Come ogni anno si rinnova l’appuntamento con il Festival di Sanremo, un rito collettivo a cui non ci si può sottrarre. In attesa di ascoltare le esibizioni sul palco dei 24 artisti selezionati, passiamo in rassegna i testi cercando di capire cosa raccontano.
Come tutti i riti collettivi, indipendentemente da quello che se ne pensi, Sanremo è un appuntamento fisso che scandisce il ritmo dell’esistenza, ribadendo, attraverso la condivisione, la una rassicurante appartenenza al gruppo. Inevitabile, dunque, soprattutto per chi si occupa di musica, fare i conti a scadenza annuale con questa manifestazione che quest’anno spegne le settanta candeline. Come più volte dichiarato dal conduttore e direttore artistico Amadeus l’intenzione è quella di proporre una selezione per un Sanremo “pop e radiofonico”, la lista dei ventiquattro big in gara, in effetti pesca, un po’ in tutti i generi e cerca di accontentare un pubblico ampio cha vai fans dei talent ai seguaci del rap. Anche i testi delle canzoni di Sanremo spaziano dal politicamente scorretto di Junior Cally all’impegno in favore delle diversità di Levante. In attesa di ascoltarle sul palco dell’Ariston a partire dal prossimo 4 febbraio, vediamo più nello specifico cosa raccontano i testi della canzoni di Sanremo 2020.
Alla sua seconda partecipazione festivaliera, Achille Lauro si concede una canzone d’amore anche se scritta in chiave eccentrica rispetto allo standard sanremese. Il titolo, che con furba trovata strizza l’occhio al politically uncorrect, fa riferimento ad un amore manchevole che non si ha coraggio di guardare in faccia. «Dimmi una bugia me la bevo/ Si sono ubriaco e annego», canta Lauro.
Se ci aspetta una ventata di novità dai testi delle canzoni di Sanremo 2020, non bisogna cercarla tra i versi della canzone di Alberto Urso, epigono di certo tenorismo fanè stile il Volo. Una canzone che parla di «luci di casa che sembrano stelle» e di un navigante che, «tra nuvole e vento», arriverà dritto da colei che ama. Come da manuale insomma.
Un impeto di imprevedibilità e brio è attesa dalla inedita coppia formata da Bugo e Morgan, che rappresentano anche l’unico duetto in gara in questo Festival 2020. Secondo i due cantanti “Sincero parla d’amicizia, il conoscersi da tanto tempo e fare una cosa insieme è la cosa più sincera di cui possiamo parlare in questo momento. Sincero è una canzone intelligentissima e anche un po’ liberatoria, sarà un momento d’illuminazione”. Il tema dell’amicizia viene sviscerato in un confronto con i temi del conformismo della società odierna e degli atteggiamenti stereotipati che questa ci impone.
Il rapper vincitore di Xfactor 2018 porta nei testi della canzoni di Sanremo 2020 la quota di rabbia giovanile e denuncia sociale. Un testo che è un incalzante progressione di parole che esprimono la rabbia e il disagio di chi si sente disinnescato della potenzialità di esplodere e dare sfogo reale a questo sentimento, la frustrazione di sapersi immersi in un orizzonte sociale che sembra non voler lasciare spazio e possibilità di espressione. Non l’avresti detto tu / Che questo attentato sarebbe fallito / Soffocato dagli scrosci degli applausi / Prigioniero tra le fauci delle foto e dei video / Ma ciò che mi rattrista è il terrorista / Esposto al pubblico ludibrio / La sua bomba era una farsa dal principio / Amico, non ti invidio / Dispiace, ma è la prassi / Il sabotatore sai che deve sabotarsi”.
Il testo di Diodato racconta delle distanze e dei problemi che si creano in amore, ma in generale nei rapporti umani, a causa della mancanza e di una sincera comunicazione. Spiega il cantante: “Questa canzone è un invito a esprimere la propria opinione, anche se si tratta di dissenso. Non si tratta di cercare lo scontro sempre e comunque, anzi. Ma di colmare le distanze che vengono create dai silenzi”. Probabilmente uno dei più belli e intensi trai testi di questo Sanremo 2020.
