchetta torna su in maniera quasi automatica.
Come si intuisce, la fase di tensione è detta, per l’appunto, battere e quella di rilassamento levare. La singola pulsazione è data dunque dall’alternarsi regolare dei due momenti appena descritti tensione (battere) e rilassamento (levare).
Parlando di pulsazioni si possono, inoltre, distinguere due categorie fondamentali: le pulsazioni binarie e le pulsazioni ternarie.
Quando si parla di pulsazioni binarie si devono intendere due movimenti per ogni accento e l’alternarsi di un battere e un levare (battere - levare).
Nel caso di pulsazioni ternarie, invece, occorre considerare tre movimenti per ogni accento e l’alternarsi di un battere e due levare (battere – levare - levare).
Bisogna specificare che la pulsazione non individua una figura musicale definita come può essere, ad esempio 1/4, ma ha una durata che varia in base alla suddivisione che si assume all’interno della battuta. Stili come il rap, la bossa nova, il rock, il samba presentano una battuta è divisa in ottavi, ad esempio.
La pulsazione rimanda ad un altro concetto strettamente ad essa legato e connesso anche a quelli di battere e levare: l’accento.
Come la pulsazione è la particella ritmica elementare, l’accento è la particella che contiene al suo interno la pulsazione. All'interno di una battuta distinguiamo due tipi di accenti: accenti primari, ed accenti secondari.
Gli accenti primari non sono altro che quegli accenti che cadono sul movimento e nel caso di un tempo di 4/4 avremo il primo movimento che è in battere, cioè quello che ci fa distinguere il tempo vero e proprio, il secondo il terzo ed il quarto in levare. Se si devono considerare gli accenti forti, il primo accento è sempre forte, il secondo ed il quarto sono accenti deboli, mentre il terzo viene definito accento mezzo-forte. Tutta la musica si basa sulla caduta dell'accento forte, ovvero sempre ed esclusivamente il primo: cioè se questo cade ogni 4, si avrà un tempo con quattro accenti, se cade ogni 3 si avrà un tempo con tre accenti (tipico ad esempio del walzer).
Gli accenti secondari invece sono quegli accenti che cadono all'interno di un accento tipico primario, ovvero suddividono ulteriormente un accento primario.
Questi accenti possono essere di due tipi: binari e ternari.
Nel caso di un tempo 4/4, gli accenti secondari sono binari, ovvero la suddivisione ritmica di ogni accento primario è di due. In altri casi, si possono avere accenti secondari non più binari ma ternari, il che comporta un calcolo del tempo differente. Ad esempio, un tempo con quattro accenti primari che hanno suddivisione non più in 2, ma in 3 viene scritto in questo modo 12/8. Come si può notare la frazione per segnare il tempo cambia completamente perché in questo caso si passa ad una divisione ritmica che viene chiamata composta.
Conoscere il battere e il levare, oltre ad essere basilare per il classico studio di solfeggio, può costituire un aiuto per definire gli accenti che caratterizzano i diversi stili nei diversi linguaggi musicali.