Dopo l’avvento del CD la musica ha virato sempre più verso una smaterializzazione e il definitivo affrancamento da ogni supporto fonografico. Ad oggi la musica liquida rappresenta la frontiera più avanzata della fruizione musicale, in questo articolo se ne approfondiscono le basi.
Da quando, con il CD, è iniziato l'utilizzo della tecnologia informatica per la registrazione, diffusione e distribuzione della musica, i contenuti musicali sono archiviati su file per computer. Un file non è altro che un insieme di informazioni elementari (bit) codificati con uno specifico sistema, e per sua natura può essere archiviato in vari modi, trasferito via rete, scomposto in parti e poi ricomposto, modificato (editato) o convertito in un diverso formato. Nel formato CD e nei suoi successori viene archiviato su disco ottico e mediante un componente specializzato (sempre basato su tecnologia computer più tecnologia laser), vale a dire il lettore CD, il file contenente una canzone viene trasformato nuovamente in musica.
Quando tutto questo processo viene gestito senza passare per la registrazione e la distribuzione su disco ottico, ovvero su un supporto "solido", si parla comunemente, in Italia, per contrapposizione, di musica liquida. Non è una terminologia internazionale, nei paesi anglosassoni il termine utilizzato è music download.
Una volta memorizzato sull'hard disk del PC o su una memoria esterna il file può essere letto e quindi "suonato" da una applicazione presente come standard su tutti i PC attuali (Windows Media Player per Windows, Quick Time per Mac) o da altre applicazioni specializzate (iTunes, Foobar2000, Media Monkey e altre: vedi dopo). Per un ascolto in alta fedeltà sarà necessario collegare il PC ad un impianto Hi-Fi o utilizzare un componente specializzato "all-in-1" (vedi nel seguito).
La musica liquida può essere acquistata e rimanere poi di proprietà sa tempo indefinito, oppure essere ascoltata senza limitazioni di tempo e di ripetizioni dell'ascolto. Nel primo caso si parla di digital download e nel secondo caso di streaming.
Lo streaming può essere gratuito ma con pubblicità (YouTube, Spotify) oppure in abbonamento con pagamento mensile (Spotify Premium, Deezer, Tidal, Qobuz, Idagio). La musica acquisita per l'ascolto in streaming può essere anche a qualità CD, con algoritmo di compressione "lossless" (senza perdita) FLAC (Deezer, Tidal, Qobuz, Idagio) oppure anche in qualità HD (alta definizione) in compressione FLAC o MQA (Qobuz, Tidal). Idagio è specializzato per la sola musica classica.
Il digital download, sempre a pagamento, è possibile in qualità CD o HD tramite molti portali, sia delle singole case discografiche sia generalisti, per più etichette. In massima parte quelli dedicati alla musica moderna non ammettono acquisti dall'Italia, alla data di aggiornamento di queste FAQ, mentre in genere questa limitazione non c'è per la classica. Al momento gli unici disponibili per utenti italiani sono Qobuz e HighresAudio (non per tutti i titoli).
I vari formati di compressione lossy MPEG2, MPEG3, MP3, AAC e simili sono stati messi a punto negli anni '90 per trasferire la musica su file di dimensioni inferiori rispetto al CD (formato WAV, ovvero PCM lineare). Per raggiungere questo risultato venivano usati concetti di psicoacustica, ovvero venivano (e vengono) eliminati quei suoni che non sono percepiti dall'orecchio umano, o sono percepiti in misura ridotta, in quanto mascherati da altri suoni. Comportando però un degrado della qualità sonora avvertibile per livelli di compressione più elevati, musica più complessa, in impianti di livello medio-alto. La evoluzione della tecnologia, e in particolare della capacità di memoria e della velocità di trasmissione, non rende più necessario, almeno dalla seconda metà degli anni 2000, il ricorso a queste tecniche di compressione. Che continuano però ad essere estesamente utilizzate sia per comodità (minore tempo di trasmissione, minore spazio disco) sia soprattutto per motivi commerciali, ovvero per vendere a maggiore prezzo la musica non compressa o lossless.
Quest'ultima tecnologia (FLAC, WMA, APE, WavPack, ALAC), consente invece di ridurre spazio e tempo (circa del 50%) senza perdita rispetto al file originale, ed è quindi del tutto equivalente, a livello di qualità, al formato non compresso, oltre ad essere compatibile con l'alta definizione e, tranne APE, con l'audio multicanale. I più usati sono il FLAC (Free Lossless Audio Coded, open source) e l'ALAC (Apple Lossless Audio Code, proprietario).