Altro prodotto dei talent, Elodie porta al Festival una canzone scritta dalla coppia Mahmood-Dardust, vincente a Sanremo 2019. La canzone racconta e mette a nudo un animo femminile alle prese con un difficile rapporto amoroso che la fa sentire sbagliata - “La mia fragilità è la catena che ho dentro, ma se ti sembrerò piccola non sarò la tua Andromeda” - ma che trova la forza e l’orgoglio di rivendicare il proprio ruolo e il proprio essere.
Amore e tormento, come c’è da spettarsi dai testi in pieno stile sanremese, si rintraccia anche nel brano di Enrico Nigiotti, una canzone d’amore che parla, come ha spiegato lo stesso Nigiotti, di “due persone che si ringhiano da lontano ma che si vogliono sempre più vicine. Parla della forza di un bacio che aggiusta tutto.”
Da una che ha conosciuto il successo con un brano dal titolo Pem Pem non ci si poteva aspettare altro che un testo che elargisce perle del tipo “La vita è corta per l’aperitivo” oppure “Innamorata di un altro cabrón / Esta es la historia de un amor”; con quel tocco di Spagna, d’ordinanza per ogni hit da spiaggia, la Lamborghini ci racconta che il risentimento per un amore spezzato non può niente quando la musica parte e si impossessa di te.
Abbandonata la scimmia che balla, il cantante, già vincitore di Sanremo, si ripropone con questo brano di "spiegare il complesso meccanismo che governa l'armonia del nostro amore" senza, però, avere la pretesa di dare risposte definitive e sentenziose. Il testo cerca di esprimere la complessità dell'amore, quel groviglio di passioni, paure e istinti che ci interroga incessantemente anche se poi in fondo “Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare / Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa”.
Tra i testi del Festival di Sanremo 2020 è quello di Giordana Angi che si propone di dare una versione 2.0 di uno dei filoni tematici più sfruttati sul palco dell’Ariston: la mamma. Per capire il tenore della canzone basti citare: “Ti chiedo scusa se non ti ho mai detto quanto ti voglio bene”. Oppure: “Perché l’amore non è solo un posto/ È il tuo modo di fare”. Quindi: “E se un giorno sarò una mamma/ vorrei essere come mia madre”.
Alla sua tredicesima partecipazione al Festival, Zarrillo porta una canzone sull’amicizia in cui esprime tutta la propria stanchezza sia nei sentimenti che nella vita. Una stanchezza che non abbatte l’ineffabile Michele, che combattivo più che pria, si getta nell’agone del mondo.
Al centro di polemiche per i suoi testi violenti e sessisti porta a Sanremo un testo che attacca direttamente, per la par condicio, sia Salvini (“Spero si capisca/ Che odio il razzista/ Che pensa al Paese/Ma è meglio il mojito”) che Renzi (“E pure il liberista/ Di centro sinistra/ Che perde partite/ E rifonda il partito”) e, in costanza di tripolarismo partitico, anche i leoni da tastiera del Movimento 5 Stelle (“Dovrei puntare il dito contro/ E fare il populista/ Non fare niente tutto il giorno/ E proclamarmi artista/ No no/ No no no grazie”). Un brano che, attraverso rime taglienti in pieno stile rap, cerca di restituire una fotografia dell’Italia di oggi tra ipocrisia e populismo.
Altro tema classico rinverdito dai testi di Sanremo 2020 è quello della canzone per il figlio/a con cui si cimenta Paolo Jannacci dedicando una canzone alla figlia undicenne Allegra. Il brano è una dichiarazione d’amore paterno e una prefigurazione della propria impreparazione a veder andare via la figlia ma “in questo allontanamento così normale, ed al contempo così difficile da accettare, nasce una promessa istintiva, forte, sincera ed estremamente umana. La promessa di essere sempre presente e pronto ad aiutarla, nonostante le proprie fragilità ed insicurezze. La canzone descrive l’esigenza di strappare alle stagioni della vita, un piccolo momento immortale”.
