L’incubo di ogni suonatore di archi

Il momento mozzafiato che nessun suonatore di archi vorrebbe mai vivere sul palco, ma che, con un po' di mestiere e il pronto aiuto dei colleghi, si riesce a superare brillantemente.

 

Ad aggiungere un tocco di inaspettato pathos ad una esibizione di un ensemble di Cleveland, gli Apollo's Fire, ci ha pensato una improvvisa e deflagrante esplosione dei crini dell’archetto del violoncello di uno dei componenti del gruppo musicale.

Apollo's Fire è un'orchestra barocca vincitrice di un Grammy Award che si è esibita in tutto il mondo e prende il nome dal dio classico della musica, della guarigione e del sole. Nella loro esibizione nella Chiesa episcopale di St. Paul a Cleveland, l'ensemble stava terminando il programma della serata con La Follia di Vivaldi, arrangiata dalla fondatrice e direttrice artistica dell'orchestra, Jeannette Sorrell.

La Follia era un tema musicale popolare utilizzato nell'era barocca e il lavoro di Vivaldi inizia come una semplice e gentile sarabanda che alla fine si trasforma in un insieme di 20 variazioni altamente complesse e fantasiose. L'opera è stata originariamente composta per due violini e violoncello e, nell'arrangiamento di Sorrell, i tre solisti presenti sono i violinisti Alan Choo ed Emi Tanabe e il violoncellista René Schiffer.

All'inizio della loro esecuzione i musicisti si scambiano sorrisi, guardandosi l'un l'altro, mentre suonano del tutto ignari del disastro che sta per avvenire all’archetto di Schiffer.  Nel momento in cui il trio inizia una nuova sezione, dopo poche note, il fascio di crini dell'archetto da violoncello barocco di Schiffer cede e deflagra in quella che appare come una vera e propria esplosione, che sembra voler illustrare plasticamente l’impeto timbrico e orchestrale in crescendo del pezzo.

Tra gli sguardi attoniti dei violinisti solisti e una confusa ed esasperata alzata di spalle di Schiffer, la seconda violoncellista Rebecca Landell Reed raccoglie sapientemente la linea solista mancante, sostituendo Schiffer improvvisamente e alquanto inaspettatamente fuori combattimento.

Successivamente, a venire in soccorso dello sfortunato violoncellista è l'arco di riserva, che prontamente Schiffer va a recuperare, dopo aver momentaneamente abbondonato il palco, per poi riprendere con disinvoltura la propria esibizione. Quello che vediamo in mano a Schiffer, dopo l’incidente, è un arco moderno leggermente differente rispetto al precedente. La principale differenza tra gli archi per violoncello barocchi e moderni è la forma: un arco barocco è più corto e ha una forma più piatta, mentre l'arco moderno è più lungo con una forma concava.

L’eventualità che alcuni crini possano rompersi a causa dell’usura determinata dallo sfregamento sulle corde non è rara e non pregiudica il prosieguo dell’esibizione, mentre il completo disfacimento del fascio di crini rappresenta, a tutti gli effetti, il peggior incubo di ogni suonatore di archi.

A ben vedere, forse neanche quest’ultima eventualità è così rara, almeno a giudicare da un episodio del tutto simile, come quello che ha visto per protagonista Maria Eikefet, durante l'esecuzione di Tambourin Chinois di Fritz Kreisler e testimoniato dal video sotto. La violinista, ad un certo punto della sua esibizione, ha dovuto constatare, con non poca sorpresa, il dissolversi dei crini del suo archetto, mentre si produce in uno svolazzo particolarmente esuberante.

Anche in questo caso, tuttavia, la musicista professionista non si è persa d'animo e, in qualche modo, ha continuato a suonare per altre cinque battute.

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