Navigando in rete è difficile orientarsi tra pareri, metodi e discussioni su come pulire i dischi in vinile. Una questione tornata in auge con il ritorno dei classici long playing, ad oggi, l'unico supporto per conservare fisicamente la musica in casa. In questo articolo cerchiamo di indicare la migliore soluzione per preservare suono e conservazione del nostro vinile.
Oggi che il cd è andato praticamente in pensione e che l’hype per il ritorno della musicassetta sembra essersi spento, di fatto l’unico modo per possedere fisicamente la musica è quello di comprare dischi in vinile. Il vinile però richiede una cura e una manutenzione continua e su questo non mancano le scuole di pensiero e gli accesi dibattiti. Una delle questioni più dibattute e intricate che conta decine e decine di pareri più vari e non di rado discordanti riguarda proprio come pulire i dischi in vinile.
Un primo consiglio è quello di non fidarsi o quantomeno fare una cernita dei pareri su come pulire i dischi in vinile che affollano YouTube, la maggior parte dei consigli casalinghi e a costo zero che si ascoltano non producono altro risultato che quello di spostare lo sporco dalla zona superficiale e visibile del disco al fondo del solco, poco visibile.
Quando si affronta la questione di come pulire i dischi in vinile, bisogna essere consapevoli che i long playing possono essere sporchi e impolverati in modo diverso. Occorre una attenta valutazione del singolo caso per poter individuare diverse metodologie di pulizia e restauro.
Non sempre lo sporco che va a incidere sulla qualità del suono, ad esempio, è visibile superficialmente. In alcuni casi si possono avere dei dischi che dopo il lavaggio presentano un deciso miglioramento della qualità audio, altre volte in cui il miglioramento è appena percettibile, questo dipende proprio dal tipo di sporco che si è accumulato nel tempo sul disco.
I metodi più economici e molti kit venduti su Amazon e Ebay si basano sull’utilizzo di panno e spray. Due elementi di pulizia che in molti casi creano più inconvenienti che reali vantaggi. Bisogna ricordare che i vinili sono costituiti da cloruro e acetato di vinile e un 10-20% di additivi stabilizzanti organometallici. Questi ultimi sono quelli più esposti a degradazione sotto l’azione di detergenti anionici e solventi. Il panno a sua volta, come le spazzole di velluto, in molti casi si limita a lucidare la superfice spingendo la sporcizia nel microsolco oltre ad accumulare carica elettrostatica che continuerà a richiamare la polvere.
In non pochi tutorial presenti in rete su come pulire i dischi in vinile, si propone addirittura il lavaggio con acqua e saponi per uso casalingo. L’acqua del rubinetto, si dovrebbe sapere, presenta un’alta concentrazione di calcare, che sommato agli additivi dei normali saponi, non fanno altro che intasare ulteriormente i microsolchi del vinile.
Per iniziare una prima pulizia contro la polvere si può ricorrere ad una spazzola in fibra di carbonio.
Per lavare materialmente il vinile è utile il ricorso ad uno spazzolino da denti a setola morbida passato sul disco precedentemente inumidito per qualche minuto con un pad di velluto imbevuto con una soluzione di acqua distillata, alcool isopropilico e sapone per piatti.
Esistono, in ogni caso, metodi migliori sia in termini di efficacia che di sicurezza.
Per chi cerca un’idea su come pulire i dischi in vinile un po’ più affidabile dei metodi fai da te, si segnalano le lavadischi manuali che presentano il vantaggio di costare poco e in molti casi di assicurare una pulizia sufficiente. Tra le tante marche presenti in commercio si possono citare la la Vinyl Styl, la Stuedenbaker System, la Auna Vinyl Clean, la Spin-Clean, la Crosley e la Knosti. Quest’ultima è una delle più conosciute e usate dagli amanti del vinile.
Il suo funzionamento, analogo un po’ a tutta questa tipologia di macchina, consiste nell’immergere il disco nel liquido di pulizia che scioglie le impurità ed il grasso depositato nel solco, successivamente due spazzole contrapposte contribuiscono all'operazione di lavaggio trattenendo e detergendo i solchi. Al termine dell'operazione di lavaggio il disco viene messo ad asciugare su uno 'scola-disco' fornito in dotazione, dopodiché il liquido viene filtrato e recuperato per futuri lavaggi (filtri ed imbuto sono anche'essi in dotazione).
La soluzione per il lavaggio può essere utilmente prodotta in casa secondo la formula standard: su litro di soluzione 85% acqua distillata, 15% alcool isopropilico, 2 gocce di sapone neutro e 4 ml imbibente fotografico. Un metodo di asciugatura più efficace e alla portata consiste nel fissare il disco su un trapano e azionarlo per soli 5 secondi sufficienti per eliminare per centrifuga la maggior parte del liquido. Si tratta di un metodo efficace ma che presenta criticità rappresentata dalla possibilità, non remota, di deformare il foro del disco.
L'utilizzo delle lavadischi manuali è un buon metodo ma laborioso soprattutto se si tratta di lavare un numero consistente di dischi, dovendo girare manualmente i singoli LP in due fasi: la prima per la pulizia nella soluzione per il lavaggio e la seconda per il risciacquo in acqua distillata; senza contare la fase di asciugatura che lascia a desiderare.
Se ci si chiede come pulire i dischi in vinile, una prima vera risposta e alla portata, escludendo quindi la soluzione ideale delle lavadischi ad ultrasuoni che sono le più efficaci in assoluto ma costano migliaia di euro, sono le lavadischi con aspirazione.
Si tratta del miglior compromesso in termini di risultati e costi. Sono macchine che offrono l’indubbio e prezioso vantaggio di un disco asciutto in breve tempo e con residui minimi e sono acquistabili oggi con una spesa a partire dai 300 e i 400 euro, che non sono pochi ma che, se si ha una belle collezione di vinili, possono essere ammortizzati e considerati ben spesi, sia perché preservano la qualità del suono all’ascolto sia perché permettono la corretta conservazione del vinile nel tempo.
Di seguito una recensione di questo utile strumento.