Scritta da Vasco Rossi con Gaetano Curreri, Roberto Casini e Andrea Righi, la canzone è il raccontoda parte di una donna matura che si guarda allo specchio e pur riconoscendo i propri errori, i limiti, e mancanze è pronta ad affermare vitalisticamente e sfacciatamente il proprio posto nel mondo, il proprio talento.
L’insistito interrogarsi su dove possa essere la gioia, ci racconta di un uomo che si trova, dopo diverse delusioni, a scandagliare la propria vita alla ricerca di un senso. Niente sorprese sulla risposta, la felicita è nelle piccole cose di ogni giorno. Ed è così, che un irresistibile senso di déjà-vu ci assale.
Con lo sguardo rivolto ai grandi temi internazionali, tra 11 settembre, streghe irachene e una Biancaneve «che dorme in Siria», il rapper ci porta attraverso un riassunto della storia dell’uomo dal Giardino dell’Eden fino ai nostri giorni utilizzando la mela come filo conduttore del suo racconto a proposito della quale consiglia: «Stacca, mordi, spacca, separa».
Variazione sul tema delle canzone a sfondo famigliare con Piero Pelù che dedica la sua Gigante al nipote. La canzone vuole essere un ottimistico affidamento alla capacità di resistenza e rinnovamento delle nuove generazioni. “Tu sei il mio Gesù la luce sul nulla, un piccolo Buddha” canta il rocker toscano.
Testo che si colloca nel solco tracciato l’anno scorso dallo Stato Sociale e che, tra divertimento e leggerezza, individua nel batterista dei Fab Four una perfetta metafora esistenziale: “In un mondo di John e di Paul/ Io sono Ringo Starr”.
Una canzone contro le discriminazioni e un inno alla ricchezza nella diversità per Levante che passa in rassegna un animale stanco, un’anima indifesa, il freak della classe preso in giro perché è una femminuccia e una ragazza criticata perché ha la minigonna che si ribella. “È una lettera a quattro persone che mi piacciono. C’è la mia visione, la descrizione delle loro fragilità, e poi quella che il mondo ha di loro. È una lettera rassicurante per dire che la diversità è ricchezza. Canto di chi resta indietro ma anche di chi vuole rimanerci, gli ultimi con orgoglio, quelli che si sentono poco capiti, messi in disparte ma si sanno fare forza”.
Come suggerisce il titolo, la canzone mette in scena il confronto del cantante con sé stesso e la propria vita. Un bilancio esistenziale, come c’è da spettarsi una volta giunti, come nel caso di Masini, nel mezzo del cammin di nostra vita, che ostenta sincerità e lascia intravedere strade già percorse dal cantautore toscano.
L’estensore delle presenti note ai testi delle canzoni di Sanremo 2020 confessa una irriducibile avversione per l’abusato e spesso tirato in ballo a sproposito, termine resilienza, ma tant’è. Il 74 del titolo fa riferimento all’età della cantante che, dopo più di quattro decadi di assenza dall’Ariston, si ripresenta davanti al pubblico del Festival cantando: “Meglio cadere sopra un’isola o un reality che qualche stronzo voterà”.
I turbamenti amorosi del giovane ex concorrente dei talent, che vive la fase di stallo del rapporto amoroso tra incapacità di parlarsi e perplessità sul futuro.
Tra gli inossidabili del Festival di Sanremo, Tosca porta un testo che invita a cogliere il lato positivo di ogni cosa, anche quando sembra non esserci, anche dentro il dolore di una storia d’amore finita. L’incedere del testo sembra caricarsi della solennità di un testamento: «Se tu mi chiedi in questa vita cosa/ Ho fatto io ti rispondo/ ho amato tutto».
Chiude questa breve rassegna dei testi delle canzoni di Sanremo 2020 Carioca di Gualazzi, un sorridente racconto dell’imprevedibilità di un incontro che cancella ogni sofferenza, che fa ritrovare la fiducia persa e offre una nuova speranza all’esistenza. Un nuovo amore dopo un forte dolore è sempre possibile, e per questo è necessario lasciarsi trasportare, lanciarsi nella danza.