Ecco cosa succede quando si vuole sfidare uno dei più grandi pianisti-compositori della storia in una battaglia di improvvisazione. Spoiler: non andò molto bene al signor Steibelt...
Daniel Steibelt fu un virtuoso del pianoforte (anzi: fortepiano, come si chiamava allora), compositore amato e ammirato in tutta Europa, talentuoso improvvisatore, frequentatore delle corti nobiliari ormai inconsapevoli di essere al crepuscolo. Eppure, questo musicista, nato a Berlino, cresciuto come pianista alla scuola di Johann Kirnberger (allievo di Bach) e disertore dell’esercito prussiano, deve gran parte della sua fama ad una gara di improvvisazione che lo vide contrapporsi con esito sfortunato al genio di Ludwig van Beethoven.
I duelli pianistici erano una forma di intrattenimento molto popolare tra le classi nobiliari viennesi dell’epoca e consistevano nell'alternarsi di momenti musicali in cui gli strumentisti, a turno o insieme, dimostravano le proprie capacità virtuosistiche esibendosi nel proprio repertorio o in improvvisazioni su un tema assegnato.
Daniel Steibelt giunse a Vienna nel 1800. Incontrò Ludwig van Beethoven presso la dimora del Conte Fries. Ferdinand Ries, in una delle prime biografie del compositore, Biographisce Notizen über L. van Beethoven, descrive lo svolgimento del duello. Steibelt, noto per le sue grandi capacità di fraseggio e l’ampio uso dell’effetto del tremolo, diede inizio alla sfida. Dopo aver collocato su un leggìo una pagina della sua musica da cui trarre ispirazione per la sua improvvisazione, impressionò l’uditorio simulando con i rombi dei bassi e gli alti che sembravano fischi, una tempesta. Gli applausi giunsero numerosi e la vittoria sembrava ormai a portata di mano.
Venne il turno di Beethoven che, sedutosi al pianoforte, tra lo stupore generale, prese la pagina utilizzata da Steibelt e, dopo averla mostrata al pubblico, la capovolse. La fine divenne l’inizio, l’alto il basso. E le ultime quattro note di Steibelt, lette all’incontrario, divennero le prime di Beethoven. Questi cominciò a variare le note dell’avversario, ad abbellirle, a improvvisare su di esse con grande virtuosismo e suprema intuizione musicale.
Il povero Steibelt dovette ascoltare la beffarda trasformazione della sua tempesta in un lieve temporale, un acquazzone primaverile. Con grande maestria il genio di Bonn ridicolizzò platealmente tutte le invenzioni musicali del contendente, spingendo al riso anche il pubblico.
Steibelt, rendendosi conto che non solo era stato completamente sconfitto ma umiliato, uscì dalla stanza. Il principe Lobkowitz gli corse dietro, tornando pochi istanti dopo per dire che Steibelt aveva detto che non avrebbe mai più messo piede a Vienna finché Beethoven fosse vissuto lì.
Beethoven visse a Vienna per il resto della sua vita e Steibelt mantenne la sua promessa: non tornò mai più.
A Beethoven non fu mai più chiesto di sfidare nessun virtuoso del pianoforte: la sua posizione di supremo virtuoso di Vienna era ormai consolidata. E quelle quattro note – la prima battuta della musica di Steibelt? Divennero, nel tempo, l'impulso che animò la Sinfonia Eroica.