Strumenti musicali preziosi come opere d’arte

Storie e aneddoti di strumenti musicali celebri per la loro perfezione realizzativa o perché appartenuti a grandi musicisti e costati come delle vere opere d’arte.

 

strumenti preziosi

 

Siamo soliti associare la notizia di aste milionarie ad opere d’arte dei grandi maestri della storia, ad esempio Le femmes d’Alger di Picasso è stato venduto per la cifra record di 161 milioni di euro, così come Nu couchè di Modigliani è stato battuto per 158 milioni di euro. Esistono, tuttavia, anche tutta una serie di strumenti musicali che hanno raggiunto cifre e stime da capogiro. Si tratta di strumenti storici e di perfezione realizzativa come gli archi di Stradivari (spetta proprio ad una sua viola il record di strumento più costoso della storia), ma anche di strumenti appartenuti ad artisti celebri, accompagnando la nascita di pezzi memorabili e che facoltosi collezionisti si sono contesi a suon di milioni.

 

Chitarra acustica Martin D-18E di Kurt Cobain

La Martin D-18E del 1959 fu utilizzata dallo scomparso frontman della band grunge per la storica performance del 1993, la cui registrazione è diventata il primo album postumo della formazione di Seattle. Lo strumento, battuto all’asta dalla casa Julien’s,  è stato venduto per la cifra record di 6,01 milioni di dollari, insieme alla custodia originale decorata dallo stesso Cobain con un adesivo di “Feel the Darkness”, un album del 1990 del gruppo hardcore punk “Poison Idea” di Portland, uno dell’Alaska Airlines e tre talloncini per il ritiro bagagli applicati in aeroporto. All’interno della custodia c’era anche una mezza muta di corde (sempre di marca Martin), tre plettri e un astuccio scamosciato con piccoli utensili per la manutenzione. Il fortunato e facoltoso acquirente, che ha battuto tutti con la sua clamorosa offerta, è l’imprenditore australiano Peter Freedman, fondatore dell’azienda “RØDE Microphones”.

 

Chitarra acustica Gibson J-160E di John Lennon

La chitarra acustica Gibson J-160E appartenuta a John Lennon è uno strumento dalla storia rocambolesca. Utilizzata per registrare Love Me Do e I Want Hold Your Hand dei Beatles, Lennon suonò la chitarra per un anno, prima di scambiarla con Harrison; poi scomparve durante un concerto di Natale nel 1963. Nel 1970 il musicista dilettante John McCaw l’acquistò per poche centinaia di dollari, conservandola, ignaro del suo valore storico, fino a quando, nel 2014, non notò su una rivista un reportage dedicato ad Harrison, che includeva la foto di uno strumento con venature simili a quelle della sua chitarra. Sottoposta alla valutazione di un esperto, si è scoperto che il numero di serie corrispondeva a quello della chitarra che si credeva fosse andata perduta per sempre e diventata un pezzo di memorabilia dei Fab Four. Messa all’asta nel novembre del 2015, è stata acquistata da un anonimo compratore per la cifre ragguardevole di 2,4 milioni di dollari.

 

Black Strat ​​1969 Fender Stratocaster di David Gilmour

“Non voglio diventare vecchio ed essere circondato da un mucchio di chitarre inutili – ha spiegato Gilmour quando ha annunciato la vendita, -  Sinceramente, non ho nemmeno il tempo di suonare gran parte di questi strumenti. Per questo è meglio che diano gioia a qualcun altro. Queste chitarre – ha sottolineato - sono state molto buone con me. Sono mie amiche. Mi hanno donato molta musica. Ma penso sia arrivato il momento che vadano a servire qualcun altro. Ho vissuto il mio tempo insieme a loro. E ovviamente i soldi che verranno ricavati dalla loro vendita potranno fare del bene al mondo e questo è il mio obiettivo”.

120 pezzi della sua collezione sono andati all’asta e, tra questi, la leggendaria e iconica Black Strat, una Fender Stratocaster nera del 1969, battuta per la cifra record di 3.975.000 dollari. La chitarra ha contribuito alla realizzazione di pezzi meravigliosi dei Pink Floyd, come Comfortably Numb, Money e Shine On You Crazy Diamond. La Black Strat è stata usata dal chitarrista anche durante la sua carriera da solista, la si può sentire negli album About Face, On An Island, Rattle That Rock, e nel suo disco di debutto del 1978 David Gilmour.

 

Pianoforte John Broadwood and Sons di John Lennon

Il bellissimo pianoforte John Broadwood and Sons rosso e nero si trovava a Kenwood, nella villa del Surrey, dove John Lennon visse gli anni d’oro dei Beatles, tra il 1964 e il 1968. Sopra di esso, prima di donare lo strumento ad un amico, è stata applicata una targhetta dallo stesso Lennon nel 1971, che recitava: “On this piano was written: A Day in the Life, Lucy in the Sky with Diamonds, Good Morning, Good Morning, Being for the Benefit of Mr. Kite and many others. John Lennon. 1971”. Ad aggiudicarsi l’asta, nel 2000, fu George Michael con un’offerta di 2,1 milioni di dollari ,battendo la concorrenza di altre pop star interessate, come Robbie Williams e i fratelli Liam e Noel Gallagher.

