Il messaggio di un giovane corista del 1897 è rimasto nascosto fino ad ora negli stalli del coro della Sunderland Parish Church. I lavori di manutenzione dell’edificio lo hanno riportato alla luce dopo ben 125 anni, permettendo di ricostruire la storia di questo, all’epoca tredicenne, di nome William Elliott.
È un po’ un topos ricorrente quello del messaggio chiuso in bottiglia, che attraversa spazio e tempo per affidare ad anonimi testimoni la storia di chi quel messaggio ha vergato. Sappiamo che questo romantico intento non si manifesta solo nelle opere di fantasia, come letteratura e cinema, ma, a volte, anche nella realtà. È il caso di un corista tredicenne di nome William Elliott, che scrisse un bigliettino per un destinatario sconosciuto e futuro.
"Caro amico, chiunque tu sia a trovare questo bigliettino, pensa a William Elliot, che ha scritto queste parole l'11 agosto 1897 a due mesi e due settimane e quattro giorni (prima di compiere 14 anni). Se troverai questo bigliettino non lo strappare e non buttarlo via... tienilo in ricordo di me. W. Elliott. Ero il ragazzo principale di questo coro. Ti amo se mi ami".
Queste le parole scritte a matita con grafia veloce sul retro di una pagina del libretto da corista, nascosta dietro una lastra di metallo negli stalli del coro, dove è rimasta per oltre un secolo.
A trovare la pagina sono stati alcuni operai che, intenti nei lavori di manutenzione della Sunderland Parish Church, si sono imbattuti in questo messaggio e consegnato a chi potesse occuparsi del restauro e della lettura dello scritto.
Il tredicenne William Elliott, ospite del vicino Sunderland Orphan Asylum, era il "ragazzo principale" del coro parrocchiale e ha annotato questi pensieri, che rivelano tutta l’ansiosa incertezza circa il proprio futuro, nella consapevolezza che presto avrebbe lasciato l'orfanotrofio al compimento dei quattordici anni d’età.
La genealogista Jen Baldwin si è poi occupata di ricostruire la storia di questo giovane corista, scoprendone gli sviluppi successivi alla sua uscita dall’orfanotrofio.
La Baldwin ha ritrovato documenti risalenti al marzo 1903 che dimostrano la partenza di Elliott da Glasgow per New York, all'età di 19 anni, con $ 25 in contanti.
Si pensa che Elliott si sia recato a Newport, nel Rhode Island, per raggiungere sua sorella. Nello stesso anno, fu assunto come impiegato nella Marina degli Stati Uniti da cui si congedò con onore nel 1916.
Nello stesso anno, Elliott è stato naturalizzato cittadino statunitense, come dimostrato da un altro documento, che include anche informazioni su sua moglie, Dora, che sposò nel 1908 e la figlia, Edith, nata il 26 marzo 1910.
I dettagli della sua carriera in Marina sono vaghi, ma un annuncio di pensionamento nella San Diego Union mostra che raggiunse il grado di comandante, prima di ritirarsi nell'agosto 1945, dopo oltre 40 anni di servizio.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Elliott tornò in servizio come assistente ufficiale dei rifornimenti, prima di ritirarsi nuovamente nel 1945.
William Elliott morì il 27 aprile 1968. Gli sopravvissero la sua seconda moglie, Florence, sua figlia Edith, un figlio, sua sorella e otto nipoti. Fu cremato e sepolto nell'Arlington National Cemetery, in Virginia, insieme alla sua prima moglie Dora.