La rete rappresenta oggi il principale canale di fruizione della musica. La possibilità di accedere a cataloghi sterminati comprensivi di tutti i generi, l’alta personalizzazione delle scelte e la disponibilità e accessibilità costante sono i punti di forza di una modalità di distribuzione musicale che offre nuove possibilità di rilancio all’industria del settore. In questa articolo ripercorriamo l’evoluzione del consumo musicale e forniamo qualche indicazione sulle migliori risorse gratuite presenti online.
La musica in streaming rappresenta attualmente l’ultimo tassello del processo di evoluzione delle diverse modalità di fruizione della musica. In principio furono i vinili che per lunghi decenni hanno rappresentato l’unica modalità di ascolto personale della musica. In seguito si è assistito all’avvento delle musicassette che hanno aperto la strada all’evvento della playlist e delle compilation personalizzate. Altre tappe di questa evoluzione sono state segnate dall’arrivo del compact disc o cd e dall’arrivo della rivoluzione dei formati digitali come gli mp3. Proprio lo scorso ottobre si sono festeggiati i 18 anni delll'iPod, il lettore di file mp3 che ha rivoluzionato la fruizione musicale "da passeggio".
Nel corso di questi 18 anni la fruizione della musica ha subito una ulteriore epocale svolta: l'iPod, come gli altri lettori Mp3, hanno lasciato il posto all'ascolto della musica sullo smartphone, dove si possono archiviare i brani e dove soprattutto si può accedere ai servizi di musica in streaming.
Con il progressivo venir meno di un supporto materiale per l’ascolto della musica è cambia anche il concetto di proprietà e acquisto. Attraverso l’utilizzo della musica in streaming, viene meno proprio il concetto di acquisto soppiantato dal quello di noleggio, non si è più proprietari della musica, sia essa in formato materiale o digitale, si ha, piuttosto, accesso ad un servizio che consente di usufruire di un catalogo sterminato, che contiene anche decine di milioni di titoli. Titoli che possono essere variamente organizzati in playlist che è anche possibile scaricare per l’ascolto in locale ma sempre per un durata limitata di tempo che coincide con i termini di utilizzo stabiliti dal contratto di abbonamento sottoscritto.
Sito pioniere fu Napster, il primo sistema di peer-to-peer di massa disponibile nella primavera del 1999; ma nella prima metà del 2000 i Metallica promossero una causa legale al fine di impedire l'utilizzo del programma, contestando le accuse di violazione di copyright e delle violazioni "Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act". Nel luglio 2001 un giudice ordinò ai server Napster di chiudere l'attività a causa della ripetuta violazione di copyright. Come il caso di Napster illustra alla perfezione, il rapporto tra musica e rete è stato inizialmente conflittuale, in quanto il web rappresentava lo strumento per eccellenza della pirateria. Tale rapporto si è significativamente modificato nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri in cui proprio la rete sembra rappresentare una occasione di rilancio per l’industria discografica.
La musica in streaming rappresenta, infatti, un punto di incontro tra i gusti e gli interessi degli utenti, che a costi contenuti hanno la possibilità di accedere a tutta la musica che desiderano, e gli interessi delle etichette discografiche, che vedono oggi nella rete un potente strumento di promozione e diffusione delle loro proposte. La grande espansione del mobile che mette a disposizione di tutti la musica là dove ci sia una connessione è un ulteriore fattore di crescita della musica in streaming.
L’ampia concorrenza del settore, che vede impegnati veri e propri colossi, spinge ad un livellamento verso il basso dei costi. Oggi è possibile accedere ad un abbonamento come quello di Spotify a 9,99 euro al mese. Si discostano dallo standard abbonamenti con formule particolari come la Elite di Deezer (14,99 euro al mese per dodici mesi) e quella di alta qualità di Tidal (20 dollari). Anche il servizio di musica in streaming di Apple Music si attesta su una media di 9,99 dollari, anche se non mancano le soluzione particolarmente vantaggiose come il pacchetto famiglia, che permette di attivare ben sei account con una spesa mensile di 14,99 euro (pacchetto reperibile anche su Spotify allo stesso prezzo per cinque account). Tra i servizi di musica streaming più vantaggiosi si deve citare Google Play Music che mette a disposizione ancora oggi l’accesso al catalogo di Unlimited a 7,99 euro per coloro che hanno scelto di abbonarsi al servizio al momento del lancio italiano nel 2013.
La valutazione sul peso effettivo di questi costi di abbonamento è naturalmente soggettiva, in essa rientra il proprio rapporto con la musica e la considerazione della possibilità di gestire le proprie playlist attingendo ad un catalogo davvero sterminato con la possibilità di avere tutta la musica preferita sempre a portata di mano in ogni momento e contesto. Oggi si possono costruire delle compilation estremamente personalizzate, sempre modificabili e condivisibili. Quest’ultimo aspetto della condivisione social consente anche interessanti opportunità di scoperta e conoscenza di mondi musicali sconosciuti.
