Risulta alquanto singolare che una delle soluzioni di cruciverba più cercate su Google sia proprio quella relativa al quesito: "lo suonava Gazzelloni". A quanto pare, molti, interrogandosi sul virtuoso nato a Roccasecca, sono presi da un rovello analogo a quello che affliggeva Don Abbondio intorno alla figura di Carneade.
A questo propostio, a coloro che si siano imbattuti nel presente articolo al solo fine di completare la sequenza proposta dal gioco enigmistico, tolgo subito ogni dubbio, al quesito “lo suonava Gazzelloni”, non si può che rispondere: il flauto.
Questo perché negli oltre cinquant’anni di attività Severino Gazzelloni, non è stato solo il nome di battesimo di un insigne strumentista, ma il sinonimo di flautista. Come scrive Foletto: “L' incontro con la musica per Gazzelloni, nato a Roccasecca in Ciociaria il 5 gennaio 1919, avvenne nel 1925, ascoltando nella bottega del padre sarto la radio: il primo flauto dell'orchestra Filarmonica di Berlino diretta da Wilhelm Furtwangler suonava il Concerto in sol maggiore K 313 di Mozart. Il giorno dopo, narrano i biografi, il fanciullo entrava a contatto col suo primo flauto attraverso il maestro della banda, nella quale in capo a pochi mesi avrebbe ricoperto i ruoli solistici. La stagione della banda fu lunga e carica di onori: in pochi anni Gazzelloni era il solista nei celebri complessi pugliesi di Gioia del Colle, Squinzano e Taranto, riserva di strumenti a fiato per le migliori orchestre sinfoniche”.
Ammesso al conservatorio direttamente al quinto anno, si diplomò in soli due anni, iniziando una fulgida carriera professionistica, che lo portò a suonare inizialmente come primo flauto nella neonata Orchestra Sinfonica della RAI di Roma, poi, come concertista solista apprezzato in tutto il mondo, diventando, infine, insegnante di flauto presso l’Accademia di Santa Cecilia e ai Farienkurse di Darmstadt.
Lega subito il suo nome alla scrittura d’avanguardia al punto che Stravinskij ne parla come di uno strumentista che ha rivoluzionato, col virtuosismo e la propria disponibilità, il cammino della musica del Novecento. Grazie alla sua attività, il flauto diventa uno strumento solista rispettato e per cui scrivono alcuni dei più importanti musicista italiani e stranieri.
Il repertorio da lui frequentato spazia dalla letteratura classica e preclassica al moderno, passando attraverso il jazz e la musica leggera. In questo modo, Gazzelloni diventa il pioniere di una concezione della musica senza frontiere e steccati, capace di far dialogare il colto e il popolare. Innumerevoli i premi e riconoscimenti a lui assegnati, la sua fama lo trasforma in un vero e proprio fenomeno mediatico (a lui dedicherà spazio anche il Time e Life) per cui non è improprio il termine star. A riconferma di ciò, si può citare la sua presenza in alcuni siparietti di Carosello.
Il suo essere, oggi, oggetto di inquiete interrogazioni circa lo strumento da lui suonato, uno strumento che questo grande interprete ha reso protagonista della vita musicale del Novecento, testimonia ancora una volta quello che già sapevano gli antichi: “sic transit gloria mundi”.
C’è solo da auspicare che il succitato quesito, "lo suonava Gazzelloni", spinga qualche curioso ad approfondire la figura di questo immenso musicista, che, come scrive sempre Foletto, “è stato l'ambasciatore più internazionale della musica colta italiana del Dopoguerra”.