Un interessante studio mette in evidenza come i nostri gusti musicali si modifichino nel corso degli anni adattandosi alle diverse fasi della vita e fornendo un insostituibile sostegno alle definizione della nostra personalità e delle sue esigenze. In altre parole, la musica può essere considerata un costrutto di personalità.
Ci sono tendenze di sviluppo nel modo in cui le persone vivono e interagiscono con la musica? È questa la domanda a cui ha cercato di dare una risposta un interessante studio che sottolinea il ruolo della musica all’interno delle diverse fasi della vita. La musica, grazie all’evoluzione e universalizzazione del suo consumo, è diventata parte integrante della definizione della nostra personalità, un elemento a partire dal quale è possibile descriverci e delineare i tratti del nostro modo d’essere. Proprio per questo, il modo di approcciarsi all’ascolto e le preferenze musicali cambiano adattandosi alle diverse stagioni della vita e alle diverse esigenze che questa pone all’individuo con il passare degli anni.
Uno degli assunti di base dei ricercatori è che ci si accosta alla musica, inizialmente, per verificare gli elementi costitutivi della nostra identità e definire noi stessi, successivamente, essa svolge anche un importante funzione di definizione sociale come elemento di identificazione e comune appartenenza ad un gruppo e anche in relazione alla ricerca di un partner, infine, la musica, come possiamo sperimentare giornalmente tutti, costituisce anche una insostituibile strumento di approfondimento e connessione emotiva oltre che espressione individuale del nostro intelletto.
Pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, lo studio cerca per la prima volta di verificare le diverse modalità di interazione con la musica e i mutamenti negli atteggiamenti e nelle preferenze musicali dall'adolescenza fino alla mezza età. L’osservazione ha coinvolto più di un quarto di milione di individui nel corso di dieci anni. Per condurre lo studio i ricercatori hanno diviso i generi musicali in cinque grandi categorie chiamate MUSIC model – dolce, senza pretese, sofisticato, intenso, contemporaneo – e tracciato modelli di preferenza per fasce d’età. Si tratta di cinque categoria che includono generi differenti accomunati da elementi psicologici e musicali analoghi come possono essere la complessità e l’intensità.
I risultati hanno indicato che le preferenze musicali possono essere concettualizzate in termini di un modello invariante e che alcune dimensioni delle preferenze musicali diminuiscono con l'età (ad esempio, intenso, contemporaneo), mentre le preferenze per altre dimensioni della musica aumentano con l'età (ad es. senza pretese, sofisticata) e che le tendenze dell'età nelle preferenze musicali sono strettamente associate alla personalità. L'andamento normativo dell'età nelle preferenze musicali corrisponde ai cambiamenti anagrafici, dello sviluppo psicosociale, della personalità e della percezione uditiva. Nel complesso, i risultati suggeriscono che le preferenze musicali sono soggette a una varietà di influenze determinate dalle fase evolutive dell’esistenza per tutta la durata della vita.
La ricerca ha evidenziato che una prima grande fase evolutiva capace di influenzare i gusti e la ricezione musicale è rappresentata dall’adolescenza che fa segnare un picco di intenso (rappresentato da generi specifici come metal e punk) che declina rapidamente con l’arrivo dell’età adulta che a sua volta fa segnare un aumento di contemporaneo (come può essere il genere pop) fino alla mezza età.
Come sottolinea Jason Rentfrow, ricercatore senior dello studio, l’adolescenza è un’età caratterizzata dalla necessità di affermare la propria identità e individualità e, da questo punto di vista, la musica offre uno strumento di definizione e affermazione immediato e di semplice approccio. La necessità di rivendicare indipendenza e autonomia è una delle prove ineludibili e caratterizzanti della vita adolescenziale cui la musica fornisce un formidabile sostegno: la predilezione nei confronti di una musica aggressiva, intensa, contraddistinta da suoni forti e distorti, assume un significato di ribellione e contrapposizione rispetto al modello genitoriale e alle istituzioni attraverso la quale l’adolescente conquista una sua identità separata e individuale.
Come ricordato più sopra, la prima età adulta segna invece un aumento del contemporaneo e l’introduzione del dolce (come R & B ed elettronica). Si tratta di due dimensioni che individuano una condizione emotiva più stabile e positiva che si apre alla dimensione sociale e della ricerca dell’altro. Conclusa la fase della definizione del sé e della rivendicazione di autonomia, l’individuo si trova di fronte alla necessità di dover affrontare la prova della ricerca dell’amore e, in termini generali, dell’approvazione e integrazione sociale. Ecco che i generi musicali che accompagnano questa fase rafforzano il desiderio di intimità e fanno da sfondo ai contesti in cui le persone si uniscono con l’obiettivo di stabilire rapporti stretti, come discoteche, bar, feste, ecc.
La terza e ultima fase di sviluppo individuale osservato dai ricercatori è la mezza età che vede l’ascesa sia della dimensione dalla musica sofisticata (come il jazz e classica), sia della musica senza pretese (come country, folk e blues). Anche queste dimensioni raccontano delle diverse condizioni e sfide che questo stadio dello sviluppo individuale pone e sono descritte come rilassanti e positive. Le due tipologie musicali individuano dei profili individuali differenti essendo la sofisticata espressione di gusto personale, intelligenza e cultura e può indicare anche un certo status sociale, quella senza pretese esprime una dimensione emotiva più accentuata in cui risuonano i sentimenti dell’amore, della famiglia, della perdita. Ancora una volta, insomma, la musica diventa l’elemento che sostiene e individua una particolare fase della vita accompagnandone sfide e complessità.
Fonte articolo: https://www.stateofmind.it/2014/05/musica-fasi-della-vita