In questa lezione proponiamo un nuovo esercizio di base per cominciare a prendere confidenza con la tastiera del pianoforte, facendo riferimento anche alla posizione della mano sulla tastiera che Fryderyk Chopin consigliava ai suoi allievi perché la riteneva come la migliore per poter cominciare, in quanto asseconda la naturale postura dell'organo prensile, risultando, quindi, anche più comoda.
Quello che proponiamo in questa lezione potrebbe apparire un esercizio banale e scontato. Tuttavia, non si deve dimenticare che, quando ci si siede di fronte ad un pianoforte, molte delle certezze che si hanno idealmente vengono meno. Non è raro, infatti, che, mettendo le mani sulla tastiera, l’allievo perda ogni controllo dei propri muscoli e ogni naturalezza del movimento della mano. Quello che può apparire, a tutta prima, l'esercizio più spontaneo e semplice, in realtà, implica conoscenza, precisione e soprattutto studio.
Molto illuminante il parallelo che si può fare, a questo proposito, con il bambino che impara a muovere i primi passi. Quella di camminare in equilibrio su due piedi, vista dall’adulto, potrebbe considerarsi l’attività più naturale e immediata, vista dal bambino che intende compiere quella stessa semplice azione, essendo con ogni evidenza in possesso degli stessi mezzi, si rivela come un compito di grande complessità che mette in moto azioni fino ad allora per lui sconosciute.
Allo stesso modo, le mani di un allievo che si posano le prime volte sulla tastiera dovranno espletare tutta una serie di movimenti inediti e completamente nuovi, che solo in un secondo momento risulteranno essere spontanei e naturali.
L'esercizio che proponiamo consiste nell’abbassare una successione di tasti bianchi qualsiasi prima con una mano e poi con un’altra. Partendo dalla mano destra, si posizioneranno le dita sui tasti bianchi suonando con lentezza la successione delle cinque note da quella più bassa, in corrispondenza del pollice, fino a quella più alta, in corrispondenza del mignolo. Una volta giunti al termine della successione, la si riprende in senso discendente, dal mignolo al pollice, facendo attenzione a mantenere sempre la stessa velocità di esecuzione.
Identico procedimento per la mano sinistra che dovrà affrontare il medesimo esercizio diviso in due fasi, la prima ascendente partendo dalla nota più bassa, che in questo caso sarà in corrispondenza del mignolo, verso la più alta in corrispondenza del pollice e la seconda discendente, ritornando dal pollice verso il mignolo.
Questo semplice compito è in grado di allenare da subito alcuni elementi importantissimi della tecnica pianisitica.
Innanzitutto, come sottolineato, ogni singola nota eseguita dovrà avere la stessa durata e intensità di modo che non si percepiscano accenti e scatti non previsti dall’esercizio. Il tempo dovrà essere osservato con estremo rigore
Le singole dita dovranno mantenere sempre la giusta collocazione sulla tastiera, sia che stiano suonando, sia che siano a riposo, vanno tenute in una posizione compatta e naturale. Molto importante sottolineare la necessità di ascoltare i segnali del proprio corpo, se si avvertono tensioni e dolori è sempre consigliabile sospendere l’esercizio per riprenderlo dopo un breve momento di riposo.
Nel mettere in pratica l’esercizio, grande attenzione dovrà essere riservata anche al suono emesso, che deve essere naturalmente gradevole e musicale. Gli errori più comune, in cui generalmente incappano i neofiti, sono da un lato quello di pestare sui tasti ottenendo un suono duro e martellante, dall’altro quello di sfiorare appena la tastiera producendo un suono appena udibile. Il buon suono, conseguenza di un buon tocco, è un risultato che si consegue grazie all’esercizio e all’addestramento dell’orecchio che necessariamente diventerà, anche grazie all’ascolto di registrazioni di classici, sempre più musicale ed esigente.
La preparazione delle dita significa predisporle nel modo opportuno prima di agire sul tasto. Un suono corretto e pulito è il risultato di una buona percussione sul tasto che si ottiene sollevando il dito prima che questo suoni. Questo accorgimento consente alle terminazioni delle mani di avere la giusta corsa per imprimere un adeguato impulso al tasto.
Si può traslare questo esercizio basilare a partire non dalla sequenza casuale dei tasti bianchi come appena suggerito, ma dalla posizione che Chopin suggeriva come la più naturale ed ergonomica per la mano sulla tastiera di un pianoforte, la stessa posizione che quest'ultima, in effetti, assume spontaneamente quando la si lascia penzolare liberamente lungo il fianco.
Il grande musicista raccomandava ai suoi allievi di posare le mani sulla tastiera in modo da toccare il gruppo di tre tasti neri con le dita più lunghe, cioè indice, medio e anulare, mentre pollice e mignolo si dovevano posizionare sui tasti bianchi non contigui a destra e a sinistra del gruppo dei tasti neri. Quindi le dita dovevano essere posizionate sulle note MI (pollice) - FA# (indice) - SOL# (medio) - LA# (anulare) - DO (mignolo).
Questa posizione favorisce un’estensione in scioltezza perché, come detto, asseconda una postura naturale della mano. L’esercizio risulterà per certi aspetti più semplice anche se bisogna sempre fare attenzione a mantenere la posizione corretta e compatta di tutta la mano e, soprattutto, esercitare adeguatamente la preparazione delle dita con particolare riguardo a quelle più deboli come il quarto dito.