La storia del post-it, ovvero di come un'invenzione fallita e un libro di inni per coro hanno portato alla creazione di uno dei più iconici articoli di cancelleria del 20° secolo.
L'anno è il 1968 e in un laboratorio nello stato del Midwest del Minnesota, negli Stati Uniti, il dottor Spencer Silver è al lavoro, tentando di sviluppare un adesivo extra forte per il marchio 3M.
Invece della colla superpotente che aveva sperato di creare, Silver si ritrovò tra le mani “un adesivo a bassa aderenza" anche se riutilizzabile, in quanto poteva essere incollato e staccato senza lasciare tracce.
Desideroso di non sprecare tempo e sforzi, il dottor Silver cercò in lungo e in largo un uso per quella che ebbe modo di definire la sua "soluzione senza problemi".
Non la buttò via e la archiviò fra i fallimenti in attesa di momenti migliori. Poi pensò che il confronto con i colleghi sarebbe potuto tornare utile e iniziò a parlare in ufficio della sua scoperta.
Così, durante una presentazione aziendale, Silver fece conoscere ad Arthur Fry, uno dei colleghi presenti, la sua colla con una presa debole. Fu Arthur Fry, collega ricercatore della 3M, a intuire il modo per poter commercializzare l’invenzione di Spencer Silver.
Per farlo, come spesso accade, partì dal bisogno. Perché, si sa, il bisogno è una delle principali leve per le persone e la creatività.
Fry era un cantante appassionato e faceva parte del coro della chiesa, durante le prove usava spesso piccoli fogli di carta per segnare le pagine del suo libro di inni, ma, senza nulla che li tenesse al loro posto, spesso cadevano, facendo perdere a Fry il segno e costandogli tempo prezioso.
Una domenica del 1973, durante le prove del coro, ricordando l’invenzione di Silver, si chiese se avrebbe potuto in qualche modo utilizzare l’adesivo per i suoi segnalibri in un modo da fissarli, evitando che cadessero e senza danneggiare le pagine delicate e sottilissime del suo libro di inni.
Tornato al lavoro il giorno seguente, chiese di poter usare un campione dell'adesivo del dottor Silver per testare la sua idea. Usando la carta straccia presa in prestito dal laboratorio accanto – che per caso era giallo canarino – Fry sperimentò diversi modi per applicare l'adesivo sulla carta, depositandolo, infine, su una striscia lungo un bordo della carta: la quantità sufficiente per consentire al pezzo di carta di incollarsi senza lasciare alcuna vischiosità residua sulla pagina.
Silver e Fry, in seguito, iniziarono a lasciarsi appunti a vicenda, attaccati a varie superfici dell'ufficio. Fu allora che si resero conto del pieno potenziale della loro scoperta. La coppia portò la geniale invenzione alla direzione della 3M, che sulle prime non fu convinta delle sue potenzialità commerciali. Nel 1977, l'azienda iniziò a testare le vendite di prodotti in quattro città degli Stati Uniti, commercializzando le note adesive come segnalibri Press 'n Peel. I risultati furono sconfortanti, ma l'anno successivo l'ufficio marketing escogitò una nuova strategia: regalare il prodotto ai consumatori, per consentire loro di provarlo. Il 94 percento di coloro che provarono il prodotto dichiararono l’intenzione di acquistarlo. E così il successo del Post-it fu assicurato.
Il 6 aprile 1980 i Post-it arrivarono sugli scaffali e un anno dopo furono lanciati anche in Canada e in Europa. Nello stesso anno, 3M nominò il Post-it come un nuovo prodotto eccezionale e assegnò al team di sviluppo il Golden Step Award sia nel 1980 che nel 1981, un riconoscimento dato ai team di 3M "che creano nuovi importanti prodotti, notevolmente redditizi".
Nel 2010 Art Fry e il dottor Spencer Silver sono stati inseriti nella National Inventors Hall of Fame degli Stati Uniti, un altro prestigioso riconoscimento per il loro lavoro a lungo misconosciuto.
Oggi, a quasi 50 anni dalla sua invenzione, la storia della creazione del Post-it dimostra che l'ispirazione può manifestarsi nei luoghi più improbabili e che la musica è spesso una compagna imprescindibile di essa.