Un documento redatto nel 2013 dall’Associazione Note Legali e proposto a tutti i musicisti stabilisce le regole etiche che dovrebbero essere alla base del corretto comportamento del musicista. Un primo passo per un riconoscimento di uno statuto professionale ancora incerto e privo di diritti, oggi più che mai attuale vista la crisi del settore innescata dall’emergenza Covid-19.
È stata avviata nel 2013 dall’Associazione Note Legali (che conta moltissimi iscritti tra musicisti e addetti ai lavori, ai quali garantisce consulenza legale e un riferimento prezioso in un mondo ancora nebuloso) l’iniziativa dell’istituzione di un Codice deontologico dei musicisti. La carta, redatta collettivamente dagli stessi musicisti attraverso uno scambio di idee e suggerimenti avvenuto sul forum dell’Associazione, acquista un particolare significato e rilievo proprio in questi giorni in cui l’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 ha messo in ginocchio il settore, facendo tornare d’attualità il tema della tutela e della regolamentazione delle professioni dello spettacolo.
Nel presentare l’iniziativa l’Associazione ebbe modo di sottolineare: "Siamo consapevoli del fatto che questa iniziativa, da sola, non risolverà i problemi dei musicisti italiani e le scarse condizioni di tutela nelle quali essi operano, ma siamo altrettanto convinti che rappresenti una grande occasione di confronto e crescita tra musicisti, l’inizio di una rivoluzione culturale che possa contribuire a ricreare un senso di categoria ormai perduto, che riesca a riunire i musicisti attorno a una carta di valori che possa ispirarli e guidarli nella loro attività quotidiana, elevando così la professionalità della categoria".
Si tratta di una questione in primo luogo culturale e di percezione sociale, in quanto molto spesso quella in ambito musicale non è considerata come un’attività lavorativa a tutti gli effetti, che trova un inevitabile contraltare in determinate condizioni sfavorevoli e di scarsa professionalità caratterizzanti il settore. Una condizione che produce, come diretto corollario, un mercato afflitto da diffusa illegalità e scarsa tutela dei lavoratori. Questa realtà rende indispensabile una puntuale definizione di una regolamentazione che sancisca in maniera rigorosa doveri e definizione professionale della figura del musicista da cui discendano anche delle precise e esigibili richieste di diritti e tutele.
L’iniziativa non intende produrre nuove pastoie e briglie burocratiche ma riunire i professionisti del settore all’interno di un orizzonte valoriale e di comportamento che permetta una prima identificazione e riconoscibilità della professione.
Come si legge nel preambolo della carta: “Il primo scopo di questo codice è certamente quello di riunire attorno a dei valori condivisi e condivisibili una categoria che, per cultura o per scarsa sindacalizzazione, non si sente tale. Prima ancora di ogni azione politica, sindacale, professionistica, riteniamo che una categoria si definisca tale se si riconosce in una serie di regole di comportamento, se conosce e mette in pratica i propri doveri prima di rivendicare i propri diritti. Troppe volte, infatti, abbiamo visto svilire il lavoro del musicista e l’arte della musica stessa da chi si dichiara «professionista della musica». Proprio questa scarsa professionalità rende ancora più difficoltoso il riconoscimento della figura professionale del musicista da parte della collettività e delle Istituzioni, questione che rappresenta un nostro obiettivo primario. In questo senso, il vivere personalmente dei valori e condividerli con altri, non potrà che elevare il livello di professionalità di chi fa musica, rinnovarne consapevolezza, qualità, impegno e segnare una netta distinzione tra chi «è musicista» o vuole «vivere di musica» e chi invece «gioca a fare il musicista»”.
Un primo immediato effetto della definizione di questo orizzonte di valori è quello di fungere da elemento di autovalutazione per ogni artista per verificare il proprio comportamento e migliorare il proprio livello professionale. Allo stato, il rispetto delle norme contenute nel codice ha un valore di impegno morale personale e non prevede un impianto sanzionatorio, dal momento che non esiste alcun organismo disciplinare di riferimento per la categoria.
L’auspicio è quello di riuscire a coagulare attorno a questo Codice un numero significativo di lavoratori del settore per creare una forte unione di intenti che rappresenti un passo significativo verso una maggiore dignità e consapevolezza professionale e, al contempo, uno sprone importante anche in vista di rivendicazioni a livello istituzionale.
Si può aderire al Codice visitando il sito ufficiale dell’Associazione Note Legali.