I trenta anni di “Almeno tu nell’universo”

I trenta anni di “Almeno tu nell’universo”

Era il 22 febbraio del 1989 quando un’artista segnata dalla sofferenza e da un vicenda assurda e crudele sale, quasi in punta di piedi, sul palco dell’Ariston durante la trentanovesima edizione di Sanremo e intona le prime strofe di una canzone che recita: Sai, la gente è strana/prima si odia e poi si ama/cambia idea improvvisamente.

La cantante sembra esitare per qualche secondo ma subito si riprende tornando nel ritmo e prosegue: Prima la verità poi mentirà lui/Senza serietà/Come fosse niente.

Il suo corpo ondeggia al suono della musica, quasi a scacciare fisicamente i propri demoni, la sua interpretazione diventa sempre più intensa e decisa.Come un magnete il metallo, la verità di quella voce attrae in maniera irresistibile il pubblico. Su quel palco, quella straordinaria interprete sembra riprendere in mano la sua vita, esibire con furore la voglia di esserci e esprimersi attraverso la sua arte inimitabile.

La lirica, con il suo andamento anaforico, riprende: Sai, la gente è matta/Forse è troppo insoddisfatta/Segue il mondo ciecamente/Quando la moda cambia/lei pure cambia/continuamente, scioccamente.

Si arriva, così, all’apertura del ritornello che appare una struggente e liberatoria invocazione d’amore: Tu, tu che sei diverso/Almeno tu nell’universo.

“È l’apoteosi, l’Italia ha assistito in diretta a un miracolo, i versi del ritornello sembra che li stia dedicando al pubblico, per non essere mai più tradita” scrive Castaldo, e, davvero, su quel palco, quel giorno di trenta anni fa, Mia Martini ha scritto una delle pagine più belle e memorabili della musica leggera italiana, regalandoci una canzone che è entrata nella memoria collettiva.

Il brano era stato scritto nel 1972 da Maurizio Fabrizio (musica) e Bruno Lauzi (testo), depositato alla SIAE solo nel 1979e cantato in pubblico dieci anni dopo, interpretato da una delle voci più importanti della musica italiana contemporanea, quella Mia Martini che in questi giorni è tornata all’attenzione del grande pubblico grazie alla fiction di successo "Io sono Mia", dove l'artista è interpretata dall'attrice Serena Rossi.

In una intervista la Martini descrisse efficacemente il momento in cui arrivava la sua partecipazione a Sanremo: “La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C'era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch'io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all'assurdo, per cui decisi di ritirarmi”

Proprio questo vissuto e l’intensità e la straordinaria capacità interpretativa dell’artista calabrese hanno conferito a questo brano una tensione emotiva vivida che si risveglia intatta ad ogni nuovo ascolto. Oggi, a distanza di trenta anni, quella canzone ci parla ancora della forza e del coraggio di una donna dal talento immenso e di immensa fragilità cui il successo era stato strappato di mano con violenza e assurda noncuranza. Grazie aquel brano, quella donna fragile è stata capace di riconquistare quel successo e riaffermare, ancora una volta, con commovente fermezza la sua libertà, il suo essere artista vera e profonda.

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