Spesso sentiamo dire che la musica ha un potere salvifico e questa espressione, a tutta prima, ci suona frusta e abusata. Forse proprio perché ricorrente tendiamo a percepirla come un mero espediente retorico. Poi si incontrano storie stupefacenti e bellissime come quella di Douglas Seegers, un cantautore che vive sotto i ponti e conosce la celebrità internazionale a 62 anni, che ridefiniscono senso e restituiscono realtà a quella stessa espressione.
Nato a Long Island, New York, Doug Seegers ascolta fin da bambino soul, blues e jazz sognando di poter diventare un giorno un musicista professionista.
Per anni Seegers insegue i suoi sogni musicali suonando a New York City, Austin, soprattutto nei locali, registrando alcune canzoni, mentre svolge anche lavori occasionali. Si sposa e mette al mondo due figli. Poi il divorzio e una progressiva, inesorabile discesa agli inferi che descrive in maniera cruda e diretta nella sua autobiografia. Si trasferisce a Nashville solo con la sua chitarra e una collezione di quaderni pieni di oltre vent'anni di canzoni. Qui inizia il periodo più buio e difficile della sua vita in cui lotta con una severa dipendenza da alcool e droghe che lo porta a vivere da clochard per le strade della città, senza casa e con nient'altro che la sua chitarra e le sue canzoni.
Proprio nel momento di più cupa disperazione, il cantautore statunitense ritrova la fede in Dio e il coraggio di provare a inseguire nuovamente il sogno di una vita, ovvero fare musica. Ricomincia a suonare, oltre che per strada, al Little Pantry That Could, un ente di carità di West Nashville che distribuisce cibo ai senzatetto e organizza regolarmente serate cantautorali. L’ente è gestito da Stacy Downey, che fornisce a Doug, oltre a incoraggiamenti e innumerevoli pasti caldi, anche le corde per la sua chitarra acustica. Sarà proprio Stacy Downey a segnalare Doug al musicista country svedese Jill Johnson giunto a Nashville per registrare una puntate della trasmissione Jills Veranda. Riluttante, Seegers, seduto sull’erba, intona davanti alle telecamere della trasmissione “Going Down The Rive”, una canzone autobiografica scritta da lui che recita: "Vado al fiume, per lavarmi di nuovo l'anima / Sono scappato con il diavolo, e so che non è mio amico."
Jills ne resta folgorato e si impegna a far registrare a Seegers la sua musica nel leggendario Sound Emporium di Nashville, uno studio iconico fondato da Jack Clement, in cui hanno registrato Johnny Cash, Emmylou Harris, Taylor Swift, Elvis Costello e tanti altri grandi. Il cantante di strada che dorme sotto i ponti corona il primo sogno di suonare la sua musica in uno dei luoghi sacri del country il resto, come si suol dire, è storia.
“Going Down The Rive” diventa subito numero uno su iTunes in Svezia e raggiunge i 5 milioni di visualizzazioni. Nel maggio 2014, il suo primo album, prodotto da Will Kimbrough e supportato dai migliori musicisti di Nashville, raggiunge subito il primo posto nelle classifiche di vendita svedesi.
All’album di debutto segue nel marzo del 2015 un nuovo lavoro discografico realizzato insieme a Jill Johnson per la prestigiosa Capitol Music Group / Universal Records dal titolo “In Tandem”. Nell’ottobre dello stesso anno pubblica l’album “Let's All Go Christmas Caroling Tonight”, a maggio 2016 “Walking on the Edge of the World” e infine, nel maggio 2017 “Sings Hank Williams”. Una discografia già consistente a dimostrazione che non si tratta di una meteora sospinta dal clamore della sua storia personale ma di un musicista con un talento naturale nella scrittura e l’interpretazione capace di evocare con la sua arte emozioni profonde scandagliando storie di solitudine, disperazione, gioia e redenzione intrecciando soul e rock, country e blues.
Un inascoltato e marginale homeless, scoperto da un cantante country svedese sulle strade squallide di Nashville, diventa, in questo modo, una star di fama in Scandinavia e un esempio della forza duratura dello spirito umano. La trasformazione di Doug può essere definita come la storia di una sorta di Cinderella Man, una fiaba con atteso lieto fine.
Ora tenta la carta del successo internazionale con "A story i got to tell", il nuovo album cui ha dato il suo contributo anche Jackson Browne e che lo ha portato in questi giorni in Italia per un breve tour promozionale. Doug sorride alla vita e, nonostante il travolgente successo, è rimasto lo stesso. Per essere felice ha bisogno solo di una chitarra e di qualcuno che ascolti quello che ha dire, perché Doug non ha studiato ma alla scuola della vita ha avuto modo di imparare tanto e questo gli ha consegnato una voce autentica portatrice di luce e speranza: “La mia storia di vita mi permette di dire agli altri che non importa quanto in basso sei andato, non importa quello che hai fatto, non è troppo tardi. E se apri gli occhi e il cuore, forse anche tu sarai testimone di un miracolo”.