È idea diffusa che un inizio precoce nello studio sia un fattore determinante per sviluppare spiccate doti musicali. Una interessante ricerca, pubblicata di recente sulla rivista Psychological Science, approfondisce i termini della questione svelando l’importanza decisiva di fattori genetici e ambientali.
Esiste un’età ideale in cui iniziare a praticare musica e che possa assicurare lo sviluppo di spiccate abilità musicali? In altre parole, c'è, come alcuni hanno suggerito, un periodo di sviluppo precoce nella vita in cui il cervello è particolarmente ricettivo all'addestramento musicale? La risposta, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science, risulta essere molto più articolata e prevede la considerazione di altri fattori che possono essere più incisivi e influenzare la stessa scelta precoce.
"È un'osservazione comune che i musicisti di successo spesso iniziano presto la loro formazione musicale", ha affermato Laura Wesseldijk, ricercatrice presso il Karolinska Institute in Svezia e prima autrice dell'articolo. "Una spiegazione molto discussa è che potrebbe esserci un periodo nella prima infanzia durante il quale il cervello è particolarmente ricettivo alla stimolazione musicale. Abbiamo scoperto, tuttavia, che la spiegazione del motivo per cui un inizio precoce è importante può essere più complicata e interessante di quanto si credesse in precedenza".
Sebbene il nuovo studio supporti l'idea che un inizio precoce sia associato a livelli più elevati di abilità e risultati musicali in età adulta, le ragioni alla base di ciò potrebbero avere più a che fare con influenze familiari, come fattori genetici e un ambiente familiare musicale incoraggiante, insieme alla constatazione semplice e per certi versi ovvia che, iniziando presto a studiare uno strumento, si può materialmente accumulare più tempo totale di pratica rispetto a coloro che iniziano in una fase più tarda della loro vita.
Per districare questi effetti, Wesseldijk e i suoi colleghi hanno reclutato 310 musicisti professionisti da varie istituzioni musicali svedesi, come orchestre e scuole di musica. I ricercatori hanno anche utilizzato i dati di un progetto di ricerca esistente, lo Study of Twin Adults: Genes and Environment (STAGE). I partecipanti di entrambi gli studi sono stati testati sull'attitudine e il rendimento musicale. Hanno anche risposto a una serie di domande che hanno misurato la frequenza con cui si esercitavano e l'età di inizio della formazione musicale. I dati dello studio STAGE hanno anche fornito informazioni genetiche sui suoi partecipanti.
Confrontando i risultati di questi due studi indipendenti, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che un'età iniziale precoce è associata all'attitudine musicale, sia nei musicisti dilettanti che nei musicisti professionisti, anche dopo aver considerato il tempo di pratica accumulato. Hanno quindi valutato l'età di inizio in un modo che tenesse conto dei dati genetici dello studio STAGE.
I risultati hanno rivelato che i fattori genetici individuali, possibilmente legati all'interesse musicale e al talento, hanno un'influenza sostanziale sull'età in cui gli individui iniziano la pratica musicale e sulla loro futura attitudine. Valutando anche i fattori familiari, vale a dire le influenze genetiche e ambientali condivise, come un ambiente domestico ricco di musica e stimoli ad essa legati, si è potuto stabilire che l’associazione tra un'età di inizio precoce e la capacità musicale non costituisce di per sé un fattore determinante.
Una possibile spiegazione di questi risultati potrebbe essere che i bambini che mostrano più talento in un campo particolare, come la musica, sono incoraggiati a iniziare a praticarlo prima. Un'altra possibilità è che una famiglia musicalmente attiva, interessata e di talento fornisca un ambiente musicalmente stimolante, trasmettendo anche le sue predisposizioni genetiche e l’interesse che spinge il bambino a dedicarsi alla musica.