Il "download" su PC avviene con modalità diverse tra i vari portali, ma del tutto simili a qualsiasi portale di e-commerce. Per il pagamento occorre una carta di credito o un conto PayPal ed occorre registrarsi al portale con le proprie generalità. Per la gestione del download viene di solito richiesta la installazione di un semplice software "client". Il processo è normalmente molto semplice e non comporta alcuna difficoltà per chi ha una familiarità anche superficiale con l'uso del PC.
Qual è la scala di qualità per i vari formati?
La qualità nella musica digitale dipende dai parametri di campionamento (vedi qui per approfondimenti), che possono essere il numero di bit e la frequenza di campionamento con la tecnica PCM (la più diffusa) o la sola frequenza di campionamento con la tecnica DSD. Con l'aumentare dei due parametri cresce il numero di bit per secondo che descrivono la musica, e quindi l'approssimazione della codifica al suono originale, come avviene nella fotografia e cinema digitale con il numero di pixel. Nella tabella seguente è riportata la scala di qualità, partendo dalla qualità CD a salire, limitatamente ai formati commercialmente disponibili al momento.
Numero di bit |
Frequenza KHz |
KBit per secondo (stereo) |
16 |
44.1 |
1411 |
16 |
48 |
1536 |
24 |
48 |
2304 |
24 |
88.1 |
5764 |
24 |
96 |
4608 |
24 |
192 |
9216 |
Note: 1) Oltre i 4000 Kbps (2000 Kbps per canale) secondo la maggior parte degli osservatori e test a "doppio cieco" è difficile se non impossibile individuare le differenze.
Il sistema di digitalizzazione audio PCM è stato sviluppato per la telefonia negli anni '70 e poi applicato anche alla musica negli anni '80 con la nascita del CD. La risoluzione è basata sulla "parola" di campionamento (da 8 a 32 bit, 16 bit per il CD e 24 bit per l'HD) e sulla frequenza di campionamento (in musica da 44.1KHz a 382KHz). Al crescere di questi parametri cresce la qualità. Il sistema DSD è stato sviluppato specificatamente per la musica in alta definizione ed è stato utilizzato dal 2000 per i dischi SACD (Super Audio CD). La risoluzione trasportata in PCM diventa 24/88.1. Anche per il DSD sono disponibili livelli di risoluzione superiore, solo come musica liquida, pari a 2,4,8 volte il livello standard del SACD, indicato come DSD64, quindi DSD128, DSD256, DSD512. Il formato DSD non può essere compresso.
Relativamente alla qualità all'ascolto molto dipende dal continuo progresso della conversione in analogico effettuata dai DAC (Digital to Analog Converter). Attualmente alcuni esperti del settore considerano superiore anche se non in modo rilevante il DSD a parità di risoluzione ma, considerando altri aspetti rilevanti, la scelta tra i due sistemi è sostanzialmente equivalente.
I portali che attualmente commercializzano musica liquida, citati in precedenza, adottano tutti il formato di compressione lossless FLAC, che è il più diffuso in assoluto, accanto ad altri formati (WMA Lossless, ALAC). I livelli di risoluzione disponibile più comunemente forniti in PCM, oltre al 16/44.1 (CD), sono il 24/44.1, il 24/96 e 24/88.1 (da SACD), meno il 24/192. In formato DSD il DSD64 e DSD 128, solo da etichette specializzate la risoluzione superiore. Il formato FLAC, a differenza dei formati normalmente usati nei portali con musica in formato compresso (come iTunes) non include meccanismi di protezione contro le copie non autorizzate (DRM: Digital Rights Management). Una volta acquistato il materiale quindi, il corretto uso è lasciato all'acquirente.
Lo spazio necessario sul disco del PC o su un altro supporto di memorizzazione dipende dal formato e, ovviamente, dalla durata della musica. Per un album in qualità CD e formato lossless FLAC sono necessari 250-300 MB (es. Talking Book di Stevie Wonder, 10 brani, 45' di durata, 262 MB). Un album in qualità 24/96 può occupare anche 1GB in formato compresso FLAC. Dimensioni comunque comparabili ai diffusi film in formato DiVX, normalmente gestiti da un grande numero di utenti PC. Più consitente il consume di spazio per i formati DSD che non sono compressi.
