Un concerto globale, note di speranza per il mondo

See Me: A Global Concert è il risultato straordinario di una collaborazione internazionale tra centinaia di musicisti, artisti e team cinematografici che hanno fatto un atto di fede, nel mezzo della pandemia, per creare insieme, in tutto il mondo, una bellissima produzione musicale di 23 minuti con spirito di fiducia, condivisione e speranza.

 

See Me: A Global Concert

È stata inaugurata lo scorso 25 gennaio un’inedita edizione da remoto del World Economic Forum, l’organizzazione internazionale non governativa per la cooperazione tra pubblico e privato che dal 1970 riunisce sulle Alpi svizzere presidenti, capi di stato, economisti, imprenditori, accademici, personaggi del mondo della spettacolo e dello sport.

L’apertura dei lavori è stata preceduta dalla trasmissione in streaming del cortometraggio See Me: A Global Concert, un film musicale originale di 23 minuti, che intreccia la musica e le culture di orchestre e cori di tutto il mondo in un concerto collaborativo. Un incantevole percorso tra visioni e musiche da Afghanistan, Austria, Brasile, Cina, Italia, Sud Africa e Stati Uniti, che fotografa un momento travagliato della storia umana globale, affermando nel contempo il potere della condivisione e soprattutto della bellezza e della musica.

Ideato dal direttore Marin Alsop e dal World Economic Forum, il film spazia dall'individuo al globale. Come dice Alsop, “è un viaggio, da una voce che suona l'assolo di Bach, a molte voci che cantano un nuovo pezzo di Reena Esmail, a centinaia di voci che celebrano il nostro bellissimo pianeta nella Sinfonia Pastorale di Beethoven. È un viaggio che speriamo porti conforto, gioia e, soprattutto, speranza”.

Giovani musicisti di orchestre e cori di Pechino, Drakensberg, Firenze, Kabul, Filadelfia, San Paolo e Vienna si esibiscono insieme al famoso violoncellista Yo-Yo Ma, la cui splendida performance apre il film.

All’inizio delle riprese, si vede il grande violoncellista, in gilet casual e scarpe da ginnastica con in spalla il suo strumento, camminare solitario sulla distesa di sabbia, in una giornata grigia e con poco sole con il sottofondo accennato del verso dei gabbiani e dello sciabordio delle onde. Poi, seduto accanto alla custodia vuota del suo violoncello, inizia a tessere la magia delle note e l’aria si riempie della bellezza trascendentale unita ad un’incantevole semplicità del Preludio della Suite n. 2 in Re minore per violoncello solo di Johann Sebastian Bach.

 

Il movimento scelto da Yo-Yo Ma per l'occasione parte con un lento arpeggio ascendente. La musica nel suo sviluppo continua a spingersi sempre più in alto, prima di profondersi in un flusso di semicrome. Le riprese aeree mostrano Yo-Yo Ma come un piccolo uomo solitario abbracciato al suo violoncello di fronte alla distesa sconfinata del mare e circondato dalle ampie distese di sabbia di Crane Beach negli Stati Uniti. L'atmosfera di intima riflessione di questo bellissimo preludio di Bach e la semplicità cruda di questo video risuonano profondamente.

Spogliata di oggetti di scena, un palcoscenico e persino un luogo, la performance ci mostra come a volte una semplice esibizione musicale può restituirci l’immagine esatta di un tempo, di un mondo, bisognosi di bellezza.Nella sua esibizione di fronte ad mare invernale, Yo-Yo Ma sembra letteralmente suonare musica contro le onde minacciose dell’incertezza, dell’ansia e del dolore che tutti noi stiamo sperimentando in questo travagliato tempo che ci è stato dato di vivere.

Ma anche all'interno di questo tempo in cui ci ritroviamo come gettati su una spiaggia solitaria e plumbea ad affrontare l’inverno, la musica di Bach accende quell’intrepida e apparentemente fragile luce di bellezza che scalda e cura l’anima e risveglia la speranza. Una luce che è come una transitoria ma tenace traccia umana che sfida la maree, come le geometrie della sand art di Jim Denevan che impreziosiscono vari passaggi visivi del film.  

Il contributo italiano è stato girato in parte in un suggestivo e deserto Teatro Verdi, dove Valentina Peleggi ha guidato l’Orchestra della Toscana in assetto completo, nell’esecuzione di un movimento tratto dalla Sinfonia n. 6 Pastorale di Ludwig van Beethoven. Flauto, violino, viola e timpani hanno suonato poi nello scenario della Cappella Pazzi, mentre piazza Santa Croce è stata avvolta dalle note del flauto traverso.

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