Gli abbellimenti al pianoforte: il glissando

Il glissando è uno degli abbellimenti che si possono trovare in partitura. Si tratta di un effetto sonoro che si ottiene con modalità diverse a seconda delle caratteristiche dello strumento con cui si deve realizzarlo. In questa lezione ne approfondiamo le tecniche di esecuzione sul pianoforte, suggerendo alcuni esercizi per facilitarne lo studio.

 

glissando

Il glissando è un abbellimento molto utilizzato nell’ambito del repertorio novecentesco di derivazione russa o francese, ma anche in quello classico. In termini generali, come abbiamo visto nell’articolo dedicato, per abbellimento in musica si deve intendere “un suono, un gruppo di suoni o anche un particolare effetto sonoro introdotti nel disegno di una linea melodica a scopo espressivo o ornamentale”. Il glissando, in particolare, è un effetto sonoro che si ottiene scivolando con le dita, senza articolarle, sulla tastiera o sulle corde, ovvero in altri modi, a seconda delle caratteristiche dello strumento. Può risultarne un effetto di scala, arpeggio o di sirena.

 

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Rappresentazione grafica del glissando

In partitura il glissando può essere riportato attraverso diverse rappresentazioni grafiche.

Possiamo trovare, ad esempio, una linea che unisce diagonalmente note di altezze diverse recante la dicitura gliss.

Si può trovare anche una linea ondulata, sempre disposta in diagonale, che congiunge sempre note di diverse altezze.

Un’altra modalità di rappresentazione, che è possibile trovare prevede che vengano riportate tutte le note che devono essere eseguito nell’abbellimento.

 

Il glissando secondo Czerny

Czerny descrive con molta precisione l’esecuzione della tecnica del glissando al pianoforte. Scrive in proposito il grande pianista austriaco: “Anche se questo passaggio con lo scivolamento delle dita [schleifenden Fingern] viene suonato di rado, il pianista deve sapere come studiarlo.

Per le terze, le due dita 4-2 4-2 4-2 devono essere tenute elevate e inclinate, di modo che solo la superficie delle unghie strisci contro il tasto, sia a salire che a scendere. Con le seste, discendendo, il pollice può anche essere tenuto ripiegato, ma il quinto dito deve affrontare questo scivolamento con la parte carnosa del dito, che deve essere tenuto sufficientemente teso. Ascendendo, al contrario il quinto (o quarto) dito deve essere ripiegato, in modo che la superficie dell’unghia scivoli, e il pollice segua con la parte morbida del dito.

Dato che questo passaggio ovviamente non si può studiare lentamente, si consiglia di esercitarsi soprattutto con la mano sinistra, di modo che, suonando a tempo molto veloce, sia assolutamente sicura, e successivamente si inseriscano i passaggi della destra, ma con la più grande leggerezza, in modo che, dosando l’eguaglianza delle volate con il movimento della mano, la nota finale di ogni volata arrivi al momento giusto senza buchi o interruzioni.

Questo passaggio è sempre di esecuzione estremamente difficile, è può dare un risultato artistico solo [se suonato] con magistrale leggerezza e sicurezza”.

Riassumendo le indicazioni di Czerny, possiamo dire che per l’esecuzione del glissando al pianoforte richiede che il pollice venga ripiegato, in modo che l’unghia poggi sui tasti, mentre il quinto dito deve essere tenuto sufficientemente teso per permettere al polpastrello di suonare i tasti.

 

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Alcune indicazioni di base sul glissando

In quanto abbellimento, ovvero effetto sonoro a scopo espressivo o ornamentale, il glissando non va studiato prendendo in considerazione ogni singola nota che deve essere eseguita, ma l’effetto complessivo che esso deve produrre.

In partitura, nella maggior parte dei casi, troviamo l’indicazione della nota iniziale e di quella finale dell’abbellimento e questo tipo di indicazione è preziosa per comprendere cosa il compositore sta chiedendo all’esecutore.

Nel caso del pianoforte il glissando può essere sonato solo sui tasti bianche e solo sui tasti neri. Non essendo un effetto legato alla tonalità, non troveremo mai dei glissando che alternino tasti bianchi e tasti neri.

 

Come studiarlo

In base a quanto prescritto dalla partitura, ovvero un glissando sui tasti bianchi o sui tasti neri, discendente o ascendente, si dovrà fare ricorso ad una tecnica che favorisca una esecuzione agevole per la mano che può essere messa in difficolta dalla realizzazione di questo abbellimento sulla tastiera. Importante in fase di studio un’attenzione particolare dovrà essere riservata ad un’equa distribuzione del peso tra le diverse dita coinvolte.

Può risultare utile iniziare adagio con la mano destra in senso ascendente, partendo dalla nota più bassa, e agendo sulla tastiera con il dorso della mano, provando a dividere il contatto tra secondo, terzo e quarto dito, in corrispondenza della falangetta e dell’unghia. Per eseguire il movimento in senso inverso, quindi discendente, si potrà utilizzare la mano sinistra.

Ci si può esercitare utilmente anche procedendo dal basso verso l’alto lungo la tastiera prima con una mano e poi con l’altra.

L’esecuzione del glissando in senso discendente può essere facilitata utilizzando, insieme alla parte laterale interna del pollice, anche il dito indice unito al livello della falangetta.

Come si può intuire, a causa della distanza che separa i tasti neri, una realizzazione fluida del glissando su questi ultimi è più problematica.

Per poter arrivare ad eseguire un glissando di precisione, è importante individuare sulla tastiera la distanza esatta e concentrare lo studio solo sull’abbellimento. Non di rado alle prime esecuzioni può accadere di andare oltre la distanza riportata sulla partitura, molto utile può risultare, in questo caso, esercitarsi considerando la distanza di due ottave eseguendo il glissando da Do a Do, poi da Re a Re e così via, sia in senso discendente che ascendente.

 

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