Proseguiamo il discorso iniziato con la lezione della scorsa settimana sulla modulazione affrontando in questa sede il tema del suono caratteristico, ovvero quel suono estraneo alla tonalità che ci fa capire che si ha a che fare con una modulazione.
Il suono caratteristico è quel suono estraneo alla tonalità che ci fa capire che sta avvenendo una modulazione.
È spesso o la sensibile tonale (VII grado) o la sensibile modale (IV grado) della nuova tonalità.
Esempio in Do maggiore:
Nel primo caso siamo passati da Do maggiore a Sol maggiore ed il suono caratteristico è stato il Fa# (in rosso), ovvero la sensibile tonale di Sol maggiore, la nuova tonalità; nel secondo caso siamo passati da Do maggiore a Fa maggiore ed il suono caratteristico è stato il Sib (in rosso), ovvero la sensibile modale di Fa maggiore, la nuova tonalità.
In verità, anche se avviene una cadenza perfetta della nuova tonalità, spesso non ci conferma che abbiamo cambiato definitivamente tonalità (cosa che avviene quando anche i successivi accordi ci confermano ciò con un'ulteriore formula di cadenza perfetta, per esempio) ma può essere avvenuta solo una modulazione transitoria che ha scopi prettamente creativi e viene usata in tutti i generi.
Esempio: nel primo caso, dopo l'ultimo accordo di Sol maggiore, se facessimo succedere subito un Sol7 (dove la 7ª è minore, quindi Fa bequadro e non più diesis) potremmo ritornare tranquillamente nelle regole di Do maggiore:
Se dopo il Sol maggiore noi facessimo succedere invece accordi come Si minore (accordo sul III grado della scala di Sol maggiore) e successioni tipiche di cadenza come La-/Re7/Sol (II – V – I) avremmo la certezza di essere passati in Sol maggiore, avendo (tra le altre cose) realizzato una nuova cadenza perfetta di Sol maggiore confermando il Fa# (suono caratteristico):