La musica in streaming, proprio per il suo carattere sempre disponibile e adattabile, può davvero trasformare la musica preferita nella colonna sonora della quotidianità capace di sottolinearne e accompagnarne momenti, situazioni ed emozioni.
Se si dovessero giudicare eccessivamente onerosi i canoni di abbonamento appena ricordati, esistono delle valide alternative gratuite. Ne forniamo di seguito un rapido elenco.
Spotify versione free: consente di ascoltare musica streaming gratuitamente ma con diverse limitazioni soprattutto nell’utilizzo mobile, dove non è possibile ascoltare un preciso brano di un’artista ma ci si deve accontentare di un mix dello stresso. Anche per quanto riguarda le proprie playlist, possono essere ascoltate solo in modalità suffle cioè in ordine casuale. Non è possibile fare il download dei brani e usufruire dell’ascolto offline.
Stereomood: si tratta di una piattaforma che propone moltissime playlist in streaming gratuito ogni giorno, selezionate in base ai temi più diversi. La scelta in questo caso non si effettua in base ai gusti musicali, quanto all’umore del momento: quante volte ci siamo ritrovati a cercare qualcosa di adatto a come ci sentiamo? Su Stereomood basta scrivere nella barra di ricerca proprio umore per far partire una playlist di musica che si sposi alla perfezione. Si può scegliere che musica ascoltare tra una vasta gamma di umori, di momenti della giornata o di immagini più particolari come “un viaggio spaziale”, “guardare le stelle” o “una giornata a New York”. Una modalità di fruizione intrigante che non mancherà di divertire e affascinare.
Groovshark: dopo varie peripezie e inevitabili scontri con il diritto d’autore Grooveshark, una delle prime realtà della musica in streaming ben prima di Spotify, è ancora presente in rete. Molto ridimensionato nel catalogo merita di essere citato perché per decenni ha rappresentato un servizio molto utile e popolare con una gestione avanzata delle playlist e funzionalità social per la condivisione di consiglio o suggerimenti su cosa ascoltare.
Deezer versione free: anche in questo caso abbiamo un accesso con diverse limitazioni come l’ascolto esclusivo on line con una qualità ridotta a96 Kb/s e la presenza della pubblicità.
Jango: una risorsa online di musica in streaming gratuita con aggiornamento quotidiano di generi e artisti. Consente di organizzare la propria radio attraverso l’interazione la propria interazione con la libreria proposta. Apprezzabile la mini biografia su ogni artista presente in riproduzione.
RDO: con una grafica essenziale e senza fronzoli questa risorsa offre una ottima interfaccia per il player web e per i dispositivi mobile. Un catalogo piuttosto fornito con una serie di funzionalità intriganti come quella che notifica automaticamente la presenza in catalogo di un nuovo brano o album di un autore presente tra i preferiti dell’utente rendendolo subito disponibile all’ascolto.
Justhearit: molto curato e gradevole nella grafica, facile e intuitivo nell’utilizzo, fornisce uno strumento online per ascoltare la musica dei propri artisti preferiti visualizzandone, dove presenti, anche i video (il servizio attinge a YouTube). Il primo step è quello di cercare l'artista utilizzando l'apposita barra, il servizio restituisce l'elenco delle canzoni disponibili. Queste possono essere organizzate in una playlist personale.
Soundcloud: più che di una piattaforma di musica in streming di un vero e proprio social per musicisti ai quali permette di collaborare, promuovere e distribuire la loro musica. Consigliato a chi è alla ricerca di novità e proposte musicali inedite, permette di navigare fra diversi generi, creare una propria playlist, caricare, condividere e commentare i brani musicali che si ascoltano. SoundCloud permette agli utenti di "sincronizzare" il proprio account a un altro sito (come Facebook, Twitter, YouTube ecc.) e di condividere le proprie canzoni appunto con altri siti. Soundcloud distribuisce musica utilizzando i widget e applicazioni. Gli utenti possono mettere i widget sul proprio sito web o blog, e poi SoundCloud automaticamente aggiorna ogni brano caricato. SoundCloud ha anche una API che consente di caricare brani direttamente da cellulari e smartphone e di scaricare le canzoni direttamente da SoundCloud.
Aupeo: è uno dei servizi di streaming musicale gratuito tra i più apprezzati del momento. Si tratta di un sevizio radio streaming personalizzato che offre l’opportunità di selezionare un artista, un genere o un tema musicale, servendosi poi dei pulsanti "Mi Piace" e "Non Mi Piace" per passare al brano successivo in qualsiasi momento e personalizzare sempre di più il proprio ascolto. In tal modo, si potrà ascoltare solo la musica che si ama di più, nonché scoprire nuovi brani e artisti in linea con i propri gusti. Non necessita di alcuna iscrizione.