Tra le leggende e superstizioni della storia della musica vi è quella della Maledizione della Nona, secondo la quale alcuni tra i più famosi musicisti dell’’800, sarebbero passati a miglior vita dopo aver scritto la nona sinfonia. Tra i primi a credere all’esistenza di questa maledizione ci fu Mahler che, molto superstizioso, decise di raggirare il destino sconvolgendo un po’ le regole e tirando fuori quel capolavoro che è Das Lied von der Erd.
La Maledizione della Nona è una superstizione sviluppatasi durante il periodo tardo romantico, secondo la quale alcuni tra i più famosi musicisti sarebbero passati a miglior vita dopo aver scritto la nona sinfonia. A prima vista, la teoria sembra avere qualche fondamento: Beethoven, Schubert, Dvořák e Vaughan Williams morirono tutti dopo aver completato la loro Nona, Anton Bruckner morì con la sua Nona incompiuta – e Mahler contrasse la polmonite mentre scriveva la sua decima.
La storia della maledizione ha iniziato a diffondersi tra i musicisti dell’epoca in seguito alla morte di Mahler, il compositore austriaco, che scrisse alcune delle sinfonie più grandiose della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo, fu uno dei primi compositori a credervi. La sua scaramanzia lo portò ad escogitare uno escamotage per sconfiggere la maledizione.
Dopo aver completato la sua ottava sinfonia, Mahler scrisse un brano musicale (Das Lied von der Erde) che era, in sostanza, una sinfonia, ma si rifiutò di chiamarla tale. Quindi terminò la sua nona sinfonia e si mise al lavoro sulla sua decima, ma poi contrasse una polmonite mentre la scriveva e morì nel 1911, all'età di 51 anni, apparentemente dimostrando che la superstizione aveva un fondamento.
Arnold Schoenberg, la cui musica è stata fortemente influenzata da Mahler, a proposito della maledizione Maledizione della Nona in un saggio sul compositore, scrisse: ““È come se la Nona fosse un limite. Chi vuole superarla deve morire. (…) Quelli che hanno scritto una Nona Sinfonia sono arrivati troppo vicini all’Aldilà”.
C’è da dire che, nel caso di Mahler, la convinzione circa l’esistenza di una maledizione era alimentata dalla conoscenza della sorte di due sole vittime illustri ovvero Beethoven e Bruckner. All’epoca in cui lui era in attività, infatti, non poteva essere a conoscenza delle nove sinfonie di Schubert, perché quella che oggi viene chiamata la sua Sinfonia n. 9 (la "Grande") ai tempi di Mahler era conosciuta come la sua Settima.
Inoltre, la Nona Sinfonia del Nuovo Mondo di Dvořák non era considerata una "nona" ai tempi di Mahler. Fu pubblicata come Sinfonia n. 5, prima che apparissero quattro sinfonie extra dopo la morte di Dvořák. E Spohr, che è spesso incluso nella lista delle “maledizione”, scrisse e completò una decima sinfonia, ma la ritirò.
Perfino Bruckner non vi rientra pienamente; morì prima di completare la sua (incompiuta) Nona Sinfonia, che porta il suo totale di sinfonie a sole otto.
SÌ. L'intoppo principale della Maledizione della Nona è che ha davvero senso solo se ci si concentra su un numero relativamente piccolo di compositori del XIX e XX secolo, omettendo compositori come Shostakovic, che scrisse 15 sinfonie, e Heitor Villa-Lobos, che scrisse 12.
Ci sono anche i compositori classici più famosi: Mozart, ad esempio, scrisse 41 sinfonie, mentre Haydn ne scrisse ben 104 – 106 se si contano quelle non numerate.
Senza contare, infine, che ci sono anche le 327 sinfonie di Leif Segerstam.
La Maledizione della Nona è una grande storia e forse ha alimentato molta dell'angoscia che si nasconde dietro le sinfonie strazianti di Mahler, ma resta una suggestione smentita dalla storia della musica.