Fare musica è una delle esperienze più intense e belle che siano riservate al genere umano, un'esperienza capace di riempire di gioia e bellezza un'intera vita. In questo articolo abbiamo cercato di mettere insieme alcune motivazioni per argomentare questo assunto.
Uno dei più potenti e universali linguaggi umani è quello articolato dalle sette note. È facilmente comprensibile da tutti, unisce le persone intorno al globo, trascendendo ogni barriera sia essa legata alla cultura o al livello sociale, abbattendo confini e pregiudizi. Fare musica è la più bella ed efficace affermazione di comune appartenenza al genere umano.
Basta assistere ad un concerto per capire quale straordinario veicolo di connessione e condivisione può essere il linguaggio delle sette note. Tante persone diverse e uniche capaci di identificarsi con chi si ha intorno. Nella musica ci si può ritrovare uniti, coesi, condividere lo stesso sogno e riconoscersi parte delle stessa umanità e questo, visti i tempi che viviamo, ha un significato profondo e vitale.
Dedicarsi alla musica è com intraprendere un viaggio che ha un data di inizio ma non conosce alcun punto di arrivo. La musica rappresenta un affascinante universo costruito da pochi essenziali elementi capaci di dischiudere infiniti orizzonti di possibilità e occasioni di espressione della propria creatività. Fare musica significa, in altre parole, non smettere mai di imparare e confrontarsi con i propri limiti e le proprie potenzialità.
Fare musica aiuta la produzione di dopamina, conosciuta come l’ormone dell’euforia, in quanto la sua presenza è legata alla sfera del piacere e al meccanismo della ricompensa. Il semplice atto di cantare una nota provoca un senso di esaltazione dovuto alla combinazione di endorfine e ormoni rilasciati nel corpo mentre si canta. L’ossitocina, un ormone che viene rilasciato mentre si canta, è noto per alleviare l’ansia e lo stress. È anche associato con il senso di fiducia e di legame, spiegando, quindi, la connettività euforica sperimentata mentre si canta in gruppo.
Non c’è niente come la musica capace di esprimere i più segreti moti del cuore e le più sottili vibrazioni dell’anima. Tra i poteri della musica c’è proprio quello di permettere un contatto diretto con la propria sfera emotiva. Scrive Mary Puntillo: “Le persone che hanno difficoltà ad esprimere i propri sentimenti a parole a volte si sentono più a proprio agio nell’esprimere queste emozioni attraverso la musica. Essa ha la capacità di imitare le emozioni. Se per esempio, stiamo ascoltando qualcosa di dolce e lento, saremo più propensi al rilassamento; avviene un contagio emotivo, un’esperienza musicale completa comprende sia la visione che l’ascolto” (cfr. liberarende.it).
Esiste ormai una corposa letteratura scientifica che ha dimostrato gli effetti benefici del fare musica sul cervello e sul sistema nervoso. Suonare è come fare sport per il cervello. Come riporta un interessante studio: “Immaginate per un momento l’attivazione celebrale di un artista inizialmente con sforzo conscio e poi inconscio. Si utilizzano infatti complessi sistemi di feedback nel prendere informazioni, come la tonalità e la melodia, attraverso la corteccia uditiva, che consente al musicista di regolare l’esecuzione. La corteccia visiva è attivata dalla lettura dello spartito, il lobo parietale è coinvolto in una serie di processi compreso il calcolo della posizione delle dita, la corteccia motrice aiuta a controllare i movimenti del corpo. Inoltre la corteccia sensoriale è stimolata ad ogni tocco dello strumento ed il sistema limbico del musicista si attiva in base ai suoi ricordi, alle sue emozioni o sensazioni”.
Praticare uno strumento è senza dubbio uno dei migliori modi per allietare i propri giorni. Quali che siano le occasioni in cui si suona o il genere, la musica è in grado di regalare soddisfazioni autentiche e gioia. Probabilmente il mondo sarebbe un posto molto più allegro se tutti fossimo dei musicisti.
Soprattutto nelle fasi cruciali dello sviluppo, ma anche nell’adulto, fare musica ha un importanza speciale nel migliorare i livelli di autostima, questo perché consente, attraverso l’impegno e l’applicazione, di verificare una costante progressione delle proprie competenze e abilità. Fare musica significa saper fare qualcosa di creativo e bello e questa consapevolezza inevitabilmente va a incidere sulla propria autopercezione. Qui i risultati di un interessante studio su questo tema condotto su bambini tra gli 8 e i 10 anni.
Fare musica significa anche sperimenatre autentiche sensazioni di libertà, a cominciare dalla scelta di ciò che si vuole suonare, come suonarlo, in che contesto e con quali motivazioni. Tutto diventa veicolo di una libera espressione del proprio essere e delle proprie inclinazioni. Tutti i musicisti che ne abbiano fatto esperienza, possano testimoniare come una delle più appaganti e piene prove di autodeterminazione risiede nell’improvvisazione musicale, dove non è prevista nessuna regola, ma solo la libera espressione del proprio estro e della propria sensibilità.
Si può fare musica dalla più tenera età fino ai cento anni e più. Si può suonare e godere delle emozioni che se ne ricava fino alla fine dei propri giorni. Inoltre, si può fare musica con persone di età diversa senza avvertire alcuna barriera generazionale. Un ottuagenario può suonare con un ventenne, sperimentando le stesse identiche emozioni.