Chi decide di passare da una discoteca tradizionale, basata su dischi fisici ad una "dematerializzata", e quindi su memoria per computer, e ha già materiale su supporto fisico, quindi essenzialmente CD, può avere la necessità di trasferire il materiale precedente in "musica liquida". Per questo scopo esistono diverse applicazioni per computer, in grado anche di verificare se durante il processo di lettura e riscrittura sono stati introdotti errori. I più diffusi sono Exact Audio Copy (gratuito) e dbPoweramp/CD Ripper (a pagamento). Anche il diffuso media player gratuito Foobar2000 consente il trasferimento di CD su hard-disk con un efficace controllo degli errori di tipo statistico (AccurateRip). Tutti e tre consentono di verificare efficacemente la correttezza del processo di trasferimento (ripping). Una guida semplificata a queste operazioni mediante Foobar2000 con esempi pratici si può leggere sul nostro blog. In base ai test effettuati per questa operazione consigliamo la soluzione basata su Foobar2000.
La trasformazione di una discoteca in musica liquida è un processo lungo e impegnativo, e in alternativa si può continuare semplicemente ad utilizzare i CD usando i componenti audio già esistenti, a meno di problemi veramente insormontabili di spazio, o nel caso di partenza quasi da zero, oppure in caso di forti differenze di qualità nel DAC. Il ripping da SACD non è invece possibile con componenti acquisibili regolarmente.
Il noto e diffuso media player iTunes della Apple include una funzione di caricamento automatico nella propria libreria ("liquida") dei CD inseriti sul lettore collegato al PC. Questa funzione è anzi di default, e parte automaticamente ogni volta che si infila un CD audio nel lettore, bisogna disabilitarla se non la si desidera. Se si vuole usare iTunes per questo scopo occorre ricordare assolutamente di configurare l'acquisizione in formato non compresso (di default la musica viene acquista in formato compresso AAC). La conversione sarà quindi sempre e solo in ALAC, il formato compresso lossless della Apple, che comunque è equivalenmte al FLAC ed è gestito ormai da pressochè tutti i player.
La conversione viene effettuata in questo caso con un sistema di controllo errori semplificato, ed esiste quindi la teorica possibilità che i file musicali trasferiti non siano una esatta copia di quelli sul CD. In compenso l'operazione, rispetto all'uso di Foobar2000 o degli altri sistemi citati è più semplice nella parte di tagging, ovvero nella attribuzione ad ogni traccia e all'album delle informazioni necesarie (autore, titolo, ecc.).
All'ascolto con impianti standard grazie al sistema di correzione degli errori presente nello standard CD, non si percepiranno differenze evidenti. In base ai test effettuati su diverse centinaia di CD trasferiti questa eventualità appare peraltro molto rara. La scelta tra una conversione semplice ed una accurata è quindi strettamente personale, e dipende dal bilanciamento che ognuno potrà fare tra l'impegno di tempo occorrente e la volontà di non perdere nulla della musica acquistata.
Valgono le considerazioni fatte per i CD, per quanto attiene il fattore tempo, che in questo caso sarà anche significativamente superiore. La digitalizzazione può avere però anche lo scopo di "salvare" materiale musicale considerato raro o prezioso o renderlo fruibile in mobilità o su altri impianti. Una guida molto ampia sulla digitalizzazione da supporti analogici si può leggere su TNT-Audio, ne consigliamo la lettura. Un metodo semplificato e veloce ma con qualità analoga, per l'ambiente Apple Mac, si può leggere sul nostro blog. Anche per questo caso consigliamo di valutare in alternativa il mantenimento delle sorgenti analogiche (che anzi in alcuni casi possono essere superiori o avere elementi di fascino da non perdere, con particolare riferimento al vinile o ai registratori a bobina) e, per l'uso su altri impianti o in mobilità, l'alternativa di un nuovo acquisto del materiale. Tenendo conto dei tempi necessari per la digitalizzazione, potrebbe essere una soluzione più economica.
Sì, sia in formato compresso, che in qualità CD che in alta definizione con codifica in PCM. I servizi / opzioni in formato compresso possono essere anche free, mentre a qualità superiore sono a pagamento.
I principali servizi sono Spotify (anche free in formato compresso), Deezer, Qobuz, Tidal.
E' disponibile una FAQ specifica per i servizi di streaming audio.
Fonte articolo: Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria - Marzo 2011