 

Washburn 22 Hawk di Bob Marley

Bob Marley, in tutta la sua vita, ha posseduto soltanto 7 chitarre, cosa che le rende tutte assai preziose. Questa chitarra, realizzata a mano dalla Washburn per il cantante, è stata acquistata dal Governo giamaicano con una vendita privata per una cifra accreditata di 1,2 milioni di dollari. Catalogata come "tesoro nazionale", attualmente si trova in un museo.

 

Stratocaster del ’68 di Jimi Hendrix

Nell’agosto del 1969 Jimi Hendrix suonò al festival di Woodstock, sfoderando un’elegante Stratotocaster bianca. Fu una delle sue più celebri performance di cui ricordiamo l’incendiaria Star Spangled Banner. Quella Fender, prima acquistata dal nostro Red Ronnie al prezzo record di 198,000 sterline, fu rivenduta nel 1993 per una cifra di poco inferiore ai 2 milioni di dollari al co-fondatore di Microsoft Paul Allen, che la donò all’Experience Music Project di Seattle.

 

Fender Stratocaster Blackie di Eric Clapton

Le origini di questa leggendaria chitarra sono note, nel 1970 Clapton comprò sei nuove Stratocaster,  spendendo circa 200 o 300 dollari ciascuna. Ne diede una a George Harrison, un'altra a Steve Winwood e un'altra a Pete Townshend, mentre, con le parti migliori delle altre tre (del ‘56 e del ‘57), il liutaio Ted Newman Jones creò Blackie, battezzata così per la sua finitura nera. Sarebbe stata la sua chitarra principale dal 13 gennaio 1973, data del famoso concerto al Rainbow Theatre, finché non decise di ritirarla nel 1985. Con quella Stratocaster avrebbe registrato canzoni come Cocaine, I Shot The Sheriff, Wonderful Tonight o Lay Down Sally, oltre ad apparire in The Last Vals de the Band. Nel 2004 è stata messa all’asta, per finanziare il centro di riabilitazione e disintossicazione per alcol e droghe fondato da Clapton ed è stata venduta con un’offerta di 959.500 dollari.

Lady Blunt violino Stradivari del 1721

Il violino Lady Blunt è appartenuto per trent’anni ad Anne Blunt, nipote del poeta inglese Lord Byron. Successivamente, è entrato a far parte delle collezioni private del mercante parigino Jean Baptiste Vuillame, di Richard Bennet, del barone Knoop e di Sam Boomfield, prima di entrare a far parte del patrimonio della Nippon Music Foundation. Secondo il parere degli esperti, fra i 600 violini creati dal liutaio cremonese Antonio Stradivari e ancora esistenti, Lady Blunt è quello nelle migliori condizioni, con caratteristiche molto simili all’originale ed una verniciatura pressoché intatta. Battuto all’asta nel 2011, è finito nelle mani di un privato collezionista alla cifra record di 9 milioni 808 mila sterline (oltre 11 milioni di euro). Si tratta dell’importo più alto mai raggiunto da uno Stradivari, di ben quattro volte superiore al precedente record.

 

Vieuxtemps violino di Guarneri del 1741

Ribattezzato la "Monna Lisa dei violini", nei suoi quasi 270 anni di esistenza, il Vieuxtemps, chiamato così dal musicista Henri Vieuxtemps, che nel XIX secolo scrisse pezzi per violino e li suonò proprio con questo strumento, è passato tra le mani di grandissimi artisti, come Yehudi Menuhin, Itzhak Perlman e Pinchas Zukerman. Realizzato nel 1741, tre anni prima della scomparsa del liutaio cremonese, questo raro e originale strumento è una delle creazioni più inusuali del Guarnieri, che lo costruì più grande della media degli altri violini. Ed è probabilmente questa la caratteristica saliente che lo rende così prezioso e diverso da tutti gli altri. Si segnala per la potenza superiore del suono, non solo a livello di volume, ma anche di qualità, come testimonia Peter Quint, solista con la Chicago Symphony Orchestra, che è stato tra i fortunati ad avere il privilegio di averlo suonato. Andato all’asta nel 2012, il violino è stata acquistato da un anonimo compratore per la cifra di 16 milioni di dollari.

 

 

Viola Stradivari Macdonald

Chiudiamo questa rassegna di strumenti musicali preziosi con quello che è ad oggi lo strumento più costoso della storia, ovvero la celebre viola Stradivari Macdonald. Stradivari è celebre nel mondo per i suoi violini, ma il grande liutaio costruiva anche strumenti come le viole. Se i primi sono rari, le seconde lo sono ancora di più. La Macdonald – chiamata così in onore di un suo precedente possessore – ha un valore stimato in 45 milioni di dollari. Il valore attribuito allo strumento è dovuto a diversi fattori, uno di questi, lo si è appena accennato, è rappresentato dal fatto che questa è uno dei due soli esemplari di viola di Stradivari rimaste, poi il periodo nel quale è stata realizzata dal maestro, nel 1719, che rientra nel cosiddetto periodo d’oro, che va dal 1700 al 1720, poi l’ottimo stato di conservazione.

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