Cosa rende un luogo ideale per ascoltare musica classica? Proprio come la cassa armonica di un violino una grande aula concertistica, lo spazio in cui il suono viene creato, svolge un ruolo determinante nel proiettare verso le orecchie attente del pubblico la musica che in essa viene eseguita.
Le esigenze di una buona sala da concerto sono diverse, amplificare il suono diretto, ridurre i rumori di fondo, ma anche di regolare le riflessioni acustiche: per venire incontro ad esse l’architetto, proprio come un liutaio, deve procedere tenendo conto dei diversi elementi, che possono influenzare la ricezione acustica degli spettatori.
Negli ultimi decenni, con l’introduzione dei sistemi di modellazione digitale nella progettazione architettonica, si è potuto assistere alla proliferazione delle forme adottabili per rispondere a un dato programma funzionale. Il modello che conta storicamente il maggior numero di realizzazioni è quello della shoe box, caratterizzata dal soffitto piatto e dalla pianta rettangolare, spesso nella proporzione di un doppio quadrat, come il Musikverein di Vienna, ma anche la Royal Festival Hall di Londra. Un altro modello tipologico è quello delle sale a ventaglio sviluppatosi tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del XX secolo, con la diffusione del cinema e la conseguente sovrapposizione di più funzioni all’interno dell’auditorium, che diventa anche spazio per proiezioni. Alvar Aalto è probabilmente l’unico architetto ad aver utilizzato ripetutamente questa tipologia di impianto, nella Casa della cultura (Kulttuuritalo) del 1958, nell’Auditorium universitario del 1964 e nella Finlandia Concert Hall del 1971, tutte a Helsinki. Altra forma adottata per sale da concerto è quella delle sale esagonali, che, grazie alle pareti laterali inclinate, presentano riflessioni sonore fino in fondo alla platea, anche se queste sono un po’ scarse nelle prime file. Si ispirano a questo modello il Kalita Humphreys Theater, realizzato nel 1959 da Frank Lloyd Wright, tuttora sede del Dallas Theater Center. Le sale per concerti St David’s Hall di Cardiff del 1982 e De Doelen di Rotterdam, del 1996, presentano una disposizione delle pareti a diamante, Il nuovo modello tipologico affermatosi negli ultimi anni è quello che divide la platea in settori simili alle terrazze di un vigneto e prende, dunque, il nome di vineyard. Esempi di questa tipologia sono il Centro Vredenburg di Utrecht di Herman Hertzberger del 1977, la sala grande dell’Auditorium parco della musica di Renzo Piano del 2002 o la Walt Disney Concert Hall di Frank Gehry.
Anche le pareti delle sale da concerto vengono utilizzate per controllare l'acustica. Le superfici dure rifletteranno il suono, mentre le superfici morbide lo assorbiranno. L'architetto della Carnegie Hall di New York ha eliminato molte delle caratteristiche comuni nelle sale da concerto e nei teatri fino a quel momento, tra cui tende pesanti, lampadari e pareti affrescate. Il nuovo auditorium dalle pareti lisce e il soffitto a cupola contribuiscono a creare l'acustica ormai leggendaria della sala. Le superfici ruvide possono essere utilizzate per disperdere il suono in tutte le direzioni, una caratteristica utile per eliminare gli echi che potrebbero distrarre dalle esibizioni.
Una parte fondamentale per avere una buona acustica è che il pubblico possa sentire l'orchestra in modo chiaro e forte. Un ingegnere del suono del XX secolo, Leo Beranek, ha osservato: "L'emozione di ascoltare la Messa in si minore di Bach, la Nona Sinfonia di Beethoven o l'Ottava Sinfonia di Mahler non è solo determinata dalla qualità dell'orchestra e dall'interpretazione del direttore, ma è accresciuta incommensurabilmente dalla risposta dinamica della sala da concerto. Risposta significa sia supporto silenzioso per le parti pianissimo sia livelli maestosi per i fortissimo”. In altre parole, se gli ottoni stanno eseguendo qualcosa di simile a quello che si ascolta nel video seguente, tutti dovrebbero poterlo ascoltare con la forza e l’impetuosità necessarie:
Non ha senso ascoltare il ciclo dell'Anello di Wagner nella Cappella del King's College di Cambridge o un pezzo antifonale di Gabrieli nel teatro dell'opera di Bayreuth. Questo perché sia Wagner che Gabrieli hanno scritto la loro musica pensando a un'acustica specifica. Nel caso di Wagner, quello era il teatro dell'opera da lui stesso progettato a Bayreuth e per Gabrieli era lo spettacolare interno della Basilica di San Marco a Venezia.
Esistono due modalità fondamentali cui i suoni del mondo esterno possono entrare in una sala da concerto: attraverso l'aria e attraverso la struttura dell'edificio stesso.
La Bridgewater Hall di Manchester, ad esempio, è montata su molle, per contribuire a ridurre il rumore trasmesso dalla struttura, dal traffico e dai tram. E la maggior parte delle sale da concerto moderne sono circondate da un'intercapedine d'aria per evitare che i suoni del mondo esterno si intromettano nella sala e distraggano dalla musica.
Il riverbero rappresenta il tempo necessario a un suono per scomparire in uno spazio: un posto come la King's College Chapel di Cambridge avrà un lungo tempo di riverbero, mentre una stanza arredata in modo morbido ne avrà quasi nessuno. Basta ascoltare il riverbero qui mentre il coro del King's College, Cambridge, esegue il Miserere di Allegri: