Regole base delle diteggiature per pianoforte

La diteggiatura del pianoforte è uno degli aspetti più importanti dell'apprendimento dello strumento, eppure è tra i più trascurati. Di seguito forniamo alcune regole essenziali a cui ci si dovrebbe attenere in merito a questo importante elemento della tecnica pianistica.  

 

regole diteggiatura pianoforte

Prima di addentrarci nella trattazione delle regole di base della diteggiatura per pianoforte, partiamo dall’assunto che non esistono due mani uguali. Ciò che è perfettamente comodo per una persona potrebbe non essere riproducibile per l'altra.

È quindi importante trovare le proprie diteggiature di pianoforte, piuttosto che affidarsi a quelle dell'editore. (L'eccezione è solitamente la diteggiatura del compositore, sebbene queste siano generalmente rare e si applichino tipicamente allo strumento dell'epoca, come il fortepiano o il clavicembalo, più del pianoforte moderno). Questo è il motivo per cui sono da preferire le edizioni di spartiti privi di indicazioni di diteggiatura.

Chiarito questo, si può aggiungere che una buona diteggiatura del pianoforte si basa sulla forma naturale della mano. In genere, ciò che è più naturale è più comodo e ciò che è più comodo suona meglio.

In definitiva, l'obiettivo della diteggiatura dovrebbe essere quello di ottenere il suono più bello ed efficace possibile. Vediamo ora, in concreto alcune regole che aiutano a raggiungere questo obiettivo.

 

Posizione naturale della mano

La prima regola della diteggiatura del pianoforte è che le dita più corte suonano i tasti più lunghi e le dita più lunghe suonano i tasti più corti. Le dita più corte sono il pollice e il mignolo, le dita 1 e 5. Le dita più lunghe sono l'indice, il medio e l'anulare, le dita 2, 3 e 4.

Questa regola di diteggiatura del pianoforte è esemplificata dalla posizione naturale della mano, in cui le dita 2, 3 e 4 poggiano su Fa diesis, Sol diesis e La diesis, mentre le dita 1 e 5 sono su Mi e Do.

Chopin ha sempre iniziato i suoi studenti con una versione leggermente modificata di questa posizione della mano, usando tasto del Si al posto di quello del Do. È, comunque, preferibile usare il Do per la simmetria, anche se per le mani piccole, il tasto del Si potrebbe sembrare più naturale.

Ciò significa che, in generale, è più naturale utilizzare il medio per i tasti neri. Un corollario di questa regola è che il pollice solitamente (ma non sempre) evita di suonare i tasti neri.

 

Scale

Uno dei motivi per cui è così essenziale conoscere tutte le scale al pianoforte è che ciò rende possibile suonare con la diteggiatura più naturale ed efficace. Quando leggiamo musica per pianoforte, le nostre dita devono sapere dove andare. Dal momento che gran parte della musica si basa sulle scale, conoscerle tutte, senza dover mai pensare alla loro corretta diteggiatura, è un enorme vantaggio.

 

Arpeggi

Quanto appena detto per le scale vale anche per gli arpeggi, è essenziale impararne le diteggiature standard. Gli accordi nella posizione fondamentale non sono sufficienti – abbiamo anche bisogno di conoscere tutte le inversioni di accordi.

 

Diteggiatura simmetrica

Le due mani sono enantiomere, infatti sono l'una l'immagine speculare dell'altra non sovrapponibile. Se si muovono in direzioni opposte, come ad esempio negli arpeggi, è molto più naturale cambiare la posizione delle mani contemporaneamente in maniera simmetrica. È più facile ricordare i passaggi in cui i pollici coincidono, per esempio.

Questa regola generalmente non dovrebbe prevalere sulla regola delle scale: le scale in movimento contrario devono mantenere la loro corretta diteggiatura.

 

Diteggiatura coerente per motivi ripetuti

Se un motivo o una figurazione viene ripetuto in un'altra tonalità, spesso è meglio mantenere una diteggiatura coerente, anche se a volte ciò significa infrangere altre regole. Soprattutto nei passaggi veloci, un cambiamento improvviso da, diciamo, 1–2 a 2–1 può interrompere lo schema di diteggiatura e portare a errori. Mantenere una diteggiatura del pianoforte coerente per motivi ripetuti a volte significa una diteggiatura meno naturale, ma aiuta la memoria.

 

Cinque dita, cinque colori

Chopin insegnava che ogni dito aveva il suo colore. Cambiare la nostra diteggiatura per un dato passaggio può influenzare in modo sottile e talvolta drammatico il suono risultante.

Eseguire questo passaggio con la diteggiatura standars 3 2 1 3 2 1:

 

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Ora con 4 3 2 4 3 2:

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Si noterà una certa differenza nella resa sonora.

In questo senso, si può essere creativi con la diteggiatura. Sebbene la maggior parte delle volte è necessario attenersi a regole di naturalezza ed efficienza, a volte una diteggiatura inefficiente potrà essere preferita in di una maggiore espressività.

 

Annotare le proprie diteggiature

Molto spesso i pianisti non riescano a trascrivere le loro diteggiature. Alcuni addirittura deridono la pratica, liquidandola come una stampella per principianti. Eppure, annotare le proprie diteggiature è uno dei più utili ausili per la memoria. Garantisce la coerenza della diteggiatura durante la pratica del pianoforte .

 

La prima cosa che bisognerebbe fare, dopo aver letto a prima vista un nuovo brano musicale, è scrivere tutte le diteggiature. No si tratta di pedanteria: l’obiettivo è poter guardare qualsiasi misura e sapere immediatamente quale dito suona quale nota.

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