Il “Club 27” in mostra a Bologna

Il “Club 27” in mostra a Bologna

Esisterebbe nella storia della musica rock una leggendaria conventicola, una ristretta élite di fulgide stelle capaci di consumarsi in un raro e breve splendore. Parliamo del cosiddetto “Club 27”, un gruppo di artisti che una fortunata espressione giornalistica mette insieme, accomunati dalla prematura morte al compimento del ventisettesimo anno di età.

L'espressione iniziò ad essere usata nella stampa del settore musicale a partire dal 1994 quando, data la coincidenza dell'età, la morte di Kurt Cobainvenne posta in relazione a quelle di Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison, morti tutti all'età di 27 anni nel breve periodo tra il 1969 e il 1971. In precedenza, la coincidenza tra questi quattro era stata fatta notare solo occasionalmente, senza che acquisisse la diffusione successiva alla morte di Cobain. Quando poi, nel 2011, anche Amy Whinehouse scomparve, sempre a 27 anni, il Club tornò di nuovo tragicamente sotto i riflettori e si ricominciò a parlarne con più insistenza, collegando a questa cerchia anche musicisti morti alle stessa età ma in epoche precedenti come Robert Johnson deceduto nel 1938.

Naturalmente, oltre alla prematura scomparsa, questi musicisti condividono un dirompente talento e una tormentata biografia sempre in lotta con  il proprio genio e il proprio ruolo all’interno dei meccanismi dello spettacolo.

In molti di questi casi rimane aperta la domanda su cosa avrebbero fatto negli anni a seguire. Sia Hendrix che Cobain, ad esempio, avevano progetti a breve e lungo termine e un’idea concreta di come si sarebbe sviluppata la loro arte e, di conseguenza, possiamo immaginare come questa avrebbe influito sulla cultura musicale successiva. Si tratta, in ogni caso, di esistenze che continuano a suscitare vivo interesse e spunti di riflessionecarichi di implicazioni.

Non a caso, a questo particolare gruppo di geniali e irregolari musicisti morti in giovane età è dedicata una originale e interessante mostra promossa da Ono Arte contemporaneache ha aperto i battenti a Bologna lo scorso 13 dicembre e resterà aperta fino al 24 febbraio.

La mostra, partendo da questa suggestione alimentata dai media che ha portato alla convinzione che esista una sorta di “picco statistico” di decessi tra gli artisti all’età di 27 anni, ci conduce in una coinvolgente indagine su alcune tra le grandi icone della musica e non, che hanno influenzato la cultura popolare fino ai giorni nostri, ed è composta da 40 opere, alcune esposte in esclusiva italiana, di fotografi del calibro di Jill Furmanovsky, Michael Lavine, Charles Peterson (suo il ritratto di Kurt Cobain in apertura), JanPersson, Terry O’Neill, Baron Wolman, Lee Jaffe, James Fortune, Guy Webster.

Un vero e proprio documentario visivo che ripercorrendo le vite eccezionali di queste icone pop invita ancora e con maggior vigore a interrogarsi sulla grandezza e fragilità del genio sempre straniero e estraneo al mondo.

lezioni
lezioni