Perché un pianoforte standard ha 88 tasti?

Un pianoforte standard ha 88 tasti: 52 bianchi e 36 neri. Ma chi ha deciso che questo numero sarebbe stato la norma, e perché? In questo articolo proponiamo un breve excursus storico su questo affascinante strumento che da secoli continua a farci sognare.

tastiera del pianoforte

Prima dell'invenzione del pianoforte, i compositori scrivevano molta musica per il clavicembalo, che ha solo 60 tasti. Ciò significava che tutto ciò che scrivevano era limitato alla gamma di cinque ottave del clavicembalo. Il primo pianoforte fu costruito intorno al 1700 da Bartolomeo Cristofori, un tecnico di strumenti musicali di Padova, il quale decise che era giunto il momento di aggiornare il clavicembalo e inventò un nuovo strumento a tastiera con meccanismo a martello.

Cristofori fu assunto presso la corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1698 per occuparsi dei loro clavicembali e, infine, di altri strumenti.

Un inventario del 1700 di strumenti medicei menziona un "arpicimbalo" (letteralmente uno strumento simile a un clavicembalo) inventato da Cristofori. Lo strumento aveva un nuovissimo meccanismo a martello e smorzatore, due tastiere e una gamma di quattro ottave (49 tasti).

L’erudito e letterato Scipione Maffei lo descrisse nel 1711 come un "gravicembalo col piano e forte" (clavicembalo con toni bassi e forti). Proprio da questa definizione il pianoforte derivò il suo nome.

Una volta che la conoscenza della nuova prodigiosa invenzione musicale di Cristofori si allargò, i compositori iniziarono a scrivere sempre più musica per questo strumento.

Ma la sua estensione di quattro ottave era ancora limitante. Quindi, i produttori di pianoforti cominciarono a progettare nuovi pianoforti con più tasti, in modo che compositori come Haydn e Mozart potessero scrivere materiale più impegnativo per una tastiera più ampia che offrisse maggiori possibilità espressive.

Quando compositori romantici come Chopin e Liszt arrivarono a scrivere la loro musica a metà del 1800, i pianoforti avevano fino a sette ottave, consentendo loro di comporre brani con una gamma ancora più ambiziosa come la stupefacente, virtuosistica La Campanella.

La creazione del pianoforte a 88 tasti

Alla fine del 1880, il produttore di pianoforti Steinway creò il pianoforte a 88 tasti. Altri produttori hanno seguito l'esempio e da allora il modello di Steinway è diventato lo standard. La disposizione dei tasti è di sette ottave più due note iniziali (un intervallo di terza, dal si al primo do). In pratica, da sinistra, i tasti bianchi (52) indicano: la, si, do, re, mi, fa, sol, la, si, alle quali segue per altre 6 volte la scala maggiore, più il do finale. I tasti neri (36) sono alterazioni, cioè i bemolle o i diesis, e producono un suono più alto o più basso di mezzo tono rispetto ai tasti bianchi vicini. Ma ci si potrebbe chiedere: perché i produttori di pianoforti si sono fermati a 88 tasti?

I compositori di oggi di solito scrivono musica per pianoforte che rientra nella gamma di un modello a 88 tasti. La maggior parte dei produttori di pianoforti ha stabilito questo come limite per motivi legati alla percezione umana,  qualsiasi suono al di fuori di questo range è considerato infatti troppo alto o basso per l'orecchio umano.

Ma ci sono alcune eccezioni. Stuart and Sons ha stabilito un record mondiale nel 2018 quando hanno creato un pianoforte a nove ottave, con 108 tasti.

Bösendorfer vende pianoforti a 97 tasti, i cui nove tasti extra sono colorati di nero in modo che il pianista possa distinguerli dagli 88 standard. I tasti sono usati raramente, ma le corde extra dei bassi aggiungono una risonanza armonica che contribuisce al suono ricco e complessivo dello strumento.

Di seguito un video in cui viene presentato uno di questi straordinari pianoforti.

 

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