Dopo aver dedicato un articolo alla musica per pianoforte che concilia calma e rilassamento, ci rivolgiamo ad un altro strumento che, grazie alle sue sonorità dolci e melodiose, appare ideale per conseguire il medesimo scopo: il flauto.
La pausa delle festività natalizie è ormai alle spalle e in molti si ritrovano già immediatamente risucchiati nel vortice degli impegni e dello stress di tutti i giorni. A questo si aggiunge la grande incertezza e l’inquietudine cui continua a costringerci la situazione sanitaria e sociale legata alla pandemia e viene fuori un quadro tutt’altro che rassicurante, che mette quotidianamente e duramente alla prova le nostre risorse fisiche e psichiche. Come già osservato in un precedente articolo, un sostegno formidabile per affrontare la difficile congiuntura, può venire dalla musica. La musica classica è uno strumento comprovato per alleviare lo stress quotidiano e migliorare la salute mentale.
Ritorniamo sul concetto perché, mai come in questa fase, è utile, anzi vitale, sottolineare il ruolo tutt’altro che accessorio che la musica, e l’arte in generale, possono svolgere. Come ha opportunamente affermato in più circostanze il maestro Riccardo Muti, la musica non può essere sbrigativamente liquidata come mero ornamento o intrattenimento, è una necessità dello spirito e un prodigioso strumento per rendere migliore la società.
Lasciamo dunque nutrire la nostra anima e rinfranchiamo lo spirito approdando all’oasi di quiete che le note di questa playlist dispiegano con grazia dinanzi a noi.
Su questa composizione non ci sono dubbi di autenticità in quanto esiste il manoscritto autografo di Bach, conservato alla Biblioteca di Stato di Berlino e databile intorno al 1737. La didascalia del secondo movimento lo definisce Largo e dolce e in effetti l’accompagnamento del clavicembalo sottolinea una melodia del flauto meravigliosamente lirica e rilassata, che, con i suoi ingegnosi colpi di scena bachiani, sembra davvero cullare l’ascoltatore guidandolo dolcemente verso una dimensione altra.
Musica elegante e soave, composizione tra le più famose di Francis Poulenc, la Sonata per flauto e pianoforte è dedicata alla memoria di Elizabeth Sprague Coolidge, pianista americana e accesa sostenitrice della musica da camera. Il secondo movimento, più lento e riservato rispetto al primo, è introdotto dal pianoforte, poi in eco alla ripresa del flauto. La suggestiva melodia scorre tra i due strumenti quasi priva di decorazioni e sembra scritta apposta per infondere calma e voluttà.
Se nel primo movimento spiccavano l'agilità e il virtuosismo del flauto, l'Adagio non troppo è dominato da un intimo raccoglimento, da una serenità tipicamente mozartiana; l'ingresso del solista è una specie di pacata risposta all'introduzione orchestrale, mentre il secondo tema irrompe come uno squarcio di luce, nel quale il solista si getta «trillando» con brio. Pura gioia e serenità dispensata dal genio incomparabile di Wolfgang.
Il movimento Largo della Sonata per due flauti del grande Telemann è emotivamente rilassante e musicalmente stupendo. Le sue liriche note cadenti sembrano indurre la mente a sciogliersi e il mondo a rallentare letteralmente, anche se solo per i pochi minuti di una melodia. È distensiva perfezione flautata.
Tratta dall’opera Orfeo ed Euridice, la Danza degli spiriti beati disegna una melodia incantevole magicamente sospesa tra la luminosa e nitida dolcezza del flauto e la fioritura di note malinconica e ombrosa del pianoforte, che sembra quasi precorrere l'atmosfera di un notturno di Chopin. Autentica magia dispensata in note.
Con molta probabilità la nascita di questo celebre assolo per flauto è collegata alla richiesta fatta a Debussy dall'amico Gabriel Mourey di comporre le musiche per il suo lavoro Psyché. Scritto per il flautista Louis-Francois Fleury, questo breve brano - intitolato in un primo momento La flùte de Pan e ispirato all'amore del dio Pan per la ninfa Syrinx - testimonia ancora una volta, dopo il Prélude à l'après-mìdi d'un faune, di cui sembra evocare le atmosfere, del grande fascino esercitato dal flauto su Debussy.
Pianista e compositrice, Cécile Louise Stéphanie Chaminade iniziò all’età di otto anni a scrivere musica da chiesa. Georges Bizet la definì «il mio piccolo Mozart» e le fece sostenere l’esame di ammissione al Conservatorio di Parigi divenendo presto una musicicista e compositrice molto apprezzata. Nel 1913 ottenne la Legione d’Onore, prima donna compositrice ad ottenere il prestigioso riconoscimento. Uno dei suoi più brani più conosciuti è proprio questo Concertino per flauto e pianoforte scritto per il Concorso del Conservatorio di Parigi del 1902, un brano in cui la compositrice dimostra un sorprendente uso dei colori strumentali e una sottile arguzia compositiva, la trama, chiara e brillante, ne fa un pezzo godibilissimo e rigenerante.
Ancora Bach perché con il genio di Eisenach non si sbaglia mai. Questo Andante dalla Sonata in Mi minore è quanto di meglio si possa immaginare per conciliare la calma e il raccoglimento dello spirito. La melodia morbida e vellutata del flauto è sostenuta dall’accompagnamento del clavicembalo in un insieme che riesce a trasmettere serenità e quiete immediata.
L’abbiamo citato in precedenza e non poteva mancare una menzione per questo componimento orchestrale di Debussy che contiene un assolo di flauto rilassante ed elegiaco. La melodia del flauto, qui, si profila senza accompagnamento, sospesa, “così carica di voluttà da divenire angosciosa” (Jankélévitch), di incerta definizione tonale. Il «respiro nuovo» che Boulez sottolineò in questa frase è degno davvero della “sonora, vana e monotona linea” creata dal fauno di Mallarmé sul suo strumento: un arabesco che si libra struggente in un vuoto, in una totale assenza di certezze. Iniziando sempre con la stessa nota, che ogni volta fa parte di un'armonia diversa e assume nuovi colori, il flauto ripete la sua melodia in situazioni instabili e mutevoli, proponendone sottili varianti, che si collegano con logica intuitiva e a poco a poco si discostano dall'effetto di libera, indeterminata, sospesa improvvisazione suggerito dalle prime battute.
Mozart scrisse questo celebre capolavoro a soli 22 anni per Adrien-Louis de Bounières, duca di Guines, già ambasciatore francese in Inghilterra e valente flautista, e per sua figlia, arpista. Il tema principale, che affascina immediatamente con l'intensa frase discendente dei violini, viene subito ripetuto dai solisti che lo rendono ancor più interessante sviluppando un meraviglioso dialogo che vede alternarsi le «proposte» del flauto alle «risposte», spesso variate, dell'arpa.